Milano, settembre 2017.
Disco di platino per l’album “Gentleman”, a soli pochi mesi dalla sua uscita, dischi d’oro per i singoli “Trinità”, “Milionario”, “Scarafaggio” e “Relaxxx”.
Guè è cresciuto, è maturato, è diventato un vero gentleman e ora offre il suo sguardo verso il mondo della musica in Italia, trattando temi capitali dell’hip hop, temi di attualità e trovando anche spazio per amori sbagliati e sentimenti.
Il disco è intenso, carico di mille sfaccettature e ospita tantissimi guest, da Enzo Avitabile a Sfera Ebbasta, passando per Dark Polo Gang e Don Joe. Un’esplosione di sonorità che indaga e prende ispirazione dalle esperienze negative della vita di Guè Pequeno: incassate, somatizzate, trasformate in musica.
L’Officiel: “Ciao! Ci racconti del tuo percorso musicale?”
Guè Pequeno: “E’ uno scherzo?” (ride)
L’Officiel: “Quali sono gli artisti, italiani e non, ai quali sei maggiormente legato?”
Guè Pequeno: “Bob Marley, tutto il rap east coast della golden age, Sade, il rock progressive italiano, tutta la musica reggae, tutto il latin urban.”
L’Officiel: “Al momento cosa troviamo nella tua playlist?”
Guè Pequeno: “Latin trap, classici pop italiani, metallica ... di tutto.”
L’Officiel: “Raccontaci del tuo legame con la moda.”
Guè Pequeno: “Sono un vero entusiasta dello streetwear e sportswear da piazza prima che tutto ciò diventasse alta moda. Per intenderci avevo Fila senza Gosha Rubchinsky. Non sono quasi mai cascato nello streetwear venduto a 700 euro a maglietta, anche se rispetto e indosso marchi come County Of Milan, ad esempio. Mi sono sempre piaciuti i grandi designer lussuosi più tradizionali. In generale non impazzisco per farmi tutte le sfilate possibili, nemmeno troppo per le modelle.”
L’Officiel: “Da cosa sei ispirato?”
Guè Pequeno: “La metropoli, la vita, l’amore, e l'odio ... la strada più sporca e l'attico più lussuoso.”
L’Officiel: “Quanto c’è di Cosimo nei testi di “Gentleman”?”
Guè Pequeno: “Abbastanza, direi che non è il disco più introspettivo e personale che ho fatto.”
L’Officiel: “Cosa rappresenta per te, oggi, il rap? Quanto ti ha dato?”
Guè Pequeno: “Mi ha reso benestante, mi ha fatto girare il mondo ad esempio... penso che basti.”
L’Officiel: “Tre artisti da tener d’occhio nella scena italiana, a prescindere dal genere.”
Guè Pequeno: “Dark Polo Gang.”
L’Officiel: “Gentleman”, il tuo ultimo e pluripremiato disco, è ricco di influenze musicali. Com’è nato?
Guè Pequeno: “Ho esorcizzato delle esperienze di vita negative ed ho messo tutto nella musica, ho scritto quasi tutto fuori dall’Italia."
L’Officiel: “Club Dogo: cosa pensi dell’eredità che avete lasciato alle nuove generazioni?”
Guè Pequeno: “Siamo i padri spirituali di tutta la nuova scena, la cosa buona è che nella poetica e nei contenuti e nell’estetica abbiamo trasmesso, vero o fake che sia, un sentimento street.”
L’Officiel: “Potendo fare dei featuring con 3 designer (moda) italiani quali sceglieresti? Perchè?"
Guè Pequeno: “Nessuno perché so per esperienza che i grossi designer italiani non danno quasi mai vestiti, anzi, a volte si oppongono proprio a collaborare coi rapper italiani. Per esempio mi spiegheranno come mai Gucci vestono e portano alla sfilata i Baustelle, sono sicuro che non gli hanno fatto vendere un capo. Io ho sempre comprato i grossi brand italiani e sempre li comprerò anche se gli sto sul c***o e non mi regalano niente!” (ride)