Kim Jones celebra i 75 anni del New Look di Dior attraverso la collezione uomo
Kim Jones, anima del menswear di Dior, celebra i 75 anni del New Look citando la prima sfilata del’47 di Monsieur Christian Dior. Ed esplora i capisaldi femminili della griffe traducendoli in un moderno guardaroba maschile.
“La Conversation”. Il titolo della collezione menswear di Dior per il prossimo inverno evoca lo spirito che ha guidato Kim Jones, direttore artistico della divisione Homme, nel creare la nuova stagione. Ma più che una conversazione con il fondatore della griffe, Christian Dior, la carrellata di look portati in passerella è figlia di una collaborazione immaginifica. Partita da Jones che, per il 75esimo anniversario della maison di Avenue Montaigne ha scelto di puntare i riflettori sull’heritage creativa ed estetica del fondatore, riprendendo, rileggendo e re-interpretando alcunidei suoi codici estetici più emblematici, raccontati al mondo nel défilé del 1947 entrato nel mito.
«Mi sono lasciato ispirare dagli archivi, dalla purezza degli inizi della maison, dal suo slancio originale, e mi sono concentrato sull’architettura, trasformando le creazioni di monsieur istintivamente». - Kim Jones
«Quello che tengo sempre amente durante il processo di creazione», ha spiegato lo stilista iglese, che oggi guida anche il womenswear di Fendi, «è l’eleganza di un universo couture che è stato creato proprio da Monsieur Christian con il suo New Look. Con questa idea come punto di riferimento, mi immergo negli archivi e inizio a creare la collezione. Ben conscio che esiste un grande divario tra il 1947 e il 2022: sono due epoche, due mondi, due generi lontani anni luce. Cerco di far coabitare le unicità dell’atelier con i riferimenti allo sportswear, in una sorta di equilibrio funambolico nel segno della contemporaneità. In questa stagione più che mai mi sono lasciato ispirare dagli archivi, dalla purezza degli inizi della Maison, dal suo slancio delle origini. Insieme al mio team abbiamo guardato alle prime collezioni e ci siamo concentrati sull’architettura, trasformando le creazioni di Monsieur Christian quasi istintivamente, in modo maschile e moderno, mantenendo sempre quella joie de vivre che è stata al centro delle sue creazioni».
Ma ad animare la stagione sono le passioni di Monsieur Christian, i suoi simboli, le sue ossessioni e i suoi caposaldi. In un omaggio senza tracce di nostalgia. Ci sono le stelle e le rose, il cannage diventato uno dei simboli della griffe, il leopardo e i mughetti,i tessuti brodé degli atelier d’alta moda, i pied de poule discreti e le grisaglie severe, i taffetà preziosi e le Toile de Jouy, i maculati e i ricami sfavillanti. Compare persino Bobby, il cane del couturier-fondatore, che diventa mascotte portafortuna. Il gioco, outfit dopo outfit, è un twinning di passato e presente, di ieri e oggi, senza stravolgimenti ma con grande rispetto. Un’alchimia generazionale, ed estetica, capace di scrivere un capitolo importante nella storia della griffe che ha visto alternarsi al suo timone femminile alcuni tra i più grandi designer di tutti i tempi, da Yves-Saint Laurent a Gianfranco Ferré e John Galliano.
«L’universo di Dior e il suo lascito estetico è ancora molto moderno. Il suo lavoro è rilevante per il contemporaneo, soprattutto quando si studiano i pezzi dell’archivio» - Kim Jones
«Sono convinto che i giovani vogliano imparare dal passato. Continuerò a rispettare la storia e lo spirito di Dior, coltivato nel corso dei decenni, mentre creo a modo mio abiti e accessori che possano stimolare il pensiero del presente», ha concluso Kim Jones. «L’universo di Dior è ancora molto moderno, il suo lavoro è ancora molto rilevante per il contemporaneo, soprattutto quando si studiano i pezzi dell’archivio. Probabilmente è per questo che il suo stile è ancora oggi così importante». Forse il segreto è in una frase storica di Christian Dior, che il21 gennaio, giorno dello show, avrebbe compiuto 117 anni: «Con la naturalezza e la sincerità spesso si compiono rivoluzioni senza averne avuta l’intenzione»