#TalkingWith Grazia Malagoli designer di Sportmax
“Dice bene Olivier Saillard che c’è una poesia del quotidiano che rifugge la stravaganza e l’eccentricità. Mantenersi per 50 anni su questa sottile linea di confine, collaborando con tanti creativi diversi, cercando di fare una ricerca che non fosse fine a se stessa è stata davvero un’impresa di cui siamo orgogliosi”. Con queste parole, Luigi Maramotti, Con queste parole, Luigi Maramotti, Chairman di Max Mara Srl, racconta Sportmax, il marchio di moda femminile nato nel 1969 da una fortunata intuizione di suo padre Achille. Una storia di successo alla quale hanno preso parte numerosi creativi dello stile e dell’immagine, da Nanni Strada a Jean-Charles de Castelbajac, da Odile Lançon a Guy Paulin che hanno contribuito a definire l’estetica del marchio. Oggi, sotto la guida creativa di Grazia Malagoli, Sportmax continua a proporre collezioni sempre all’avanguardia, con uno stile contemporaneo, ricercato e sempre attuale, e festeggia i suoi cinquanta anni di storia con un new tailoring al femminile, che guarda dritto al futuro.
Sportmax festeggia 50 anni. Che cosa significa essere direttore creativo di un marchio con una storia cosi importante alle spalle?
E’ una grande soddisfazione. Sono molto orgogliosa di questo traguardo perché la storia di Sportmax, dopotutto, è anche la mia. Ho percorso 37 anni insieme a questo brand che, sin dall’inizio, mi ha dato una grande responsabilità affidandomi una collezione che già sfilava a Milano e che godeva di una certa notorietà. Non è stato un percorso facile, ma se mi guardo indietro sono molto felice. Tutte le esperienze accumulate negli anni hanno contributo a forgiare il mio percorso professionale e oggi, quelle esperienze rappresentano una ricchezza inestimabile da cui attingo costantemente.
Per questo anniversario, hai creato una collezione ad hoc. Ci dai qualche dettaglio in più?
Per creare la Sportmax Anniversary Capsule Collection, siamo partiti dai nostri archivi, ripercorrendo tutte le tappe che hanno caratterizzato la storia del brand scandita dall'alternarsi di grandi designer, come Castelbajac che ha dato un contributo fondamentale. L'impuntura sfumata - che Sportmax aveva introdotto negli anni 60 grazie all'utilizzo della macchina da cucire Rimoldi - è il fil rouge di questa capsule che oggi viene ripresa in una versione contemporanea ed applicata a tessuti più preziosi come cashmere e seta. E poi ancora il trench, nostro pezzo iconico per eccellenza, che in questa collezione, ha un ruolo da vero protagonista.
Dal punto divista creativo, cosa ti ispira?
La mia immaginazione è aperta a qualsiasi stimolo esterno. Si può accendere partendo dalla pagina di una rivista, dopo aver visto un bel film o aver visitato un museo cosi come davanti a un'opera d'arte. Amo il design, la ricerca delle forme, la ricerca dei materiali tecnici e innovativi.
Cosa, invece, ti fa sognare?
I viaggi, che siano di lavoro o di piacere. Sono un’instancabile viaggiatrice, amo l'esperienza del viaggio in generale, e ogni volta che parto, cerco di trasformarla in qualcosa di veramente autentico.
Cosa pensi delle donne di oggi? E quali consigli di stile daresti loro?
La vita delle donne nel tempo si è complicata: se prima la donna era concentrata sulla famiglia e su se stessa, oggi è anche molto impegnata sul lavoro. Le donne oggi hanno uno stile di vita dinamico e frenetico, ma al tempo stesso, sono anche orgogliose dei risultati e delle posizioni di rilievo che raggiungono grazie alle loro passioni. L’importante è continuare a essere se stesse e seguire la propria strada. Per quanto riguarda l'abbigliamento credo che sia necessario cercare il perfetto equilibrio affinché siano adeguate, ma anche libere e disinvolte.
Chi consideri la tua musa/icona di stile?
Tutte le donne che con la loro personalità e le loro passioni sono riuscite a trasmettere dei valori nella vita. Alicia Vikander - attrice e produttrice cinematografica svedese - potrebbe essere una di loro.
Qual è la tua opinione sullo stato attuale dell'industria della moda?
Oggi siamo tutti molto sensibili a quello che sta succedendo al nostro pianeta, ma le soluzioni e le risposte dal punto di vista industriale sono molto complesse e spesso contraddittorie, quando in realtà dovrebbero essere chiare e precise. Credo che l'informazione e la comunicazione dei nostri giorni abbiano tolto la sensibilità con cui venivano fatte le cose una volta. Il fatto che oggi sia sempre tutto calcolato non sempre porta a buoni risultati. Proprio in questi giorni abbiamo capito che tutti siamo legati da un sottile filo invisibile e che dobbiamo muoverci insieme e non in maniera individuale.
Oggi, molti marchi di moda propongono collezioni genderless. Che cosa pensi della fluidità di genere?
La moda è sempre stata espressione di mentalità aperta, quindi occorre cercare di dare delle risposte basate su un'estetica credibile che non sia però, ridicola o estrema.
Qual è il tuo primo ricordo legato alla moda?
Le sfilate francesi a Parigi nel decennio 70-80: erano gli anni in cui la moda è esplosa e gli stilisti avevano una grande personalità e raccontavano un'individualità attraverso le loro creazioni. E' stato un periodo di scoperta e di stimolo che mi ha permesso di capire meglio la moda e come muovermi in determinati spazi. Mi vengono in mente le sfilate dei giapponesi Yamamoto e Comme des Garçons che sono state per me illuminanti per la loro capacità di esprimersi attraverso i materiali e per l'assenza di limiti alla creatività che trasmettevano. L’ironia di Gaultier, la femminilità di Montana, Mugler e Alaia mi sono rimaste impresse nella mente.
Quale storia vuoi raccontare attraverso i tuoi abiti?
La storia di una donna vera, concreta dotata di forte personalità e che ama vestirsi in modo interessante. Attraverso i suoi abiti esprime carattere, forza e coraggio. Gli abiti Sportmax aiutano la donna in questo percorso accompagnandola sul lavoro e nella vita privata. La rendono forte e sicura, sempre con un tocco di femminilità.