Trovarsi a Capalbio, d'estate, al tramonto, è come essere dentro un quadro di Monet. Colori netti ma tenui, che vanno dal bianco all'oro passando per l'arancione e il rosa pallido. Gli stessi colori che si indossano qui, d'estate, dal tramonto in poi. In vacanza a Capalbio si susseguono generazioni - nonni, figli, nipoti. Poi ci sono i locali, molti romani, i milanesi e gli americani wasp. La cosa impressionante è che, pur vestiti in modo completamente diverso, per età e provenienza, tutti obbediscono ad un certo dress code. Capalbio ispira uno specifico armadio estivo, lo suggerisce attraverso le sue campagne brulle e polverose da western, le ville con piscina a sfioro appartate, nascoste nella macchia mediterranea. Lo stile capalbiese, citato sui giornali e nei salotti, per i suoi trascorsi - culla di un certo tipo di sinistra ma anche d'intellettuali di vario genere, è quello radical chic, parola ormai abusata ovunque che, in Italia, solo a Capalbio trova un senso.
Ogni posto nei dintorni di Capalbio ha una sua sottocategoria di stile radical chic. In spiaggia, all'Ultima Spiaggia - leggendario stabilimento balneare con vista sull’Argentario fondato nel 1987 - si possono ammirare kaftani lunghissimi, fino ai piedi, trasparenti con fiori o monocromo, dipende da quanto ci si prende sul serio; capelli raccolti e cappelli extra large. Sotto, rigorosamente costumi interi senza spalline per non rovinare l'abbronzatura - poca, perché meglio rimanere chiare, fa più aristochic - di tutte le sfumature, dell'arancione e del marrone, soprattutto ruggine: il colore capalbiese di questa estate 2019.
Le ragazze osano di più con i colori, costumi damascati, con fiori esotici, turbanti, più camicia bianca da uomo sopra. Con qualche tocco anni Settanta: orecchini di resina colorata, borse di paglia, fermacapelli di legno. Capelli legati in mezze code, spettinati, per sembrare appena alzate nonostante le ore di preparazione.
La sera tutto cambia. Ci sono infinite variazioni di radicalchicchismo. Al Frantoio, centro nevralgico di Capalbio, culla di ogni radical chic che si rispetti, il total white per le signore è un must, si vedono gioielli particolari o schiene scoperte, pochi reggiseni, occhiali da vista tondi con abiti da sera. Senza trucco, il broncio è immancabile. Il senso è: "Stavo leggendo un libro di David Foster Wallace, mi sono messa il primo abito lungo e sono uscita a cena". Lo stile è ricercato ma deve sembrare non studiato: un particolare stonato fa "moda".
Stuoie legate in vita, foulard usati come top, color sacco, tutto quello che ricorda la terra. La natura è un mantra. E lo stile è coordinato con le frasi ricorrenti da dire a cena: "Questo decotto fa passare le borse sotto agli occhi", "Questa centrifuga ti fa brillare i capelli".
Alla Polverosa, altro luogo della movida capalbiese, ci sono più milanesi che romani - se lavori nella moda o nel cinema - vieni qui a fare serata. Gli accostamenti di colori sono più arditi: oro, arancio, fucsia, l'immancabile ruggine. Tagli asimmetrici, accompagnati da fantasie optical. Ci sono ragazze di nobili origini che si mettono maglioni sdruciti - è come se dicessero "Sono superiore, non me ne curo". Se vedono qualcuno vestito troppo "bene", preciso, con colori abbinati, storcono il naso: com'è provinciale.
La Macchia, l'ultimo dei locali aperti nei dintorni, è frequentato dai più giovani. Lo stile radical chic è reinterpretato e diventa simile a quello del Coachella. Hippy californiano. Merletti, molto bianco, abiti traforati con sotto il costume per fare un bagno di notte. I ragazzi se la godono, non gl'interessa di sembrare intellettuali, disinteressati o casualmente perfetti. Fanno vedere che il loro è un look ragionato, di ore di cambi a casa davanti allo specchio.
Ma il luogo dove ammirare davvero lo stile capalbiese sono le feste nelle ville immerse nella campagna. C'è di tutto. Dalle frange portate con stivali da cavallerizza e orecchini oversize per giovani cowgirl radical; agli abiti ampi, lunghi, molto scollati per le signore della politica.
Copricapi, retine, colori che vanno dal beige all'oro: i colori del cielo. Nell'insieme, sembra di stare in una specie di nuvola impalpabile. L'unica cosa che tocca terra sono i piedi. Sempre nudi. Le scarpe con il tacco restano abbandonate, nei prati, in modo mai totalmente casuale.