Bologna città della musica, da Mozart a Dalla passando per Robot
A Bologna non c'è solo del buon cibo e ottimo vino, ma anche storia e musica. Da Gioacchino Rossini a Mozart, il jazzista Steve Grossman, Lucio Dalla, Gianni Morandi fino a Cesare Cremonini, passando per tantissimi altri nomi che hanno dato vita alla storiografia musicale della città. E poi i festival: dal Bologna Jazz Festival a Robot per chi ama le sonorità techno-indie. Una città da scoprire, oltre Piazza Maggiore e la Torre dell'Orologio.
Bologna La Grassa, Bologna La Rossa. Visitare Bologna in 24 ore, non limitandosi ai soli monumenti maggiori, è possibile. Tante piccole chicche nascoste, alcune anche segrete. Tanto cibo, convivialità e buon vino. Tanta storia e tanta musica ma anche tanti personaggi, che curanti o meno, hanno delineato le sorti della città, e anche il suo turismo odierno. Molti di questi, sono musicisti. La storia della musica di Bologna è profondamente intrecciata con la sua eredità intellettuale e culturale; i contributi della città alla teoria musicale, all'opera e all'educazione alla musica classica hanno lasciato un segno indelebile. Non solo Piazza Maggiore - che non è affatto la "Piazza Grande" di Lucio Dalla, come molti pensano, ma Piazza Cavour - e La Torre dell'orologio, comunque simboli indiscussi del centro città.
Se parliamo di musica e Bologna dobbiamo necessariamente partire dall'Università che svolse, già dal Medioevo, un ruolo significativo nello sviluppo della teoria e dell'educazione musicale in Europa. Polo di studi musicali con Guido d'Arezzo che contribuì alla notazione del canto gregoriano. Ancora oggi Bologna possiede due grandi organi antichi funzionanti, del 1500, sia nella Basilica di San Petronio e uno nella Basilica di San Domenico, da cui passò anche un giovanissimo Mozart. Bologna città di Jazz, già dal 72' risalgono i primi "bunker" sotterranei e nascosti, luoghi non luoghi, di band e musica fino a tarda notte. (Di difficile accesso, e non proprio facilmente rintracciabili, ma se chiedete a qualche Bolognese esperto, saprà condurvi a chi di dovere). Proprio in una di queste cantine umide, prese vita la jazz band dove suonavano Pupi Avati e Lucio Dalla, che segnò così i suoi esordi. E ancora, la casa di Lucio Dalla e il mistero dell'avvocato Alvaro Tritone e di Domenico Sputo (suoi pseudonimi), la famosa pasticceria Zanarini con un passato da jazz club e Cristina D'Avena e lo Zecchino d'oro.
E ancora Pier Paolo Pasolini con i suoi 38 chilometri di portici, che ai turisti sembrano tutti uguali, ma in realtà sono tutti diversi. Un dedalo urbano, fitto e continuo. Bologna città del pensiero libero e ribelle - a tratti anche antireligiosa - viveva per la sua gente, senza temere l'autorità, signorile quanto papale. E ancora libri, scrittori, librerie e biblioteche. Tappa obbligata la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, che lascia a bocca aperta per i suoi soffitti affrescati, senza aver nulla a che invidiare a quelli di altre città.
Perdersi tra i chiostri e le sette chiese, tra le tante botteghe storiche come la Casa della Chiusura Lampo, la Drogheria Gilberto, Osteria del Sole - in cui poter condividere pasti e tavolate con sconosciuti - fino al più antico pastificio, resistito ad entrambe le due guerre mondiali, Paolo Atti e figli. Ecco, i loro tortellini e budini di riso, anche questi dolcetti della tradizione bolognese, sono divini.
Ultimo ma non meno importante, Bologna e i festival. Non possiamo non menzionare. Dal famosissimo Bologna Jazz Festival, che riempie ogni anno tutta la città, o il Bologna Festival, con la sua musica classica. E veniamo all'ultima aggiunta, che arricchisce la proposta musicale bolognese, il Robot festival. Digital art e musica indie-tecno vanno in scena in quattro location: Teatro San Leonardo, Oratorio di San Filippo Neri, Palazzo Re Enzo, DumBO, TPO, per un programma variegato in tutte le sfumature della musica elettronica. "We dance together, we become other." Questo il motto dell'edizione 2023, una celebrazione del suono ma anche del corpo in movimento. In un momento in cui il "club" è diventato luogo comune, commerciale, servono sempre più luoghi - o non luoghi - in cui la musica, tutta, anche quella delle retrovie e delle subculture - possa raccontarsi e chi la ascolta, esprimersi a sua volta. Ecco il Robot festival è un po' questo: un occhio che ascolta, un orecchio che vede e un corpo che fa entrambi. Da non perdere? Il closing party with Robot al Dumbo il 25 novembre con Cosmo, Marta Del Grandi e il duo Belga formato da Charlotte Adigéry & Bolis Pupul.