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THE ART of home scents with Ginori 1735

Luca Nichetto racconta la genesi de La Compagnia Di Caterina, la collezione di fragranze per lambiente realizzata da Ginori 1735.

Candela La Dama, candela Il Favorito, candelabro L'Amante, candela Il Seguace, diffusore L'Amazzone, portacandela Il Letterato, bruciaincenso Il Frate, Ginori 1735.
Candela La Dama, candela Il Favorito, candelabro L'Amante, candela Il Seguace, diffusore L'Amazzone, portacandela Il Letterato, bruciaincenso Il Frate, Ginori 1735.

La genesi del progetto LCDC - La Compagnia Di Caterina risale a quattro anni fa, quando Annalisa Tani, Brand and Product Director di Ginori 1735, nell’ambito di una strategia di portare l’arte e l’eccellenza nella craftmanship del marchio nel quotidiano intercettando lo stile di vita delle nuove generazioni, pensa a un ingresso nel mondo delle home fragrance. E si rivolge al designer Luca Nichetto: «Non avevo mai progettato oggetti legati alla profumazione d’ambiente. La mia unica esperienza nel mondo della profumeria era consistita nel disegnare un flacone per il mio amico Ben Gorham (il fondatore di Byredo, nda), una limited edition per la sartoria più antica della Scandinavia (dal 2011 Nichetto vive e lavora a Stoccolma, nda). E siccome mi piace indagare molto prima di entrare nella fase creativa di un progetto ho visitato l’azienda e mi sono tuffato nel suo archivio e ho realizzato che Ginori era nata creando repliche di sculture. Fino ad allora io non avevo mai affrontato la forma umana che invece era stato un punto fondamentale di riferimento per Ginori quando ne era stato direttore creativo Gio Ponti. E poiché il marchio è così strettamente legato alla storia fiorentina, cosa di più logico che pensare a Caterina de' Medici, l’italiana che diffuse la moda del profumo in Francia quando vi arrivò nel 1533 per sposare il futuro re Enrico II? Al tempo stesso volevo che la mia Caterina e la sua corte fossero risolutamente contemporanei, nello spirito del “Romeo e Giulietta” interpretato da DiCaprio. L’idea era di creare dei personaggi come per una serie televisiva, dove all’Amazzone, l’Amante, il Letterato, il Frate possono aggiungersene sempre di nuovi».

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Nella prima foto: Portacandele Il Letterato, Ginori 1735. Nella seconda foto: Diffusori L'Amazzone, Ginori 1735

Chi non fa per il momento parte del cast è Caterina stessa: «La porcellana tecnicamente si presta meglio ai tratti maschili, più duri. Ma il vero motivo per cui non c’è (ancora) Caterina è perché mi piace la suspense, l’idea di poterla farla entrare in scena in un momento successivo. In tutto ho disegnato una quarantina di personaggi, Caterina inclusa, costruendoli a partire da estrapolazioni dall’archivio di Ginori, ai cui responsabili chiedevo: “trovatemi 10 uomini con la barba”, per poi scegliere il più adatto. Nella collezione ci sono Giulio Cesare e il David di Michelangelo, cui ho conferito mistero tagliando gli occhi o la bocca in modo che chi se li trova davanti avverta un senso di familiarità ma non li identifichi immediatamente. E ho dato a tutti i volti tratti contemporanei, legati a un’estetica tra Banksy e Jean-Paul Goude». La scelta dei colori è stata ispirata dai componenti delle tre fragranze originarie, Orange Renaissance, Black Stone e Purple Hill, realizzate da Jean Niel, la più antica azienda di profumi francesi fondata nel 1779. L’aggiunta oggi di due nuove fragranze, Amber Lagoon e Musk Road, con la maggior libertà di scelta che comporta, enfatizza ulteriormente l’importanza del concetto di refill, fin dall’inizio uno degli elementi fondanti del progetto, per cui ognuno è libero di accostare all’oggetto preferito la fragranza favorita. «Con la scelta dei colori volevo anche esaltare l’eccellenza di Ginori nella tecnica dell’invetriatura colorata, un particolare bagno della porcellana, un procedimento che le conferisce un aspetto lucido che fa sì che il colore penetri di più in certi punti che in altri», sottolinea Nichetto. «È un processo complesso, che richiede una particolare expertise da parte delle maestranze di cui volevo celebrare il lavoro. Tanto più che io sono di Murano, la mia famiglia ha sempre lavorato nel vetro (lui stesso ha iniziato la sua carriera da Salviati, nda), e in Ginori ho trovato tantissimi punti in comune con la produzione del vetro, perché credo costituiscano entrambi rappresentazioni esemplari di un tipo di manifattura e artigianalità per cui il prodotto italiano non sembra mai fatto in serie».

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Candela La Dama, portacandele Il Letterato, bruciaincenso Il Frate, candela Il Seguace, candela Il Favorito, Ginori 1735.

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