L'Beauty: Florence Pugh volto di Valentino Beauty
L’attrice considerata da Time tra le più influenti della nuova generazione è complice di Pierpaolo Piccioli sul red carpet e nella vita.
Un esordio con “The Falling” che allerta gli addetti ai lavori, seguito da un indie di cui si parla molto e dove lei buca lo schermo con la sua determinazione e i suoi silenzi, “Lady Macbeth”. E poi la candidatura all’Oscar per “Piccole donne” di Greta Gerwig, la frenzy mediatica e sui social per i rapporti sul set di “Don’t Worry Darling” con Harry Styles, l’inevitabile passaggio in una franchise Marvel, il ruolo della psichiatra Jean Tatlock in “Oppenheimer”, l’attesa per “Dune part 2”. Ma a fare di Florence Pugh una delle attrici più rappresentative del momento (è stata anche sulla cover di “Time” come una dei “trailblazers shaping a brighter future”) non è solo il suo talento, ma un’estrema naturalezza nel comunicare sui social, al punto da apparire autentica e divertente anche nelle occasioni più glamorous. Ma anche super tosta, tagliente e sarcastica nel rintuzzare tutti i clichés del body shaming, che la si attacchi sulla silhouette o sulla sua disinvoltura nell’indossare abiti trasparenti (tra i suoi hashtag c’è #fuckingfreethefuckingnipple). Il suo profilo Instagram, iniziato nel 2012, documenta l’evoluzione del suo look, dal no makeup degli esordi a un’immagine sempre più sofisticata, e il suo evidente divertimento nell’esplorare tutto ciò che la moda può offrire a una ragazza ad alta visibilità come lei. Ha indossato Halpern e Rodarte, Harris Reed e Versace, e tanto, tantissimo Valentino, al punto da diventare protagonista per il brand di una delle migliori campagne di Steven Meisel degli ultimi anni. Un legame rafforzato dal suo essere ambassador anche di Valentino Beauty.
L’OFFICIEL ITALIA: Con gli anni sei passata da un trucco effetto nudo a un look estremamente sofisticato, glam con un tocco edgy, fino a sfiorare il punk...
FLORENCE PUGH: Da ragazza mi divertiva che le persone si girassero a guardarmi, grazie a look che, visti in retrospettiva, possono essere stati discutibili. Ora è tutto più curato, grazie a un team in cui ripongo una fiducia assoluta. Alex Babsky è il miglior pittore di volti che conosca, ed è semplicemente fantastico nell’uso dei colori, e Peter Lux, l’hair stylist, è bravissimo.
LOI: Come ti trucchi quando lo fai direttamente tu?
FP: Mi concentro sugli occhi, li faccio più grandi che posso, e cerco di disciplinare delle sopracciglia molto disordinate.
LOI: Il tuo cosmetico Valentino preferito?
FP: Liquirosso, lo uso sulle labbra, sulle guance, sulle palpebre.
LOI: Sei un modello di body positivity...
FP: Sono stata cresciuta da donne molto sicure di sé, che non si sono mai fatte condizionare da pressioni esterne. Il che è estremamente liberatorio. Sono stata sempre consapevole del mio corpo, l’amore per se stessi a volte bisogna imporselo, ma dobbiamo ricordarcene.
LOI: Hai grande complicità con Pierpaolo Piccioli. Come nascono gli abiti che indossi sul red carpet?
FP: Pierpaolo a volte si mette a disegnare direttamente di fronte a me, altre volte ne parliamo e ci diciamo: facciamo qualcosa di magnifico, mi piace molto essere coinvolta nel processo. Mi è successo di piangere a sue sfilate, credo che il suo lavoro sia arte che cammina.
LOI: Quanto sono importanti per te il trucco, l’acconciatura, gli abiti di scena per calarti in un personaggio?
FP: Mi aiutano immensamente. Durante le riprese di “A good person” ho insistito perché il mio personaggio, in una situazione di sofferenza emotiva, si tagliasse i capelli, perché è una delle cose che fa chi sta male. Il taglio era orrendo, ma ha centrato lo scopo.
LOI: Il tuo abito favorito in assoluto?
FP: Direi l’abito lilla di chiffon che ho indossato a luglio alla sfilata della couture di Valentino al castello di Chantilly, per quello che ho fatto indossandolo: ho ballato per ore e mi sono divertita tanto.
LOI: Il tuo colore preferito?
FP: L’azzurro baby. Con Pierpaolo ci concentriamo su colori accesi.