L'arte nella natura
L’inaugurazione di due opere site-specific in piccoli comuni dell’Alta Langa diventa l’occasione per ragionare con Patrizia Sandretto Re Rebaudengo sul ruolo dell’arte nella tutela ambientale e nella lotta allo spopolamento dei borghi.
Sempre più spesso l’arte esce dai musei per animare angoli remoti di mondo. È accaduto con due opere site-specific da poco inaugurate en plein air in Alta Langa a Roddino e Neviglie, due comuni finora inclusi di rado nei giri dei visitatori attratti poco più a valle da esperienze eno-gastronomiche al top. A firmarle sono Hito Steyerl e Liam Gillick per Roddino e Jean-Marie Appriou per Neviglie, ma questi interventi difficilmente avrebbero visto la luce se non avessero fatto parte del progetto “Prospettive/Perspectives”, realizzato con il sostegno del Programma Europeo Interreg Alcotra Italia/Francia 2014-2020, a cui si è aggiunto l’impegno dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero e dell’istituzione del Ministero della Cultura francese di Villa Arson oltre che la piemontesissima Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
L’Officiel Italia: Perché la Fondazione ha partecipato al progetto?
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo: La Fondazione ha svolto un ruolo propositivo, contribuendo alla nascita stessa di Prospettive, attraverso la stesura del concept, la definizione della partnership, l’individuazione delle fonti di finanziamento, la scelta del curatore internazionale, Tom Eccles. Il tutto rispecchia pienamente la filosofia dell’istituzione non profit che ho costituito nel 1995. Da quando, nel 1997, abbiamo inaugurato la nostra prima sede nelle sale di Palazzo Re Rebaudengo a Guarene (poco distante dai due paesi, mentre le altre due sono a Torino e Venezia, ndr), mi sono assunta una responsabilità nei confronti di questo territorio, mettendo in campo l’arte contemporanea come motore di crescita culturale, sociale, turistica.
LOI: Qual è l’aspetto che più l’ha colpita di queste opere?
PSRR: Entrambe offrono una nuova prospettiva, una posizione dalla quale osservare e riscoprire il paesaggio. “The Traveler” di Jean-Marie Appriou è una scultura in alluminio, un veliero lucente che permette al nostro sguardo di salpare, navigando tra le colline che si perdono all’orizzonte come onde del mare. L’opera dona un’atmosfera magica al Belvedere di Neviglie, l’immaginazione si sovrappone al reale e rende tangibile il dialogo tra mito e natura. “The Traveler” congiunge la vista di terra e cielo al pensiero del mare, ci ricorda la sua presenza remota, quando nella notte dei tempi ricopriva gran parte delle colline e pianura piemontese. Anche il wall painting di Hito Steyerl e Liam Gillick a Roddino propone una chiave d’accesso allo scenario circostante. Gli artisti hanno sintetizzato il territorio in una tessitura astratta, un motivo coloratissimo con cui hanno ridipinto i muri esterni di una casa della comunità, aperta come biblioteca, studio medico e bottega-incontro. È un landmark visivamente potente. Ed è l’esito di una riflessione sofisticata sulla rappresentazione attuale del paesaggio, con tutti gli strumenti grafici e di analisi di cui disponiamo.
«I confini tra arte e natura sono confini permeabili, porosi, all’incrocio dei quali i due mondi possono raggiungersi, entrare in contatto, aiutarsi reciprocamente».
LOI: In che senso?
PSRR: Riproduce una visione dall’alto del territorio e del modo in cui è suddiviso e lavorato, riportando nello stesso tempo dati relativi alla densità demografica, alla longevità degli abitanti, alle condizioni climatiche, tradotti in codici associati ai colori. La griglia geometrica appare quindi come una grande pittura astratta che però contiene e custodisce un ritratto collettivo, criptato ma radicato nella realtà del luogo.
LOI: Quali sono i primi feedback?
PSRR: Il dialogo con il territorio nasce prima dell’opera, prima della sua inaugurazione e nei casi migliori prima della sua progettazione. Artisti e curatori hanno dialogato con le comunità, le amministrazioni e le maestranze locali. Per rendere “artistici” e attrattivi dei luoghi con un’opera d’arte e nel rispetto della realtà di quel territorio, abbiamo realizzato un public program rivolto alla comunità locale e degli interventi formativi per i giovani per familiarizzare con i temi e i linguaggi del contemporaneo. I ragazzi sono diventati gli ambasciatori delle opere d’arte, protagonisti del processo creativo, responsabili della divulgazione dei significati e delle storie narrate attraverso di esse.
LOI: Perché contestualizzare un’opera d’arte in un paesaggio naturale?
PSRR: La presenza dell’arte in mezzo alla natura è diventata più familiare grazie ai grandi land-artist di metà ’900 e, soprattutto, è più chiara la funzione che un’opera può svolgere per scoprire, interpretare e valorizzare un luogo. Penso alle parole dei sindaci dei due comuni protagonisti di Prospettive. Corrado Benotto, sindaco di Neviglie, riconosce nella scultura di Appriou la possibilità di incominciare un nuovo racconto sul borgo, intessuto di storia, tradizione e cultura contemporanea; Marco Andriano, sindaco di Roddino, ha posto l’accento sulla novità del wall painting di Gillick e Steyerl, sull’entusiasmo che ha suscitato negli abitanti del paese, sull’attesa delle persone che giungeranno per ammirarlo.
«I lavori contribuiscono a un ragionamento in atto nel territorio, focalizzato sulla distribuzione dei flussi turistici, la Capacità di carico dei borghi, e il contrasto a fenomeni di spopolamento».
LOI: È l’arte ad avere bisogno della natura o viceversa?
PSRR: Più che di bisogno parlerei di alleanza. I confini tra arte e natura sono confini permeabili, porosi, all’incrocio dei quali i due mondi possono raggiungersi, entrare in contatto, aiutarsi reciprocamente.
LOI: Un’opera d’arte aiuta la riflessione sull’inquinamento ambientale?
PSRR: Questi lavori contribuiscono a un ragionamento in atto nel territorio, focalizzato sulla distribuzione dei flussi turistici, sulla capacità di carico dei borghi, sul contrasto ai fenomeni di spopolamento, sulla valorizzazione di tradizioni e saperi locali. Accrescere la mappa delle mete attrattive non è tanto un’operazione di marketing territoriale, quanto una forma di educazione all’attraversamento consapevole e virtuoso dell’ambiente, un territorio che, grazie all’arte contemporanea, appare non più ripiegato sul proprio passato ma capace di comunicarsi nel presente e pronto ad affrontare il futuro.
LOI: Qual è il ruolo dell’arte nella società di oggi?
PSRR: L’arte può rivelarci i punti di forza e le complessità del presente, interpretarlo da nuove angolature fuori dalle narrazioni consuete e farci intravvedere scenari futuri. Dal lavoro delle artiste e degli artisti oggi mi aspetto attitudine alla ricerca, finezza, determinazione, forza, empatia, poeticità.
LOI: C’è un artista del passato che le piacerebbe incontrare?
PSRR: Sono tantissimi gli artisti e forse ancora di più le artiste del passato che sarei felice di incontrare. Abbiamo parlato molto di paesaggio e quindi mi viene in mente Georgia O’Keeffe. Mi metterei in viaggio per andarla a trovare in New Mexico, immaginando una conversazione con lei, sedute nel patio della sua casa ad Abiquiú, dove ha vissuto e lavorato dal 1945 all’anno della scomparsa nel 1986. Nella lingua amerinda, Abiquiú significa “luogo delle ciliegie selvatiche” quel luogo è la sorgente dei suoi grandi dipinti di fiori e di colline. Nel 1926 O’Keeffe scriveva: «Di rado ci si prende il tempo per osservare davvero un fiore. Io li ho dipinti sufficientemente grandi da consentire agli altri di vedere ciò che io vedo».