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David LaChapelle, un nuovo capitolo

Il controverso fotografo presenta due nuovi libri
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«Mi piace molto incontrare la gente. Salutare persone che vivono in tutto il mondo».

David LaChapelle. Fotografo controverso, che ha fatto della fede e della sua salvezza individuale il leit motiv di una vita.
Alla Taschen di Milano, in via Meravigli, presenta le sue ultime due raccolte di immagini. Un lavoro di collezione e selezione che è durato tre anni.
«Sono due libri che mi hanno impegnato in modo considerevole. Ho seguito un ordine cronologico, per trovare la linea della mia personale evoluzione». Lo dice sfogliando i due volumi, per farmi vedere come, in realtà, un cammino e una logica siano ben visibili in questo ultimo lavoro.

Gli chiedo il perché della dedica a Stevie Wonder e a Christopher.
«Christopher ha lavorato con me per 25 anni. La dedica è ad un caro amico.
Stevie Wonder, invece, mi ha accompagnato durante tutto il lavoro di selezione. Key of Life - doppio album del 1976, ndr - era suonato a ripetizione durante il mio lavoro. Mi ha accompagnato nella costruzione della narrativa dei libri: raccontano una storia precisa e Key of Life è stato lì, a seguirmi come un miracolo. Tutta la musica, per me, è un miracolo. Un dono d'ispirazione per il quale ringrazio sempre Dio».

Due libri, dunque, che raccontano qualcosa attraverso le immagini. Lost+Found è la rappresentazione del mondo attraverso gli occhi di LaChapelle, quello che il mondo è; Good news è quello che il mondo potrebbe essere, secondo l'Artista.

Aristotelicamente, due volumi che rappresentano il mondo in atto e il mondo in potenza.
«Il mondo ha bisogno di Amore, innanzitutto. Il mondo ha bisogno di un nuovo Rinascimento, una nuova Luce, un vero e proprio Risveglio. Viviamo in una nuova epoca oscura piena di elementi di disturbo - mi mostra le immagini delle nature morte di Earth Laughs In Flowers - e ciascuno di noi deve svolgere il proprio ruolo e dare il proprio contributo per la rinascita, anche attraverso un ripensamento e un ritorno alla spiritualità».

Negli scatti di LaChapelle, sfogliando i volumi, saltano agli occhi le metafore.
Metafore di Politica, di Religione, di Sessualità.

Gli chiedo dove sia il vero David, quello scevro dalle sovrastrutture metaforiche.
«David è proprio qui!». Riprende in mano uno dei volumi e lo sfoglia, lentamente, con attitudine serafica.
«La politica, vedi, non può salvare il mondo - guardiamo il suo ritratto di Hillary Clinton -. Lei recita il suo ruolo. È una politica! E la Buona Novella non può provenire dalla Politica o dal Giornalismo. La Salvezza è nell'Arte, nei Profeti di oggi, nei Poeti».

Racconto a Mr. LaChapelle che sono nato in Sicilia e che il rapporto che ho con l'acqua è un po' diverso da quello che lui mostra nei suoi scenari pseudo-apocalittici. Ripenso a Gillo Dorfles e al ruolo riedificante e ricostituente che lui affida all'acqua salmastra, capace di rinvigorire le vestigia di tempi che furono, i resti di archeologie passate e presenti.

After The Deluge, invece, mostra la calma surreale che segue alla devastazione della pioggia. L'effetto salvifico dell'acqua, per LaChapelle, non può non passare attraverso la distruzione e la sommersione dei viventi e delle loro opere. Ma cosa c'è dopo il Diluvio?
«Il Paradiso! L'acqua è l'elemento dal quale il Paradiso sorge: puoi vederlo nel libro - lo sfoglia ancora - l'atmosfera cambia, gli scenari, i colori, le forme non sono più gli stessi».
E mi confida (ma questo non lo scrivo) che il Paradiso dopo il Diluvio può giungere solo attraverso l'Amore e il Perdono: oggi, le due porte di accesso privilegiato al suo personale Paradise, fatto di sè, di tranquillità, di una piccola isola delle Hawaii con tutto ciò di cui un uomo (e l'Uomo) ha bisogno.

www.taschen.com

 

 

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