Il nuovo debutto di Romeo Gigli con Alessandro De Benedetti
“Il mio approccio è stato molto istintivo” le parole del nuovo Direttore Creativo e Cloudbusting la sua prima collezione Primavera Estate 2020 di Romeo Gigli.
Romeo Gigli affida l’evoluzione stilistica dello storico brand ad Alessandro De Benedetti. “Nel mio periodo di formazione scolastica Romeo Gigli era il mio idolo” le prime parole del nuovo designer della Maison incaricato a portare avanti l’evoluzione del brand. Un viaggio onirico, un luogo sospeso nell’incanto in cui la donna di Romeo Gigli assume nuove forme. Nella sua prima collezione Spring Summer 2020 c’è il tentativo di reinventare la tecnica del “drapping” che si sviluppa sul corpo in leggerezza, rinnovando anche il fascino della couture e dello sbieco.
Ritorna il DNA di Romeo Gigli che ha definito il decennio degli anni ’90, con una ripresa dall’archivio dei alcuni codici stilistici e estetici: “Nella collezione ho voluto mantenere i colori speziati tra cui i verdi militari e i rosa malva, la leggerezza nei tessuti e il nodo, l’elemento simbolo della Maison”. Le nuvole al tramonto dipingono l’abito a cocoon che profuma ancora di fine ‘800, mentre i drappeggi si liberano sul corpo in armonia svelando la sovrapposizione di strati di chiffon. Cloudbusting è il titolo della collezione zero dal rilancio del brand in cui Alessandro De Benedetti ha deciso di intraprendere un percorso creativo, inseguendo il suo istinto
“Ho scelto di lavorare sui pesi e la caduta del tessuto a manichino. A seconda di come sposti il tessuto e lo punti con dei semplici spilli sul manichino, con sete lavate chiffon morbidissimi e organze leggerissime, si creano delle forme inaspettate e non pensate. Le definirei istintive, queste forme vengono poi annodate dal nodo di Romeo Gigli, il suo simbolo che raccoglie e raggruppa il vestito tagliato in sbieco e costruito direttamente sul manichino”. Alessandro De Benedetti
La nuova campagna per la collezione Spring Summer 2020 cattura l’essenza del brand comunicando la drammaticità della luce e la spontaneità dei soggetti. Gli scatti fotografici visionari di Szilveszter Makó raccontano l’azione prima del movimento, una tensione degli sguardi in cui solo il “Tempo” può irrompere come un racconto di Peter J. Hammond.