Body Space: tre mostre unreal da vedere a Milano
Tre mostre a Milano, che esplorano la connessione tra spazio e corpo, tra materiale e immateriale, in bilico tra connessioni e bisogni della contemporaneità. Anna Franceschini in Triennale Milano, Isabelle Wenzel
All Those Stuffed Shirts - Anna Franceschini
In Triennale Milano, Anna Franceschini porta in scena All Those Stuffed Shirts, curata da Damiano Gullì: performance che vede macchine stiratrici prendere vita in una sorta di danza ritmica scandita. Quello di Anna è un balletto meccanico, pensato per la prima volta circa 11 anni fa. Ogni macchina diventa un automa, quasi da scenario Asimoviano, con un proprio ritmo biologico performativo. Ogni macchina è concepita come una sorta di "nota" musicale, che l'artista ha suonato per mettere in scena la performance. "Le macchine sono limitate nella loro espressione, ma hanno tanto da dare. Ciascuna ha la sua specificità". Così Anna racconta i suoi automi, a volte parlandone al maschile, altre volte al femminile. Macchine umanizzate, che raccontano il lavoro, la ripetitività, a tratti anche l'isteria, del contemporaneo. L'artista con le macchine ha lavorato su degli strumenti ma anche su dei personaggi, li paragona a un piccolo esercito allo sbando a cui nessuno ha detto che è finita la guerra...e il Colonnello, il Generale e il Mutilato di guerra (così Anna ha soprannominato le stiratrici) continuano a impersonare il loro ruolo, sfiniti di questa guerra - metaforica -, infinita e svengono su loro stessi. Metafora di autorappresentazione nella vita. Franceschini, attraverso le macchine stiratrici esplora il corpo, e la sua espropriazione e riappropriazione, attraverso l'utilizzo di "abiti" virtuali bianchi e blu, come gli avatar utilizzati per abitare gli ambienti immersivi. Fino al due luglio.
Best, Isabelle - Isabelle Wenzel e C41
Best, Isabelle è la prima mostra della Creative Production Company C41, anche editori dell'omonimo magazine indipendente. Negli spazi rigenerati di BIM, in zona Bicocca, l'artista tedesca Isabelle Wenzel, ha messo in scena una performance, che perdurerà fino a settembre, che racconta i limiti del corpo-spazio. C41 porta in scena la Wenzel, in due piani dell'edificio razionalista di Gregotti: la gallery al primo piano e una sorta di preview al piano terra, accessibile e visitabile a tutti, anche a chi solo di passaggio. e proprio al primo piano, è possibile visitare la traccia caotica della Wenzel. Una presenza assente, che ridefinisce tutti i limiti e i confini dello spazio. Fascicoli e fogli a terra (calpestabili), vecchi telefoni a filo, ed espedienti performativi cercano di indagare la dimensione lavorativa da ufficio: “Cosa racconta una sedia ergonomica dei nostri corpi e del tempo che abitano?”. E l'esplorazione di Isabelle parte proprio dalla dalla seduta, in tutte le sue forme, materiali e colori; di come cambi nel tempo, si usuri inevitabilmente, così come il corpo che ne usufruisce. Un'analisi - critica - del lavoratore contemporaneo, dei ritmi frenetici, delle non-priorità quotidiane con cui l'artista racconta la sua riflessione sulla capitalizzazione del corpo produttivo. La mostra è visitabile fino il 15 settembre 2023.
URANIA, WHITE AND BLACK EDITION - Fabio Quaranta
Presso il MOTELSALIERI, via Privata Passo Pordoi 6, Fabio Quaranta porta in scena il nuovo atto di URANIA Not Original Clothes, lavoro di recupero archivistico (dal suo stesso archivio di trent'anni) filtrato sul colore monocromatico bianco e nero. Un progetto tra moda, arte, design e musica fatto di ricerca, editing e curatela che rendono le "edizioni" di Fabio, molto di più che una semplice collezione. Una vera e propria performance site-specific, che vuole riflettere e mettere in discussione i canoni - a tratti ancora anacronistici - e le abitudini della moda tra cui: sostenibilità, produttività, replicabilità e l'approccio mainstream dei nuovi fashionista. L’archivio per Fabio Quaranta è come una macchina di raccolta, che può essere continuamente de-archiviato o ri-archiviato, assemblato e disassemblato in mille modi diversi, così da essere in grado di raccontare ogni volta una storia, o più, tutte diverse. In questo caso, tutta, in bianco e nero.