L'Officiel Art

Schiaparelli e il surrealismo

Una mostra al Mad celebra lo strettissimo rapporto creativo tra la più eccentrica e intellettuale delle couturière parigine e il movimento artistico fondato da Breton.

Schiaparelli, 21 place Vendome, opera del ’ 53 di Marcel Vertès
Schiaparelli, 21 place Vendome, opera del ’ 53 di Marcel Vertès

In un momento di rinnovato interesse per il Surrealismo (ne testimoniano in Italia la mostra “Surrealismo e magia. La modernità incantata” alla Peggy Guggenheim Collection e la Biennale di Venezia, dove Cecilia Alemani non solo ha scelto il titolo di un testo di Leonora Carrington per intitolare la mostra, ma ha restituito alle artiste delle avanguardie la rilevanza e l’autonomia derubricate da un sistema tradizionalmente premiante le figure maschili), il MAD parigino ne fa la chiave di lettura per raccontare Elsa Schiaparelli, con una seconda, grande retrospettiva dopo quella dedicatale nel 2004. “Shocking! Les Mondes surréalistes d’Elsa Schiaparelli” (dal 6/7 al 22/1/23) esplora una carriera costruita sulla diretta collaborazione con gli artisti del movimento, cui, col suo stile al tempo stesso rigoroso e inaspettato, è legata da una profonda affinità. Perché come scriveva Schiap nella sua autobiografia “Shocking life”: «Lavorare con artisti come Bébé Bérard, Jean Cocteau, Salvador Dalí, Vertès e Van Dongen e fotografi come Hoyningen-Huene, Horst, Cecil Beaton e Man Ray era esaltante. Mi sentivo aiutata, incoraggiata, al di là della realtà materiale e noiosa che è la fabbricazione di un oggetto da vendere».

person human clothing apparel text
Elsa Schiaparelli sulla copertina de L'Officiel, maggio 1929, ritratta da Mme d'Ora.

Una mostra importante, che mette in scena 272 creazioni tra abiti e accessori e quasi altrettanti oggetti per contestualizzarli: sketches preparatori, fotografie (molte di Man Ray), sculture, gioielli, flaconi di profumo, ceramiche; con un focus anche sull’influenza che la couturière eserciterà su altri designer, primo tra tutti Saint Laurent, con le sue citazioni al limite del letterale della collezione “Zodiaque”, ma anche Galliano, Lacroix, Alaïa e naturalmente Daniel Roseberry, direttore artistico della maison Schiaparelli dal 2019, il cui abito nero indossato da Bella Hadid l’anno scorso a Cannes, dalla scollatura profondissima per enfatizzare una collana oversize dorata a forma di polmoni, chiude il percorso della mostra. Surrealista di un surrealismo macabro almeno quanto l’abito scheletro ispirato da Dalí nel ’38, un modello da sera nero con imbottiture che riproducono le vertebre, o l’abito Tears, di seta stampata con un motivo di carne a vivo ripreso da un quadro dell’artista catalano.

person human clothing apparel
Il Chapeau Chaussure sul n°194 de L'Officiel del 1937

La mostra inizia con un’esperienza immersiva che evidenzia il ruolo di mentore di Paul Poiret, incontrato nel 1922, nel far scoprire alla giovane aristocratica romana divorziata la sua vocazione per la couture, per poi esporre le sue creazioni più whimsical e immaginifiche, dai maglioni a stampa trompe l’oeil dell’esordio a collezioni sensazionali come Païenne, ispirata alle metamorfosi di Ovidio, Papillon, Commedia dell’Arte, Musique, Zodiaque – un omaggio alla Versailles del Re Sole dove lo splendore dei ricami di Lesage raggiunge l’apogeo –, Cirque.  Il secondo piano ospita la ricostruzione dei saloni della couture inaugurati nel ’35 al 21 di place Vendome, concepiti dal leggendario decoratore d’interni Jean-Michel Frank, compresa la mitica gabbia dei profumi con i flaconi di Salut, Schiap, Shocking, Sleeping...

person human text drawing art page
person human crawdad animal seafood sea life food
"Pigia- mi per Palm Beach" (quello di Schiaparelli ha i pantaloni a righe bayadera) su L'Officiel n°111 del 1930. Salvador Dalí ritratto da George Platt Lynes nel ’39.

Abbiamo chiesto a Marie-Sophie Carron de la Carrière, conservatrice in capo del patrimonio del dipartimento moda del MAD, di indicarci, tra quelli esposti, gli abiti e gli oggetti che meglio illustrano il percorso di Schiaparelli. Come il pull fatto a mano con fiocco in trompe l’oeil degli esordi, nel 1927, un abito da sera della collezione Papillon dell’estate ’37 cui si ispirerà Alaïa per l’inverno ’91, la straordinaria cappa da sera rosa shocking Phoebus della collezione Zodiaque, con un sole d’oro ricamato da Lesage sulla schiena e, nella stessa collezione dell’inverno ’38, un mantello da sera nero con sei tasche ricamate sempre da Lesage in porcellana bianca, rosa, oro e lamine di metallo, omaggio alla porcellana rococò di Sèvre. L’abito da sera con un’aragosta stampata dell’estate’37 indossato dalla duchessa di Windsor, il risultato più iconico di una collaborazione con Dalí che durerà dal ’36 al ’39. E ancora un mantello da sera con un disegno di Jean Cocteau, il cui tratto continuo ricamato sulla schiena crea l’illusione di una doppia immagine, quella di due profili che si guardano e/o quella di un vaso su una colonna coronato da un bouquet di rose. Il flacone-manichino con la testa sostituita da fiori di porcellana del profumo Shocking del ’37 è frutto della collaborazione con Leonor Fini, mentre Meret Oppenheim disegna il braccialetto di metallo coperto di pelliccia che Schiap include nella collezione dell’inverno ’36, versione indossabile di “Déjeuner en fourrure”, il set da caffè composto di tazzina, piattino e cucchiaino coperti di pelliccia esposti nello stesso anno a una mostra di oggetti surrealisti voluta da Breton alla galleria Charles Ratton.

hourglass
Un dettaglio della cappa Phoebus, inverno ’38. Il flacone di Shocking.

Per Carron de la Carrière gli aspetti più interessanti del lavoro della stilista sono: «l’utilizzo di materiali innovativi come il cellophane e il rhodophane che ricorda il vetro, o ancora il Linatik e lo Suédavele. Senza dimenticare che è la prima a enfatizzare le spalle e la prima a mettere chiusure lampo sugli abiti da sera, permettendo alle donne di vestirsi da sole senza l’aiuto della domestica». Uno stile che le procura clienti affezionate nella Café Society, da Patricia Lopez-Willshaw, milionaria di origine cilena, celebre per i parties che organizza nell’hotel de Rodocanachi a Neuilly, a Wallis Simpson, che ordina da lei nel ’37 il guardaroba per il suo viaggio di nozze, a Lady Mendl, la mitica Elsie de Wolfe, celebre decoratrice d’interni ed acquirente della superba cappa Apollon de Versailles della collezione Zodiaque, e che in onore di Schiap organizzerà un Circus Ball ispirato dalla collezione Cirque. Senza dimenticare Gala Dalí, che una foto di André Caillet mostra con il celebre Chapeau Chaussure e un tailleur nero con il motivo delle labbra, sempre di Dalí, che decenni dopo verranno riprese da Miuccia Prada.

crop path
paris clothing apparel scarf
paris sleeve clothing apparel long sleeve robe fashion overcoat coat costume
Abito da sera stampa aragosta, estate ’37. Cappotto da sera, inverno ’38. Abito da sera, estate ’39

Tags

Articoli consigliati