Fashion

The Next Icon: l'intervista all'attrice Adria Arjona

Per la trentenne attrice portoricana, ambassador di Tiffany & Co., il 2022 è stato decisamente un anno ricco di opportunità, da "Morbius", a "Il padre della sposa" all'ultimo capitolo dell'universo di "Guerre Stellari" ora in streaming su Disney+, "Andor"

Body e pantaloni, LOUIS VUITTON; collana e orecchini "2022 Blue Book Collection", TIFFANY & Co.
Body e pantaloni, LOUIS VUITTON; collana e orecchini "2022 Blue Book Collection", TIFFANY & Co.

TEXT BY Alessandra Codinha

PHOTOGRAPHY Celeste Sloman

STYLING Danielle Goldberg

Per l'attrice portoricana trentenne, ambassador di Tiffany & Co., il 2022 è stato decisamente un anno ricco di opportunità, da "Morbius", il film della Marvel starring Jared Leto, a un riadattamento con cast tutto latino-americano della classica commedia romantica "Il padre della sposa" a una prestigiosa serie di HBO, "Irma Vep" e ora ad "Andor", l'ultimo capitolo di Disney+ dell'universo di "Guerre Stellari". Senza dimenticare i progetti di quest'anno che non sono ancora stati distribuiti, che includono anche un film indie, di cui è produttrice esecutiva, sulla crisi legata all'AIDS a Cuba, "Los Frikis" il molto discusso debutto come regista di Zoë Kravitz, "Pussy Island" e l'ultimo lavoro del pluri-nominato agli Academy Awards Richard Linklater, "Hitman". Quindi l'idea è di dedicarsi a progetti il più possibile diversi tra loro? «Questo è diventato il mio credo», afferma Arjona, «è una sfida? Mi fa andare oltre? Mi spaventa?». E poi c'è la pressione che lei stessa si mette per sgombrare la strada affinché altri attori latino-americani possano essere ciò che vogliono essere, dentro e fuori dallo schermo.

adria arjona indossa tre anelli e orecchini con blazer nero su sfondo marrone
Giacca, PRADA; orecchini e anelli "2022 Blue Book Collection", TIFFANY & Co.

L'OFFICIEL ITALIA: Mi chiedo cosa fai per alleggerire la tensione?
ADRIA ARJONA: Paracadutismo.

LOI: Davvero?
AA: Si, quando qualcosa sta andando da schifo, mi dico: "sai che c’è, la lascio sull’aereo”. Salto fuori e quando atterro sono una persona nuova. È grande, dovresti provarci, io lo faccio un sacco.

LOI: Raccontaci di “Pussy Island”.
AA: Zoë (ndr Kravitz) è davvero cool. È incredibilmente dolce, una regista fantastica. Ho letto il copione e l’ho amato. È un’altra grande esperienza in cui è stato messo insieme un cast e ci siamo tutti trovati così bene. Abbiamo una chat di gruppo che non è stata abbandonata una volta terminate le riprese, chiamata “Pussy Island”. Ogni volta che arriva un messaggio sul mio telefono esce “Pussy Island”. Ieri stavo partecipando a un meeting - uno di quelli seri - , il mio cellulare era sul tavolo e continuava a saltellare: “Pussy Island”, “Pussy Island”, “Pussy Island”, “Pussy Island”.

adria arjona indossa un abito versace in pelle nera con un ritaglio su sfondo marrone
Abito, VERSACE; orecchini "2022 Blue Book Collection", TIFFANY & Co.

LOI: C’è qualche nuovo ruolo che ti piacerebbe davvero interpretare? Tipo, “oddio, voglio che mi chiedano di recitare la parte di una paracadutista?”
AA: Una paracadutista. Si. Voglio un’atleta. Mi affascina la mentalità degli atleti. Ci starebbe qualcosa di un po’ più fisico. Ma penso che stia anche mancando un buon thriller in stile anni ’90, come “Brivido caldo” o “Basic Instinct”. Vorrei tantissimo fare un film su Lolita Lebrón, lo sto sviluppando proprio ora. Era una rivoluzionaria portoricana fottutamente tosta, un personaggio esistito per davvero. Era attiva politicamente negli anni ’50, ed era una donna che non comprendeva la parola “No”.

«Vorrei tantissimo fare un film su Lolita Lebrón, una rivoluzionaria portoricana fottutamente tosta»

LOI: Avverti molta pressione nel rappresentare una attrice latino-americana a Hollywood? È difficile da gestire?
AA: Credo di aver aggiunto questo tipo di pressione da sola. Non credo che esista la pressione, esiste nella mia mente, perché devo fare un buon lavoro per dimostrare al mondo e ai tanti executives che siamo in grado, che siamo sufficientemente smart. Siamo molto più di quanto loro pensano di noi e questo per me è un punto di grande ispirazione. Hollywood ha questo stigma, che c’è solo spazio per un numero determinato di attori latino-americani e ovviamente non è vero. Un atteggiamento del genere crea solo competizione e negatività nella comunità, del tipo “Oh vedo quello che stai facendo: stai cercando di farci a pezzi mentre stiamo facendo carriera”. Questa roba io non la voglio. Voglio invece che ci sia spazio per tutti, siamo qui per restare. Adesso mi innervosisco sempre di più quando la gente mi chiede: “Come ci si sente a essere un’attrice latino-americana in “Guerre Stellari”?”. E rispondo: “Il problema è la tua domanda”. Il problema è che non dovrebbe esserci alcuna differenza. Chiedi a un attore inglese o scozzese che sensazione si prova a essere in “Guerre Stellari”?

foto laterale in bianco e nero di Adria Arjona che indossa guanti, un top aperto sulla schiena e una collana importante
Abito, VALENTINO; collana "2022 Blue Book Collection", TIFFANY & Co.

LOI: Il fatto è che ogni anno questo Paese diventa sempre più globale e composto di etnie e culture differenti, perciò verrebbe da dire che a livello di business avrebbe molto senso formare cast di attori sempre più diversi che interpretano ruoli sempre più diversi.
AA: L’arte ricrea la vita, è ciò che la rende meravigliosa e che ci fa venire voglia di guardarla, di empatizzare. L’unico modo per creare dell’arte che sia veritiera è rispecchiare ciò che vediamo nel mondo. Ci sono molti più colori e sapori nella vita reale che non a Hollywood. Certo dobbiamo applaudire il miglioramento, perché abbiamo una lunga strada da fare, ma invito anche le altre persone a iniziare ad abituarsi. Ho appena visto dei video di “La sirenetta” (un rifacimento in live-action del cartone animato Disney, con l’attrice e musicista nera Halle Bailey) e di come le bambine lo guardano. Ho pianto di gioia perché è questo che fa la rappresentazione. Mette una faccia a quello che le ragazze dal Guatemala o le bambine di Puerto Rico faranno quando vedranno "Guerre Stellari"»

«Vivo nelle mie fantasie, nel mio piccolo mondo fin da bambina e credo che sia da li che ho iniziato a recitare»

LOI: Recitare ti intriga così tanto perchè ti permette di fare un po' di tutto, giusto?
AA: Si. Ho guardato "Ice Princess - Un sogno sul ghiaccio" e mi sono detta: "Voglio essere una pattinatrice!". Ho avuto la fortuna di crescere con un padre del tipo: "Okay, ti faccio fare la lezione di pattinaggio sul ghiaccio". Ho preso lezioni di pattinaggio sul ghiaccio per due settimane e poi: "Mi annoio, voglio essere un'insegnante". Da bambina i miei insegnanti avevano pensato che fossi sorda. Siamo andati dal dottore, mio padre era musicista e il suo udito era parecchio danneggiato da anni di concerti dal vivo. Mio fratello era nella media, normale. Mia mamma pure. Il mio era perfetto. Il dottore disse: "Devo darvi una notizia, lei vi sta ignorando tutti quanti. Vi può sentire, solo che è immersa nella sua immaginazione". E lo faccio ancora. Sono a casa e mio fratello fa: "Adria. Adria. Adria" e io sono da tutt'altra parte. Vivo nelle mie fantasie, nel mio piccolo mondo fin da bambina e credo che sia da li che ho iniziato a recitare, a sentire che quella cosa - la mia immaginazione - esiste. Da li in poi, ho sempre voluto recitare, anche se mio padre diceva: "No, devi studiare".

Tags

Articoli consigliati