Anita Caprioli Takes Control
L'attrice italiana Anita Caprioli racconta le tappe fondamentali della sua carriera, il suo rapporto con la moda e le sue prossime uscite sul grande schermo.
Anita Caprioli non ama gli schemi preimpostati e sogna di essere stupita da un film o un ruolo inaspettato lontano dalla sua percezione. «Ho iniziato con il teatro a Milano, poi ho studiato a “L’Ipotesi Cinema” una scuola e società di produzione di Ermanno Olmi e con gli studenti di questa scuola capitava che portavano avanti dei progetti. Di Olmi ricordo ancora il primo incontro, oserei dire poetico, esattamente come i suoi film. Ad un certo punto mi ricordo che sono arrivati i primi provini e iniziai a lavorare anche con Giulio Ciarambino.» racconta l'attrice Anita Caprioli, «Poi è arrivato Denti il film diretto da Gabriele Salvatores in cui ho raccontato un personaggio più grande e complesso». Attualmente si trova a Roma, e aspetta l'uscita del suo nuovo film con la regia di Beniamino Catena intitolato Vera de Verdad.
Quali sono state le tappe più importanti della tua carriera?
Nella mia carriera cinematografica ho iniziato con il personaggio di Mara in ‘Denti’, poi ho lavorato con Marco Pozzi nel film ‘Santa Maradona’, tra l'altro abbiamo appena presentato la versione restaurata in 4K perchè sono già trascorsi 20 anni dalla prima uscita. Lo ricordo come un passaggio importante sia dal punto di vista professionale che umano. Poi mi sono trovata ad affrontare la vera commedia di ‘Ma che colpa abbiamo noi?’ di Carlo Verdone, poi sono arrivati ‘Si può fare’ di Giulio Manfredonia, ‘La guerra di Mario’ di Antonio Capuano in cui ho lavorato anche con Valeria Golino. Per i film in costume ho fatto la serie tv ‘Cime Tempestose’ ispirata ai testi di Emily Brontë e ‘I demoni di San Pietroburgo’ un film che raccontava la storia di Dostoevskij con la regia di Giuliano Montaldo. Un altro incontro interessante è stato quello con Gianni Zanasi per ‘Non pensarci’ che raccontava la storia di una famiglia borderline a Rimini, poi ‘Corpo Celeste’ di Alice Rohrwacher un film che andò a Cannes per una nomination.
Cosa pensi del cinema contemporaneo italiano?
Penso che negli ultimi 10 anni ci sia stata una grande apertura mentale nel raccontare storie diverse con autori e talenti. Sicuramente è un cinema che fatica, ma come tutta la cinematografia in questo momento. A differerenza della cinematografia americana, la nostra è un'industria con un'economia differente. Nonostante questo in Italia dal cinema percepisci sempre un grande desiderio di racconto di nuove storie, c’è una generazione che ha voglia di raccontare nuove storie.
Che metodo segui per recitare?
Per quello che mi riguarda, quando mi avvicino alla lettura di un nuovo ruolo, il mio approccio è istintivo. Studio le caratteristiche del personaggio e la storia, poi seguo le direttive del regista e mi lascio trasportare dal suo punto di vista. Amo lavorare in sinergia con le persone con cui devo costruire una storia.
Se dovessi pensare ai registi con chi ti piacerebbe collaborare?
Sono molto attratta dalle nuove generazioni di registi che hanno voglia di raccontare storie con linguaggi diversi, mi piace molto la sperimentazione e provare a percorrere strade che non sono ancora state tracciate. Più che dei nomi mi piacerebbe confrontarmi con dei registi che propongono delle nuove direzioni.
Quali sono i tuoi attori e attrici di riferimento?
Adesso sto vedendo la serie tv ‘Succession’ e il cast di attori è strabiliante. Ammiro molto Gina Roland è stato un grande riferimento per me.
C’è un genere di film o un ruolo che ti piacerebbe interpretare?
Mi piacerebbe essere stupita da un personaggio che non ho ancora interpretato, trattare un ruolo talmente lontano dal mio immaginario che non l’avrei nemmeno mai pensato. Mi piacerebbe fare anche un film grottesco oppure sopra alle righe.
Sei mai uscita dalla tua comfort zone?
Recentemente ho fatto per la televisione “Sorelle per sempre”, una storia vera di due bambine che vengono scambiate alla nascita. Un avvenimento che risale al Capodanno del 1998 a Mazara del Vallo in Sicilia. In quel film ho raccontato una donna fuori schemi e molto distante dalla mia percezione.
Quali sono i valori ideali che un’attore dovrebbe avere?
Non saprei, bisognerebbe avere la ricetta perfetta ma non ce l’ho… Un attore così come qualsiasi altro lavoratore che utilizza sé stesso per lavorare dovrebbe avere una grande capacità di ascoltare sé stesso ma anche gli altri. Sicuramente una garanzia e una condizione fondamentale per stare in una posizione personale giusta.
Che rapporto hai con la moda?
Non sono una persona che la segue particolarmente, ma sono molto attratta dall’artificio e dalla creatività. La moda si è legata molto a grandi artisti e si sono creati dei grandi connubi. Non c’è solo la creazione dell’abito ma c’è un pensiero ben strutturato anche per la comunicazione e gli eventi, oggi non c’è solo consumismo.
Quali sono i tuoi designer preferiti?
Per L’Officiel ho indossato un abito Burberry di Riccardo Tisci. Ammiro molto il uso approccio, non parliamo solo di un abito o di una silhouette costruita ma c'è qualcosa che va oltre. Nel suo lavoro c’è una connessione con universi artistici differenti e tutto questo viene veicolato con i valori di bellezza, amore e complicità. Dietro all’abito ben cucito e all’idea di consumismo, la moda oggi è ben altro.
Che cosa hai in programma per il futuro?
Da poco è uscito su Sky ‘Ridatemi mia moglie’ con Fabio De Luigi e sulle piattaforme di streaming c’è una serie di Carlo Verdone intitolata ‘Vita da Carlo’. Mentre a Febbraio uscirà ‘Vera de Verdad’ con la regia di Beniamino Catena ed è un film che si avvicina all’argomento degli universi paralleli. Un tema ambizioso quasi fantascientifico ma affrontata con un realismo estremo. In questo film faccio la mamma di una bambina che sparisce, e dopo cinque anni la bambina ritorna con dieci anni di più. Viene trattato il tema della morte come un elemento fondamentale della vita.
Qual è la soddisfazione più grande della tua vita?
Sarò anche banale, ma quando sono rimasta incinta di mia figlia è stato un momento incredibile e difficile da descrivere perché la parola soddisfazione rimane piccola piccola. Tutta la mia dimensione familiare ancora oggi continua ad essere la mia soddisfazione più grande.
Nella vita hai ricevuto candidature per David di Donatello e hai recitato con registi di fama internazionale. Se dovessi tornare indietro nel tempo, che consiglio daresti ad Anita Caprioli per affrontare la vita?
Forse gli consiglierei di prendere alcune situazioni con più disincanto e leggerezza. Spesso all’inizio quando c’è un grande desiderio o passione in ogni ambito, ognuno di noi ha delle aspettative umane e risulta difficile prendere queste situazioni con distacco. Soprattutto quando ti trovi ad intraprendere un nuovo percorso, in quelle circostanze è davvero difficile ritrovare un po’ di sana leggerezza.
Talent Anita Caprioli
Foto Nicola De Rosa
Styling Ulrike Lang
Intervista Simone Vertua
Make up Roman Gasser
Hair Erisson Musella