Il Max Mara Art Prize premia l'artista inglese Emma Talbot
Eroi al femminile: Emma Talbot è la vincitrice del Max Mara Art Prize (organizzato da Max Mara, Collezione Maramotti e Whitechapel Gallery) con l’opera “The Age/L’Età”, che sarà alla Collezione Maramotti dal 23 al 19 febbraio 2023.
Photography BRUNO CATTANI @ FOTOSUPERSTUDIO
“The Age/L’età”, è l’opera creata dall'artista Emma Talbot in occasione della vittoria all’ottava edizione del Max Mara Art Prize for Women, il progetto ideato in collaborazione tra Max Mara, Collezione Maramotti e Whitechapel Gallery. Il prestigioso concorso è dedicato alle artiste emergenti che non hanno mai esposto in un’antologica di rilevanza. Quando Emma Talbot si è ritrovata faccia a faccia con il dipinto “Le tre età della donna” di Gustav Klimt ne è rimasta stregata: «Sarà che la protagonista, se di protagonista possiamo parlare, è una donna dai capelli del mio stesso colore, o perchè per la prima volta mi sono ritrovata a riflettere sulla figura della donna, sul suo ruolo nel mondo e sulla rappresentazione errata dell’invecchiamento. Chi ha deciso che gli anziani debbano essere visti come “scarti” e non celebrati come superstiti e indispensabili bacini di esperienze?». Inizia da qui la riflessione che porterà al concepimento e poi alla realizzazione dell'opera "The Age / L’età”, «Mi sono ritrovata a pensare al ruolo della donna nella società moderna, rendendomi conto che fin da bambine siamo costrette a pensare alla figura femminile in un certo modo. Nelle storie che ci raccontano, è sempre l’eroe il personaggio principale da coronare d’alloro. Ho iniziato ad analizzare la cultura classica e la figura dell’eroe greco Ercole, per la precisione, e mi sono resa conto che tutta la sua storia si basa su una crudele realtà fatta di virilità meschina, omicidi e sangue. Le dodici fatiche, celebrate nei libri e raccontate nei secoli, sono solo un mezzo per raggiungere il suo obiettivo (entrare nell’Olimpo), non una vera catarsi dai suoi peccati, ovvero la morte per sua stessa mano della moglie e dei figli. Come ha affrontato le prove il semi-dio? Ricorrendo a distruzione, violenza e crudeltà. Così, ho deciso di cambiare prospettiva, e dare il ruolo principale all’anziana: come avrebbe superato lei gli ostacoli?».
La risposta la si ritrova osservando i due grandi pannelli di seta - una tecnica imparata durante il suo soggiorno in Italia – in cui le vicissitudini della guerriera immaginaria vengono narrate attraverso immagini colorate e esplicative. A fare da filo conduttore, una serie di citazioni, «suggerimenti su come interpretare la vita e ricostruire la società moderna. La mia preferita? “Why not trust your instincts, listen to your dreams”». Ma “The Age” non si riassume soltanto nei pannelli di seta e nei paesaggi siciliani ispirati al panorama dell’Etna visitato da Emma durante il suo soggiorno in Italia. L’opera è un insieme di elementi che inglobano il visitatore all’interno del pensiero dell’artista. Dalla proiezione di un documentario grafico che racconta le “fatiche" della protagonista, alla musica (pensata, composta e prodotta dalla Talbot), fino alla rappresentazione fisica dell’anziana (una scultura realizzata da tessuti morbidi «Che ricordano le rughe della pelle»), la forza di Emma è stata quella di aver creato un’opera immersiva e comunicativa: «Ho capito subito che era una donna forte e che il suo messaggio sarebbe stato potente», commenta Iwona Blazwick, ex Direttrice della Whitechapel Gallery e figura centrale della giuria, «prima di decretare un vincitore poniamo una domanda: “Cosa vuoi che la tua opera racconti?”, Emma non ha esitato, aveva chiaro quale sarebbe stato il suo intento e come avrebbe sfruttato i suoi mesi in Italia. L’obiettivo era imparare la cultura del vostro Paese traendone ispirazione. Una volta ottenuto il premio, la sua unica richiesta è stata “fatemi conoscere più posti e più persone possibili”». E così il tour di Emma Talbot ha compreso tutta l’Italia, inclusa Venezia dove è tornata per partecipare alla Biennale su invito di Cecilia Alemani.