Beauty Rules: il Dior Makeup di Peter Philips

Mentre i trend si muovono alla velocità della luce e la TikTok generation in un lampo rende dei prodotti virali, l’approccio di Peter Philips alla bellezza è radicato nel concetto di atemporalità, come è evidente nel suo lavoro per le passerelle di Dior. Da otto anni alla guida del makeup della maison, Philips ha mantenuto una estetica classica, esssendo invece profondamente innovatore nelle formulazioni dei prodotti, dove la performance guida le sue creazioni, come nel recente Rouge Dior Forever Lipstick. Allo stesso modo, la designer dei gioielli uomo di Dior, Yoon Ahn – che è anche al timone del suo marchio, Ambush – con il suo lavoro trova un equilibrio tra longevità e innovazione, partendo dai codici di Dior e rimescolandoli come moderni cimeli di famiglia. Lo storytelling è una componente importante per entrambi i creativi che lavorano sulle stesse sfilate, l’ultima in ordine di tempo, la S/S 2023 di Dior Men.  Il duo si è riunito virtualmente per parlare con L’Officiel Italia di bellezza e influenze globali. 

L’OFFICIEL ITALIA: Moda e beauty aumentano entrambi la fiducia in se stessi. Come si riflette questo fatto sul vostro lavoro?

PETER PHILIPS: Credo sia una relazione molto specifica, il legame tra moda e bellezza. Quando creo dei prodotti, devo anche pensare alla donna che vuole solo essere bellissima, che non conosce le ultime tendenze moda. Tutti vogliono essere splendidi. Dal makeup completo al lieve tocco di crema idratante appena colorata, a prescindere dal come, tutti vogliono sentirsi ed essere meravigliosi. Questo è uno stato mentale totalmente diverso. La gente che compra per seguire le moda si aspetta trend stagionali in continuo cambiamento. Chi si concentra di più sulla bellezza vuole avere un prodotto che sia fedele nel tempo. Quando creo dei prodotti mi assicuro sempre che il mio focus principale sia la bellezza, così che le donne e gli uomini di qualunque età possano trovare qualcosa nelle mie collezioni che non li intimidisca, con una formula che davvero li possa aiutare.  A volte do un piccolo twist, magari con un colore o qualcosa di estremo, solo per dimostrare che puoi spingerti oltre ed esprimere te stesso.

YOON AHN: Per me il trucco è come un giocattolo; ogni volta che c’è una nuova palette di ombretti che mi colpisce, devo provarla per vedere cos’ha di tanto divertente. Per questo motivo mi piacciono i trend, il provare nuovi trucchi, cambiare il mio look, ma c’è anche un lato di me che va in cerca di un prodotto che funzioni e a cui rimanere fedele.

LOI: Parlando di prodotti che catturano l’attenzione - Peter raccontaci del nuovo Rouge Dior Forever Lipstick.

PP: È un matte perfetto, di lunga durata e no-transfer. Puoi berti il tuo caffè senza lasciare traccia. C’è una meravigliosa gamma di tonalità e tutti i colori hanno un feeling molto naturale. Anche i rossi, i mattone, gli scuri hanno tutti un tocco terroso. Il matte perfetto è parte integrante della fantasia sulla it-girl francese È parte di ciò che facciamo, in qualche modo stiamo vendendo sogni. Offriamo prodotti, design, formule, texture e visual che ti aiutano a ricreare qualcosa. 

YA: Credo che la fantasia della ragazza “pulita” rappresenti l’estetica della nuova generazione della it-girl francese. C’è il trucco non-trucco, i colori minimali e tutto il resto. Ma è la sua versione moderna.

PP: Sembra che sia tutto senza sforzo. È un po’ come se si fosse svegliata, si fosse puntata i capelli giusto per mettersi un filo di trucco e via che va. È sempre stilosa, ma sembra effortless. E ci può essere il rossetto rosso e forse è una vibe anni ’70. Come Catherine Deneuve negli anni ’70 - una specie di piega con i capelli al vento e una ampia blusa di seta. Non è come una newyorkese che ha sempre tutto sotto controllo. O una ragazza di LA che si mette molto d’impegno per risultare effortless. Con le ragazze francesi è una questione di nonchalance. È un concetto su cui lavoriamo tutto il tempo e che evolve con la moda e il tempo. Ma effortless è di sicuro una buona definizione.

LOI: È qualcosa che vedi a Tokyo, Yoon?

YA: Oh no, qui non c’è effortlessness. A Tokyo è molto calcolato come si mettono insieme le cose. L’estetica di Tokyo è un po’ diversa da quanto la gente pensa. Ci sono molte fantasie su cosa potrebbe essere l’estetica di Tokyo, ferme agli anni ’90 e 2000, molta gente pensa ancora a quel tipo di vistosità. Ma se vieni a Tokyo ora, gli ultimi cinque anni sono stati solo… beige. Letteralmente, nessun colore; tutti indossano silhouette senza forma, ma è anche tutto controllato. Perciò è interessante quello che sta accadendo con le tendenze in Giappone. 

LOI: Come vivete la pressione di dover costantemente innovare? Dove andate in cerca di ispirazione?

PP: Quando faccio le sfilate, devo tenere in considerazione la visione del designer e quella è la mia ispirazione. Dove posso spingermi oltre? Dove devo trattenermi? Cosa posso fare per completare la sua visione, in combinazione con tutto il team che sta dietro le quinte? Devo anche essere certo che il makeup sia bilanciato. La collezione è venduta su scala mondiale, deve affascinare donne, uomini, chiunque passi dal counter in Sud America, in Asia, in Australia, in Europa, ovunque. E tutti hanno aspettative differenti circa un prodotto di makeup. Hanno tutti standard di bellezza, rituali e climi differenti. In realtà, non mi pesa lavorare all’interno di queste limitazioni, perché esplori di più. Se puoi fare tutto quello che vuoi, ti perdi facilmente. Mentre se lavori in una cornice di limitazioni, devi davvero spingere sui pochi elementi che hai, e allora ti salta fuori qualcosa di grande.

YA: Credo che il design sia come il problem-solving. È un po’ diverso dalla bellezza, sebbene l’approccio alla creatività possa avere delle somiglianze. Per Dior si tratta più di longevità, giusto? Sarà un design che dura nel tempo? Ha senso nell’intero schema dello storytelling del brand? Si tratta di introdurre degli elementi che erano parte della maison e di ri-raccontarli o ri-mostrarli. Non vedo necessariamente la cosa come una pressione. Ho molto chiaro qual è l’obiettivo quando disegno cose differenti. 

LOI: Peter, tu hai menzionato l’aspetto globale dell’industria della bellezza. Quali influenze globali vedi oggi?

PP: Sul fronte delle formule, la Corea è sempre stata avanti - BB cream, fondontinta cushion, e via dicendo. Nel lusso, Parigi è sempre stata avanti. Ma sta accadendo così tanto nel beauty e c’è così tanta apertura per via dei social media. Anche solo dieci anni fa non avevi accesso a tutte quelle informazioni. Ora semplicemente ordini online e puoi avere tutto quello che vuoi. È una grande opportunità di giocare, di scoprire cose e di esprimerti. Perciò, da dove arriva l’ispirazione e chi è il leader? È tutto un melting pot, che in realtà rappresenta ciò che è il mondo oggi. Un bel melting pot di tutti i tipi di influenze, ispirazioni ed espressioni.