La Natività di Caravaggio vista da Vanessa Beecroft
L'artista ha realizzato la sua versione del celebre quadro rubato nel 1969 per l'Oratorio di San Lorenzo a Palermo, svelato alla mezzanotte del 24 Dicembre.
Trafugata nel 1969 dall'Oratorio di San Lorenzo di Palermo, la Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi di Caravaggio non è mai stata ritrovata. Al secondo posto nella Top Ten Art Crimes dell'FBI, il suo destino è oggetto di versioni contraddittorie da parte di pentiti o uomini legati alla mafia, per cui la tela è stata alternativamente data per bruciata, o venduta a un trafficante d'arte di Lugano che potrebbe averla fatta a pezzi per venderla più facilmente... Per continuare a tenere viva l'attenzione sul caso, nel 2010 il Presidente dell'Associazione Amici dei Musei Siciliani prese l'iniziativa di chiamare vari artisti contemporanei a realizzarne una propria versione. Quest'anno la Natività, svelata la notte di Natale e visibile fino al 17/10/23, è firmata da Vanessa Beecroft.
L'OFFICIEL ITALIA: Cosa la affascina in particolare di Caravaggio? Come si è messa in rapporto con il quadro originale? Cosa le interessava sottolineare?
VANESSA BEECROFT: Di Caravaggio ammiro il neorealismo, la verità che attraverso la dialettica di sacro e terreno ci comunica nel teatro delle sue pitture. Quando ho accettato l’invito degli Amici dei Musei Siciliani di riprodurre la Natività, ho deciso proprio di partire dall'opera originale e oscurare con pittura nera le figure presenti, creando più ombre per nascondere i dettagli troppo realistici e lasciare in luce soltanto il Divino: l’angelo, il volto della Madonna e la testa del bambino. Ho deciso di scrivere sul nastro il mio nome e cancellare la scritta originale per rendere esplicito il fatto che si trattasse di una mia riproduzione. Ho sottolineato la relazione diretta tra il corpo sacro e il corpo reale del divino, la cui figura di tramite è la Madonna.
LOI: Cosa la lega in particolare a Palermo? Dal punto di vista artistico quali sono le opere/ i palazzi/ le strutture che ama di più?
VB: Palazzo Abatellis è il Museo che ho visitato la prima volta che sono stata a Palermo nel 1987. Il Museo che mi ha più colpita per la sua architettura, per le sue opere d’arte. L’Annunciazione di Antonello da Messina, Eleonora d’Aragona di Laurana, gli ambienti di Scarpa, che ai tempi non conoscevo. Ogni volta che ritorno a Palermo scopro un nuovo Palazzo, un nuovo luogo degno di studio e ammirazione. Per questo anche amo Palermo, perché è infinita.
LOI: Proprio Palazzo Abatellis è stato la sede lo scorso 8 dicembre di una sua performance, VB94, che riuniva interpreti evocatrici delle donne che hanno abitato nei secoli il palazzo e 21 sculture. Come ha selezionato il cast di VB94?
VB: Ho scelto donne che conoscevo e alle quali sono legata, ho portato le loro figlie o conoscenti, parte dell’aristocrazia palermitana, parte di altre classi sociali. Ho chiesto di portare donne immigrate dall’Africa. Il risultato è stato un insieme ridotto di queste aspettative, un gruppo unito e molto bello.
LOI: Cosa succederà delle teste scolpite per Palazzo Abatellis?
VB: Spero che restino a Palermo. E/o che viaggino in altri musei di Parigi, Berlino, New York…
LOI: Una riflessione sullo stato attuale del suo lavoro?
VB: Spero di trovare un modo per esprimere nei vari mezzi che utilizzo, lo spirito, l’essenza del messaggio che ho cominciato a sviluppare nel 1993, a Milano. Con la pittura in particolare di cui questa Natività ha dato inizio. Più musica e performance in aggiunta a scultura e fotografia.