Pop culture

Elle Fanning

A 19 anni, l’attrice americana, ha all’attivo più film che compleanni. A tre anni ha recitato accanto a Sean Penn e Michelle Pfeiffer, poi è stata diretta dai più grandi registi: Iñárritu, J.J. Abrams, Sofia e Francis Ford Coppola e Woody Allen. Ritratto di una musa contemporanea
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Elle è una vera musa della nostra epoca. Se il 2017 è stato l’anno della consacrazione grazie all’uscita di quattro film, alla partecipazione al festival di Cannes e ai contratti come volto di aziende di moda e cosmetica, il 2018 consoliderà la sua fama nel mondo del cinema e della fashion. Lungi dai cliché hollywoodiani della diva bambina dalla vita caotica, colpisce per la gioia di vivere: ride di tutto, costantemente. Usa la risata come un segno di punteggiatura, una sorta di virgola che le permette di non prendere troppo sul serio un’esistenza davvero intensa.

L’Officiel: Sei molto giovane, ma hai già una lunga carriera alle spalle: ti capita di sentirti “vecchia”? Elle Fanning: «Ho iniziato a recitare molto presto, come mia sorella (Dakota Fanning, ndr). Ho trascorso buona parte dell’infanzia a parlare con persone più vecchie di me e mi sono sempre trovata a mio agio. Quindi sì, a volte mi sento un po’ vecchia (ride).

«L’abito che mi assomiglia di più? Bianco, leggero. Alla fine mi piacerebbe essere un fantasma»

Ma in genere mi sento come qualsiasi altra ragazza della mia età, specialmente quando penso a tutto quello che non ho ancora fatto». L’O.: Si dice che ti piaccia raccontare frottole agli autisti di Uber… E.F.: «Ho la patente, ma ho un po’ paura di guidare a Los Angeles, quindi mi servo spesso di Uber. La maggior parte delle volte chi guida non ha idea di chi tu sia, quindi quando si inizia a chiacchierare puoi dire quel che vuoi, fingere di essere chi ti pare. Sono stata una giocatrice di pallavolo professionista, la madre di due bambini, un sacco di vite diverse».L’O.: Se ti chiedessi chi sei in questo momento? E.F.: «Questa collezione di Miu Miu (guarda ciò che indossa) ha un tocco da meccanico-chic: potrei essere una stravagante esperta di automobili o un’impiegata in un’officina. È quello che adoro delle collezioni di Miu Miu, sembrano adatte a un set cinematografico».L’O.: Quale capo ti somiglia di più? E.F.: «Un abito bianco, leggero. Penso che sia il vestito che visualizzano i miei amici quando pensano a me. Sono già piuttosto pallida di mio. Alla «L’abito che mi assomiglia di più? Bianco, leggero.Alla fine mi piacerebbe

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«Ero una bambina stranissima. Portavo occhiali dalla montatura enorme, rosso brillante, li adoravo»

essere un fantasma» Cover story 158 fine mi piace sembrare un fantasma»L’O.: Ne “L’inganno” di Sofia Coppola interpreti il ruolo della bad girl, è un aspetto della tua personalità che volevi mostrare al pubblico? E.F.: «Conosco Sofia da quando avevo undici anni, in un certo senso mi ha visto crescere. Quando mi ha scritto per parlarmi del film, mi ha confidato di essere molto eccitata dall’idea di affidarmi il ruolo di una ragazzina pestifera. È stato divertente interpretare quel personaggio, entrambe arrossivamo durante le riprese di certe scene, ma passatol’imbarazzo finivamo per scoppiare a ridere».L’O.: La troupe de “L’inganno” era composta quasi esclusivamente da donne, e in seguito ti ha diretto Mélanie Laurent (nel film “Galveston”, in uscita nel 2018): è stata una scelta consapevole? E.F.: «No, ma ne sono felice. Nelle troupe cinematografiche le donne scarseggiano, ce ne vorrebbero di più, noi donne abbiamo una visione della vita differente da quella maschile, sarebbe bene riuscire a mostrarla più spesso sullo schermo. Credo ci sia un gran bisogno di film che sianodi ispirazione anche per le bambine, che presentino figure femminili forti e complesse, donne che possiedano più di una dimensione».

E.F.: «No, ma ne sono felice. Nelle troupe cinematografiche le donne scarseggiano, ce ne vorrebbero di più, noi donne abbiamo una visione della vita differente da quella maschile, sarebbe bene riuscire a mostrarla più spesso sullo schermo. Credo ci sia un gran bisogno di film che siano di ispirazione anche per le bambine, che presentino figure femminili forti e complesse, donne che possiedano più di una dimensione». L’O.: Riesci a destreggiarti tra progetti artistici e ingaggi pubblicitari, come fai a trovare l’equilibrio? E.F.: «Penso che i social network abbiano cambiato le regole, ora le attrici possono mostrare con disinvoltura il proprio interesse per cose diverse dal cinema, come la moda. Ho sempre amato i vestiti, da bambina ero ossessionata dall’abbigliamento, dagli accostamenti di capi disparati. Mia madre mi lasciava sperimentare e indossare tutto ciò che volevo, anche le cose più strane». L’O.: Eri una bambina strana? E.F.: «Ero una bambina stranissima (ride). Ero costretta a portare gli occhiali perché senza non vedevo niente, quindi sceglievo i modelli più folli. Ne avevo un paio enormi dalla montatura rosso brillante. Mi prendevano tutti in giro, ma adoravo quegli occhiali».

Foto Mathieu Cesar 

Styling Vanessa Bellugeon 

Stylist gioielli Emily Minchella

 Hair stylist David Bariebi

 Make up artist Gina Kane

Assistente fotografo Jean-Patrick Simonetti

 Assistente stylist Gabriela Cambero

Abito in crêpe ricamato con borchie, tuta di denim e orecchini in plexiglass, tutto Miu Miu.

Cappotto di seta mikado stampata e colletto ricamato, tuta in popeline di cotone stampato e orecchini in plexiglass, tutto Miu Miu

Cappotto principe di Galles di lana, tuta in taffettà stampa vichy, colletto ricamato e cintura di tela, Miu Miu. Collana “Archimède”in oro bianco, brillanti, diamanti baguette e taglio a pera, spinelli e opale cabochon, Van Cleef e Arpels.

Giacca di pelle stampata, tuta in crêpe de chine ricamata con borchie, Miu Miu. Collana “Palmyre” in oro bianco e diamanti, Van Cleef e Arpels.

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