Fenomeno sneakers Lidl: supermarket style
E' il caso di dirlo: quando il supermakert diventa fashion. Se pensavate che l'hype per la collezione Lidl fosse solo un fenomeno dell'estate, vi siete sbagliati. In occasione del drop italiano, oggi file di persone si sono riversate davanti alle sedi dei supermercati della catena tedesca. Il risultato è stato un sold-out quasi immediato, con corsie prese d'assalto, bancali e scaffali completamente svuotati. Lidl, la catena di supermercati nata in Germania nel 1930 e che conta oggi fino oltre 10000 punti vendita in tutto il mondo, ha lanciato la sua linea di abbigliamento di chiara ispirazione street, dalle sneaker liberamente ispirate alle trainer più retrò della Nike, fino alle ciabatte slider con loghi e colori del marchio: blu, rosso e giallo. A completare la collezione ci sono anche le t-shirt e i calzini di spugna bianchi, anch'essi adornati dal celebre logo. Mentre il prezzo originale era di 12,99 euro ora su e-bay arrivano a costare fino a 700 euro, più di un paio di Yeezy. Ma perché? Perché tutti amano la convenienza e la qualità della catena dei supermercati, con un motto che sembra essere "più a meno" per così dire, il sottocosto che però è di qualità. Sarà per questo che è diventato un fenomeno? Già prima di loro fu Vetements, all'epoca guidato da Demna Gvsalia (ara direttore creativo di Balenciaga) portò l'estetica à della working class sulle passerelle, anche se il prezzo di una T-shirt logata DHL arriva a 600 euro, in tanti l'hanno comprata. Loghi di brand rassicuranti e di settori non affini alla moda, atteggiamento punk nei confronti del lusso? Forse solo un'attitude mi viene da dire. E l'idea che trash è cool, molto più delle proposte di una qualunque maison prestigiosa che si adopera per fare colab con i brand di streetwear (vedi Vuitton e Supreme) per accaparrarsi una fetta di mercato ricettiva all'hype, ai fenomeni creati dalla strada e sapientemente tradotti in armi da consumo.
Se qualcuno pensava che il fenomeno dello streetwear potesse arrivare fino al supermercato probabilmente aveva ragione. Vediamo cosa succederà alla prima capsule di abbigliamento e accessori firmata proprio da IKEA. Le scommesse sono aperte.