Fashion

Abstract Nature: Lauren Luloff racconta la collaborazione con Sportmax

L'arte di Lauren Luloff si unisce al progetto Sportmax Denim Culture nella capsule collection intitolata Garden Colours, una collezione in cui l’immaginario pittorico e i paesaggi astratti prendono vita sui corpi

person human plant vegetation tree

Le sue opere sono esposte in istituzioni e gallerie prestigiose, come il Queens Museum, la Marlborough Gallery e The Hole a New York. «Da sempre la natura è una grande ispirazione. In questo momento le finestre del mio nuovo studio si affacciano sulla costa di Lubec nel Maine e posso guardare la luce che cambia ogni giorno riflessa sull’acqua e sulla città. I colori e le atmosfere cambiano e l’umore della stagione si manifesta anche nei miei dipinti», spiega l'artista Lauren Luloff, originaria di Dover, classe 1980 e protagonista della settima edizione del progetto di Sportmax Denim Culture. «Mi sono innamorata dell’idea di dipingere qualcosa che sarebbe stato sorretto da un corpo e sarebbe stato attivato dal movimento in alcune parti. È la prima volta che lavoro con una maison di moda e mi piace immaginare le persone che camminano per strada con addosso i capi che ho elaborato, in qualche modo è come trasportare parte dei paesaggi in cui vivo nelle grandi città». I colori della collezione “Garden Colours” vengono trasferiti su T-shirt dal taglio aderente, capi oversize con maniche a kimono, felpe dall’allure urban, abiti smanicati, top a bustier, gonna a tubo e gli intramontabili jeans a cinque tasche perché: «Il denim è fondamentale! Indosso quasi sempre jeans, perché trascorro molto tempo in studio e voglio capi comodi che posso anche macchiare. Quando esco porto per lo più abiti in seta dipinta che realizzo io stessa. Il mio capo preferito della capsule è l’abito camicia con maniche lunghe; nasce da uno dei miei primi dipinti dell’acero di fronte all’acqua blu. Ho dipinto quella scena più e più volte e sono entusiasta dei colori ricchi e dell’astrazione delle righe». Lauren Luloff è ossessionata dalla natura ma anche dall’evolversi delle opere d’arte di colleghi come Julia Bland, Ilse Murdock, Dona Nelson, Molly Zuckerman Hartung, Rebecca Morris, Claude Viallat e Anke Weyer. «Sono anche una grande fan di Alan Shields, Claude Monet e Pierre Bonnard, ma quando sono nel mio studio entro in connessione con me stessa e non penso ad altri artisti. Il mio lavoro si costruisce attraverso l’utilizzo dei dettagli, del ritmo e della ripetizione, affiancato alla mia continua esplorazione sui modelli. Mi sento fortunata ad essere un’artista, amo smuovere le emozioni e creare materiali come riflesso del mondo che mi circonda. Io dico sempre che ho i dipinti “sulla punta della lingua”, sempre più righe, sempre più cucito e sempre più stratificazioni, adesso ad esempio sto lavorando a un lotto di dipinti su seta».

Tags

Articoli consigliati