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Lo sguardo di Pier Paolo Pasolini

Due mostre sul finire del 2022 “Sotto gli occhi del Mondo” a Villa Manin di Codroipo e “Tutto è Santo” a Roma -divisa tra Palazzo delle Esposizioni, Palazzo Barberini e MAXXI - oltre a uno spettacolo al Piccolo Teatro Grassi di Milano, celebrano il lavoro e la vita di Pier Paolo Pasolini, a 100 anni dalla nascita. 

Pier Paolo Pasolini / Archivio fotografico di Dacia Maraini
Pier Paolo Pasolini / Archivio fotografico di Dacia Maraini

Fotografie, giornali d’epoca, libri. E ancora, scritti, dichiarazioni, interviste, video… Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, la mole di materiali messi in mostra è importante, e permette anche a chi non conosce appieno la figura dell’artista, poeta, regista e scrittore, di confrontarsi con uno dei più importanti intellettuali del secolo scorso. Probabilmente – lascia intendere la mostra “Pier Paolo Pasolini. Sotto gli occhi del mondo”, a cura di Silvia Martìn Gutiérrez, che ha luogo a Villa Manin di Passirano di Codroipo fino all’8 gennaio 2023 –, è stato anche l’artista più fotografato del Novecento, come testimoniano gli oltre 170 scatti in mostra, ma anche la quantità di servizi (poco conosciuti) fatti da grandi fotografi stranieri tra cui Richard Avedon, Herbert List, Henri Cartier-Bresson. 

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Alberto Moravia, Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, un'amica e Maria Callas, polaroid dall'Archivio Fotografico di Dacia Maraini.
Nella casa di via Eufrate, Roma, 1963 © Gideon Bachmann/Cinemazero.

Viene ritratto in luoghi (il suo Friuli, le periferie delle città, i continenti inesplorati) o durante incontri e momenti che hanno segnato la sua vita. Insieme a Man Ray, ad esempio, a cui voleva far disegnare il manifesto di “Salò”, o a Stoccolma dove era andato per farsi conoscere nell’ambito del premio Nobel pochi giorni prima di essere ucciso, il 5 marzo del ’75, o nei tanti festival cinematografici che erano per lui un momento di confronto con altri importanti cineasti: Orson Welles, Jean-Luc Godard, Jonas Mekas e Agnès Varda. Non è solo la sua terra d’origine a rendergli un tributo.

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Con la mamma Susanna nella loro casa di via Carini a Roma, 23 maggio 1962, fotografia di Vittorio La Verde © Gerardo Martorelli.
Pier Paolo Pasolini e Laura Betti all'EUR, nel giardino sotto la sua casa di Roma, 1960; © foto di Elisabetta Catalano.

Parallelamente, nella Capitale, inaugura “Pier Paolo Pasolini. Tutto è Santo” – il titolo è ripreso da una frase del saggio Chirone nel film “Medea” ed evoca la sacralità del mondo del sottoproletariato, arcaico e religioso, in conflitto con gli eroi del mondo razionale, laico, borghese –, una esposizione che viene declinata secondo tre direttrici autonome, in tre location differenti. A Palazzo delle Esposizioni (dal 19/10 al 26/2), “Il corpo poetico” parte dall’assunto che nessun poeta, autore, artista sia stato così tanto “corpo e incarnazione della parola” come lui, e ne vuole esplorare la dimensione di autore attraverso oltre 700 materiali originali tra cui tante prime edizioni di libri.

Manifesti funebri imbrattati, Roma 1975, fotografia di Vittorio La Verde © Gerardo Martorelli.

Il libro, incarnazione della parola, occupa infatti la parte più importante: dal sogno adolescenziale di stampare un proprio volume di poesie fino alle raccolte uscite quando la notorietà era stata raggiunta, i suoi scritti rivelano la voglia mai appagata di diffondere i propri pensieri, le angosce, e le visioni in un dialogo ininterrotto con le persone. Parole che nel suo pensare anarchico si trasformano in volti, lingue e dialetti, voci e canti dei popoli del Sud del mondo. La mostra, attraverso una delle sette sezioni in cui è divisa, non dimentica che l’artista fu bersaglio, perché omosessuale, oltre che della magistratura anche di tanta derisione e cattiverie da parte di riviste, cinegiornali e volantini. E ricorda la sua idea del bello, lontana dal consumismo e dalla ripetitività della produzione industriale, nella sezione a cura di Olivier Saillard dedicata ai costumi realizzati dall’artista e artigiano Danilo Donati.

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Totò e Ninetto Davoli in "Uccellacci e uccellini", 1966, foto Divo Cavicchioli © Centro Cinema Città di Cesena.

“Il corpo veggente”, invece, a Palazzo Barberini (dal 28/10 al 15/2), esplora l’ispirazione nell’immaginario artistico e cinematografico pasoliniano, mentre “Il corpo politico” al MAXXI (dal 16/11 al 20/3), restituisce attraverso le voci di 18 artisti contemporanei il lascito dell’impegno politico e sociale, in particolare quello dell’ultimo periodo della sua vita, quando denunciava i pericoli della modernità e della società del consumo. Non sono ancora i tempi della denuncia del declino, invece, quelli che ripercorrono il viaggio intrapreso da Pasolini nel 1959 su una Fiat 1100 lungo le coste italiane agli albori del boom economico. Un viaggio commissionato dalla rivista Successo, cha lo pubblicherà poi in tre puntate, che diviene ora uno spettacolo teatrale e musicale con Sandro Lombardi, Monica Bacelli e Andrea Rebaudengo, sotto l’egida di Federico Tiezzi, in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano. “La lunga strada di sabbia. Il viaggio in Italia di Pier Paolo Pasolini” racconta quello che fu forse uno dei rari momenti di “felicità pasoliniana”.

Canzonette, tributo a Pasolini, copertina di vinile disegnata da Martoz, Bomba Dischi, 2022.
Tilda Swinton, foto Ruediger Glatz, Embodying Pasolini Perfor mance by Tilda Swinton and Olivier Saillard, Mattatoio, Roma, 2021

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