Fashion

L'arte del saper fare: le baguette Fendi per la capsule Hand in Hand

Rendere omaggio al savoir faire delle regioni italiane, un bene comune da proteggere e tramandare.
Questo lo spirito della capsule di Baguette Fendi, Hand in Hand.

Prima fila da sinistra: borse "Baguette" Umbria, Basilicata, Campania e Molise. Seconda fila da sinistra: borse "Baguette" Abruzzo, Veneto, Lombardia, Calabria. Terza fila da sinistra: borse "Baguette" Marche, Toscana, Liguria, Sardegna, Puglia. Quarta fila da sinistra: borse "Baguette" Sicilia, Valle d'Aosta, Lazio, FENDI.
Prima fila da sinistra: borse "Baguette" Umbria, Basilicata, Campania e Molise. Seconda fila da sinistra: borse "Baguette" Abruzzo, Veneto, Lombardia, Calabria. Terza fila da sinistra: borse "Baguette" Marche, Toscana, Liguria, Sardegna, Puglia. Quarta fila da sinistra: borse "Baguette" Sicilia, Valle d'Aosta, Lazio, FENDI.

Photography OMAR SARTOR

Styling ALESSANDRA FAJA

Platimiro Fiorenza. Questo signore, di Trapani, è iscritto nel registro delle eredità immateriali di Sicilia, dopo che l’UNESCO l’ha nominato Tesoro Umano Vivente in quanto “mastru curaddaru”, ovvero orafo corallaro, tra i più esperti esponenti dell’antica tradizione che, a partire dal XII secolo, lavora il corallo con la tecnica del retroincasso. Alcune delle sue opere sono custodite nei Musei Vaticani di Roma, ma questa volta la sua esperienza si è confrontata con un progetto deci- samente fashion. Platimiro è uno degli artigiani che Fendi ha voluto coinvolgere in Hand in Hand, una capsule collection unica nel suo genere, un omaggio a uno dei più ricchi patri- moni italiani, l’artigianato. La maison è partita da una delle sue icone indiscusse, la borsa Baguette ideata nel 1997 dalla direttrice creativa degli accessori, Silvia Venturini Fendi, e negli anni protagonista di innumerevoli personalizzazioni e varianti. Questa volta però non ha chiamato artisti, designer o figure del beau monde a dare la loro interpretazione. Si è rivolta invece a piccole realtà sparse sul territorio che custodiscono saperi antichi. Nello specifico, è stata fatta una ricerca, regione per regione, con l’intento di valorizzare le incredibili lavorazioni tramandate nei secoli nei diversi punti d’Italia, per mostrare al mondo le capacità della nostra craftsmanship e per sensi- bilizzare il pubblico sull’importanza di non disperdere quelle expertise fuori dall’ordinario. «Il progetto è iniziato con un pri- mo modello realizzato da un maestro toscano che lavora tutto da solo un cuoio vegetale, presentato durante la sfilata dell’AI 2020/21», spiega Venturini Fendi, «e da lì abbiamo deciso di esplorare tutte le regioni italiane. L’obiettivo adesso è quello di selezionare l’eccellenza degli artigiani italiani ancora in attività, per poi espandere la ricerca su scala mondiale». Ecco allora il modello made in Sardegna, dove il collettivo di donne Su Mar- muri, nelle colline di Ulassai, dal 1971 crea tappeti con fibre na- turali su telai manuali per mantenere viva la tecnica di tessitura a pibiones. Oppure si va in Trentino, per il Federkielstickerei, un particolarissimo ricamo su cuoio le cui radici affondano nel Medioevo che richiede lunghi tempi di lavorazione, ottenuto grazie alle penne di coda di pavone. O ancora nelle Marche, culla di una tecnica rinascimentale di intreccio riproposta oggi dalla Bottega Intreccio di Mogliano, utilizzando rami di salice, una pianta tipica della zona e che ogni primavera può fornire solo un quantitativo limitato di materiale. Passando anche per il Friuli Venezia Giulia, nel laboratorio a conduzione fami- liare di Carnica Arte Tessile, specializzato in stoffe jacquard e broccate in lino e cotone risalenti fino al 1700. Ogni artigiano ha prodotto solo venti pezzi di Baguette, lasciando in ognuna la propria firma. La tasca interna di ciascun modello è stata stampata con il nome dell’atelier e del luogo da cui proviene. Accanto c’è invece il logo dorato Fendi Hand in Hand.

Borse "Baguette" Marche, Lombardia, Molise e Valle d'Aosta, FENDI.

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