#FASHIONTRIVIA: La moda nelle serie tv
Gli anni 50 lanciarono nel mondo il fenomeno delle serie tv: era il 1951 e la messa in onda di Lucy and I generò una reazione sorprendente in cui circa dieci milioni di spettatori ogni sera si incollavano allo schermo per seguire le peripezie della protagonista Lucelle Ball. Da quel momento in poi la televisione e i suoi programmi non furono più gli stessi. Storie, personaggi e look si succedettero per anni creando intorno a sé un fan base mozzafiato: i protagonisti divennero celebrità e così anche i loro stili.
La famosissima tata Fran nel telfilm The Nanny (andato in onda dal 1993 al 1999) fu la stilosa regina della tv negli anni 90. Minigonne cortissime, stampe colorate, completi Moschino e vestiti appariscenti (indimenticabile il Paco Rabanne indossato durante l’episodio “ Un affare da dimenticare”), ogni look indossato era firmato, copiato e invidiato da tutti. Gli spettatori rimasero affascinati dal patinato mondo della famiglia Sheffield in cui ogni attore vestiva all’ultima moda (persino la nonna Yetta sfoggia più volte look da urlo, come giaccavento vintage di Versace o un kaftano di Guccy by Tom Ford). A dimostrazione dell’iconicità del telefilm, tutt’oggi Fran riscuote grande successo tant’è che esiste anche un account instagram dedicato a tracciare tutti i suoi outfits (whatfranwewore)
Rimanendo tra i grattacieli della grande Mela, un’altra serie che ha riscosso notevole successo diventando pietra miliare della moda è sicuramente Sex and the City: le avventure delle quattro amiche più famose del mondo, Carrie Samantha Charlotte e Miranda, sono sempre state accompagnate da tacchi a spillo e vestiti firmati. Non c’è look indossato da Carrie (a cominciare dal tutù della sigla iniziale, acquistato dalla costume designer Patricia Field a solo $5 in un mercatino vintage) che non abbia passato la prova del tempo. Il mondo glamour della protagonista che gira per la città in Manolo Blahnik e Oscar de la Renta (come il vestito regalatole da Alexander Petrovsky) ha segnato un’epoca e soprattutto ha catapultato il mondo dell’alta moda nelle case di tutti.
Più giovani, frizzanti e competitive ma sempre gravitanti intorno all'universo dell’elite newyorkese, Gossip Girl è stato il cult degli anni 2000. Con 6 stagioni in cui si sono alternati colpi di scena, grandi feste e amori impossibili, la serie tv che ha lanciato nel mondo di Hollywood Blake Lively, ha regalato look che hanno trasformato i suoi personaggi in icone di moda. Serena Van Der Woodsen fu la beniamina di tutte le it-bag e abiti mozzafiato (come quello dorato di Diane von Furstenberg indossato in occasione di un party a tema Studio 54). Blair Waldfor invece divenne simbolo dell’Upper East Side, con un look preppy inspirato agli anni 60 ed a Audrey Hepburn, la ragazza sembra esser uscita da un catalogo di moda, il suo stile un po’ retrò risulta sempre impeccabile. Non mancano mai cerchietti, calzemaglie (le sue preferite quelle di Falke) e abiti principeschi (Oscar de la Renta firma il voluminoso look indossato a Parigi). Ma non solo il cast femminile fu incoronato quint’essenza newyorkese; anche i protagonisti maschili, fra tutti il dandy Chuck Bass con le scarpe Bottega Veneta e i completi Maison Margiela e Nate Archibald meno stravagante e più corporate chic, ricoprono alla perfezione il ruolo da fashionisti assegnato. Gossip Girl segnò un momento di svolta nel mondo della moda diventando un vero e proprio fenomeno di massa: numerosi designers fecero la fila per apparire anche solo in un episodio mettendo in chiaro il fatto che era la moda la vera protagonista.
Simile ma di anni più recenti, Dynasty (reboot degli anni ’80) in cui i protagonisti sono due ricchissime famiglie americane, è un inno al lusso: Fallon e Sammy Carrington, i due fratelli protagonisti, sfoggiano le ultime tendenze con looks che dimostrano la loro bravura nello sperimentino: dall’animalier firmato Gucci a vestaglie da notte Versace, non esiste un outfit ripetuto due volte.
Ultimissimo invece, il nuovo fenomeno mondiale, firmato Darren Star e Patricia Field, è Emily in Paris con Lily Collins e Philippine Leroy-Beaulieu. I grandi marchi ci sono tutti: da Chanel (il preferito della protagonista) a Louboutin ma anche Ganni (di cui indossa un total look che è diventato sold out in pochissimo) Kenzo e Faith Connection. Tra un pain au chocolat e un bacio romantico con vista sulla Senna, il mondo che circonda Emily è all’ultima moda trasformando anche i personaggi secondari in fashion-influencer: capo di Emily è Sylvie, elegante, carismatica e chich, non rinuncia a spacchi vertiginosi e messa in piega perfetta ( sembra celarsi Carine Roitfeld come inspirazione dietro ai suoi look); tipico look parigino invece per Camille, l’amica che salva Emily da un fioriao scorbutico.
Da citare sicuramente anche The Crown e La regina di scacchi. Il primo porta ad esplorare il dietro le quinte della famiglia reale inglese e soprattutto, con l’arrivo della quarta stagione, il personaggio di Lady Diana. I suoi look più iconici (dalla tuta gialla del giorno in cui incontrò il principe Carlo al vestito rosso indossato per il Royal Opera House del 1982) vengono riprodotti alla perfezione rendendo omaggio anche agli stilisti emergenti che la principessa supportava vestendo le loro creazioni (come Jacque Azagury)
Il secondo invece ambientato tra gli anni 50s e 60s vede la protagonista Beth vestire con abiti classici, eleganti, caldi: nessun colore troppo acceso, nessuna stampa troppo strampalata (il motivo principale dei vestiti è quello degli scacchi)
Ma la moda non è solo femminili, Mad Men, il telefilm con protagonista Don Draper ne è l’esempio perfetto.
Un cast eccezionale per rappresentare lo spietato mondo pubblicitario e la difficile scalata al successo, i costumi nella serie seguono di pari passo l’evoluzione dei personaggi: ecco perché Don inizia la sua storia vestendo banali e semplicissimi completi per poi, man mano che il suo conto in banca aumenta, evolversi in un look che rappresenta il perfetto uomo d’affari americano (fun fact: le camicie furono fatte tutte su misura perché dovevano consentire all’attore, Jon Hamm, di estrarre le numerose sigarette che il protagonista fuma, circa 70 a puntata, velocemente). I dettagli sono quello che fa la differenza in Mad Men: ogni cravatta per esempio è scelta apposta per rispecchiare la personalità di chi la indossa e così anche i colori delle giacche.
Peaky Blinders invece, la serie su una famosa branda criminale di Birmingham, ha rilanciato nel mondo lo stile anni 20. Alessandro Michele stesso affermò che la serie tv fu una grande fonte di ispirazione per lui. Abiti in tweed, baker boy hat e stivaletti, la banda Shelby ha un’eleganza senza tempo (curioso se si pensa che la costumista si è ispirata a mugshot criminali per creare i costumi). Tutti su misura è Keith Watson, famoso sarto inglese che ha realizzato ogni abito.
Per concludere infine, non si possono non citare due telefilm molto diversi tra loro ma che hanno lasciato un forte impatto nel mondo della moda. Il primo è Stranger Things, ambientato negli anni 80s ha rilanciato la moda di quel periodo facendo tornare in voga scrunchies, mullet, Levis (che creò addirittura una linea ispirata alla serie) e il secondo è We Are who We Are, la nuova serie di Guadagnino che veste i suoi protagonisti con uno stile gender fluid e che grazie ad una maglia di Raf Simons e a dei pantaloni di Adidas x Yohji Yamamoto è già diventata virale.