Da sola, sul palco. Lei, un pianoforte, una chitarra elettrica e qualche strumento di amplificazione.
Nella sua tuta shiny gold, le scarpe di qualche stagione fa, i capelli arruffati e liberi (come lei stessa è), Joan Wasser rappresenta quella musica mai gridata e sempre un po’ sussurrata che anche nei momenti più intensi si mantiene a filo di voce.
E quella involontaria somiglianza con Angie Dickinson (attrice protagonista di una serie anni ’70, Police Woman) ha dato il nome al progetto solista che dal 2002 le ha fatto attraversare il mondo: Joan as Police Woman.
Dopo le collaborazioni con Lou Reed, David Sylvian, Sheryl Crow, Dave Gahan, Elton John, Scissor Sisters, Rufus Wainwright e con gli Afterhours (Senza finestra dall’album Hai paura del buio riedito nel 2014), nelle sperimentazioni che oscillano tra il pop, il rock e il jazz, The Classic (2014) è stata la sua ultima produzione.
Definita una delle migliori songwriter americane, Joan Wasser ha visitato l’Italia in cinque date.
Dopo Roma, San Ginesio (MC), Busseto (PR) e Firenze, al Ridotto del Teatro Grande di Brescia l’intimità pulita e sincera degli amori e dei legami di Joan fa intuire perché, forse, quell’esser diventata in modo casuale una “Police Woman” le si addice in modo significativo. Sempre in dialogo con un pubblico attento e fedele, delicatamente impacciata (ma rare volte!) con gli strumenti più moderni che le segnavano il tempo, Joan ha presentato alcuni brani del nuovo album, attualmente in fase di registrazione, senza lesinare sui successi che l’hanno resa celebre.
La durezza di voler essere Police Woman, la morbidezza delle sue forme e dei suoi lineamenti. Il palco, tutto per lei come il pubblico. Il solo tour di Joan Wasser si conclude aprendo una finestra sulle nuove sperimentazioni, sui sound pacati e intensi che l’hanno accompagnata nella sua carriera.
Nata nel Maine, adottata da una coppia nel Connecticut, Joan ha iniziato a studiare pianoforte all'età di sei anni e, due anni dopo, prende le sue prime lezioni di violino che le permetteranno, più tardi di esibirsi in varie orchestre scolastiche tra cui la Boston University Symphony Orchestra. Negli anni novanta nella The Dambuilders inizia ad esplorare percorsi musicali differenti e non limitati al solo utilizzo del violino: aggiungendo parti di chitarra e tastiera nelle registrazioni, cantando nei cori e partecipando come coautrice nella scrittura di diverse canzoni. Inizia così a sviluppare anche un suo personalissimo stile che la porta a farsi un nome nell'ambito del panorama indie rock e a lavorare anche al di fuori del gruppo stesso che, anche a causa di questa sua necessità di espandere i suoi orizzonti musicali, si scioglie poi definitivamente nell'ottobre del 1997. Tra la fine degli anni novanta e il 2002 suona in diversi gruppi ed è da quell’anno che si costituisce la formazione Joan as Policewoman, composta dalla Wasser al violino, tastiera, chitarra e canto, anche Ben Perowsky alla batteria e Rainy Orteca al basso. Il suo album di debutto Real Life (2006) viene premiato due anni dopo agli Independent Music Awards come miglior disco pop rock. Il secondo album To Survive (2008), scritto all'indomani della morte di sua madre, vede arrangiamenti più ricercati, grazie all’inserimento del pianoforte e della sezione archi; nel 2009, alla fine del tour europeo pubblica un album di cover; nel 2011 esce Deep Field, quarto album di Joan as Policewoman, che vede una serie di collaborazioni esterne e l’inserimento di nuovi strumenti come il corno e il clarinetto.