The Now Icon: Maluma
"Le mie radici sono molto importanti, la mia famiglia per me è tutto. Il mio motore, il mio cuore, la mia vita. Il mio nome stesso è a tutti gli effetti una dimostrazione della mia gratitudine nei loro confronti"
A Milano il termometro supera i 35 gradi quando sul set arriva Juan Luis Londoño Arias, alias Maluma. Il calore realmente avvertito però è quello umano del cantante, che non ha nulla del distacco di una star internazionale. Gli occhiali da sole a specchio, la camicia aperta sul petto, l’atteggiamento molto sicuro di sé e quel sorrisino appena accennato da gangster col cuore tenero sono tutti segni di un’estetica vogliosa di imporsi, famelica di attenzioni. I tatuaggi che Maluma ha disseminati su tutto il corpo sono tanti piccoli prequel del suo racconto di vita. “Magia” sull’avambraccio sinistro è il titolo del suo album di debutto nel 2012, dalla spalla un gufo, metafora di saggezza e protezione, sconfina sul petto trasformandosi in leone. Poi c’è un Buddha stilizzato, che non rimanda direttamente alla sua fede notoriamente cattolica, ma a una forma più globale di rispetto nei confronti di tutte le religioni. Oggi Maluma è in tour con il suo ultimo gioiellino latin pop, “11:11”, un crossover di collaborazioni con big names come Madonna, Ty Dolla Sign, Ozuna e Ricky Martin, ma i suoi quasi 46 mln di followers su Instagram lo adorano anche per il suo stile, per la capacità di accostare un gilet bianco a stringate eleganti nere lucide, o una T-shirt oversize e sneakers mandarino come alla sfilata di Off-White, o di presentarsi con un body-harness argento da Louis Vuitton, e in camicia in pelle tie-dye con pantaloni coordinati da DSquared2.
LʼOfficiel Hommes Italia: Prima della musica la tua passione più grande era il calcio…
Sin da bambino ero appassionato di calcio, uno sport che ho praticato per circa otto anni. Mentre giocavo ho iniziato a comporre e un giorno sono entrato in uno studio di registrazione per incidere il mio primo pezzo. Quando ho scelto di smettere con il calcio la mia famiglia non l’ha presa benissimo, in particolare mio padre, che sognava per me un futuro da grande calciatore. Il tempo ha fatto sì che comprendessero la mia passione e oggi proprio nella mia famiglia trovo il sostegno più grande.
Anche tuo nonno, il più grande collezionista di dischi di Salsa della Colombia, ha segnato in qualche modo la tua strada?
A lui devo il merito di avermi introdotto a questo genere così identitario per il mondo latino-americano, la Salsa ha infatti avuto origine a Cuba e in Colombia prima di arrivare a New York negli anni Settanta e oggi è una parte fondamentale del mio stile. Le mie radici sono molto importanti, la mia famiglia per me è tutto. Il mio motore, il mio cuore, la mia vita. Il mio stesso nome è a tutti gli effetti una dimostrazione del mio debito di gratitudine nei loro confronti. Maluma non è altro che la fusione dei nomi di mia madre (Margie), di mio padre (Luis) e di mia sorella (Manuela).