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Le Patou Bag: la prima borsa green

La Maison francese lancia il suo primo modello di borsa in pelle "sleeping" ovvero con pelle fine serie. Disponibile in poche quantità e colori, la borsa a tracolla gioca sulle geometrie, le assimmetrie e si distingue per un'iconica chiusura a forma di P, che sta per Patou. L'Officiel Italia incontra Guillaume Henry, Direttore Creativo del brand

Le Patou Bag
Le Patou Bag

Alla guida di Patou dal 2018, Guillaume Henry ha riportato alla ribalta una delle più antiche e storiche Maison francesi, quella di Jean Patou, ora conosciuta semplicemente con 'Patou'. Un lusso discreto, raffinato e per nulla polveroso, capace di attrarre un target ampio, da un pubblico giovane a quello più adulto. Senza aver mai spinto l'accento sugli accessori, ecco che durante la pandemia arriva l'intuizione e il tempo necessario per pensare alla prima borsa ufficiale della Maison: Le Patou Bag. La novità è, oltre che nel design geometrico della tracolla a mezzaluna con chiusura a forma di P, sopratutto nel materiale: pelle di fine serie.

“È la nostra prima borsa in pelle, realizzata solo con stock di pelle inutilizzata, in edizione limitata e ogni borsa sarà numerata all’interno. Per il primo lancio è disponibile infatti solo in 8 colori, con un prezzo competitivo per essere una luxury bag a tutti gli effetti.” Spiega il Direttore Creativo di Patou Guillaume Henry  svelando anche come, sempre durante il Covid19, si sia fermato a pensare all'incredibile sovraproduzione del sistema modo. Così, oltre ad aver introdotto    tessuti riciclati e riciclabili, cartone organico certificato GOTS, si è impegnato a ridurre gli sprechi al minimo e a realizzare un packaging eco-friendly. Lo slogan a tutti gli effetti potrebbe essere questo “dalla fabbrica all’atelier alle nostre case” continua a spiegare Henry “la pandemia mi ha fatto riflettere sulla quantità di abiti e accessori prodotti, e mi sono detto: Abbiamo bisogno di questa grande quantità di vestiti? Possiamo forse creare in un modo migliore?’”.

La sfida è quella di non perdere l’obiettivo dello stile, rimanere fedeli al marchio e utilizzare i materiali di scarto che a Henry piace definire “sleeping” che dormono in attesa di essere richiamati all’uso, invece di utilizzare il termine “dead”, ovvero morti, quando invece è possibile ridargli una seconda vita. “Non sono un designer di borse, ma ho agito seguendo l'intuito. La borsa per ogni donna è una compagna di avventure, dalla quotidianità al viaggio, dal giorno alla sera, per cui l'unico modello che accontenta un po' tutte è la praticità della tracolla. Daily sì ma anche ideale per le uscite post-ufficio e anche per le serate più formali. La mia donna, come vedete nella campagna, sorride e si diverte, vive la sua vita con entusiasmo, va a yoga, esce con le amiche va in ufficio e Le Patou Bag è sempre con lei".

La griffe parigina è ora di proprietà della LVMH, che l'ha acquisita nel 2018. La nomina di Henry ha confermato la sua capacità di saper reimmaginare e sapientemente rivoluzionare i marchi storici dandogli percorsi e attitudine contemporanea, senza snaturarne l'essenza e la tradizione. Precedentemente è stato responsabile del rilancio di Carven nel 2009, altra Maison parigina, che nelle sue sapienti mani era diventato il brand più amato del momento.

 
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