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"Life Line"

Sulla tela che si apre al centro come un libro, Irma Blank dipinge il tempo di un respiro.
home decor canvas linen

Quelli di Irma Blank sembrano quadri di spazi, invece sono (anche) quadri di parole. Parole diverse da quelle che conosciamo, parole nuove o forse primitive, parole non scritte, ma racchiuse in un gesto. È la scrittura il punto di partenza dell’artista nata in Germania, a Celle, nel 1934 e trapiantata in Italia negli anni ‘50.

Nella serie Radical Writings, adesso in mostra a Bologna, sulla tela che si apre al centro come un libro, Irma Blank dipinge il tempo di un respiro. Delinea ogni pennellata letteralmente tutto d’un fiato, e il tratto si stende netto e unico, partendo dal centro in cui il colore è più marcato e sfumando verso l’estremità della tela, dando l’impressione a livello ottico dell’impaginazione di un libro, dell’andamento orizzontale della scrittura. Quello che cambia è il linguaggio che, nella sua arte intrisa di concettualismo, si riduce alla minima essenza, si libera delle lettere e dei segni convenzionali e si fa autonomo, torna impulso primordiale, Ur-form, segno prelinguistico. E si confonde con il tempo, lo racconta e lo racchiude nei limiti di uno spazio conciso, di un gesto che si dispiega sotto forma di colore, ora rosa-violetto ora blu, sulla tela.

P420, I.Blank, installation view Life Line, 2017, Courtesy P420, Bologna (Ph. C. Favero)2.jpg

Dietro all’idea del segno scomponibile che pervade le opere dell’artista si cela la traccia delle neoavanguardie artistiche formatesi nel clima incerto e brulicante del secondo dopoguerra, movimenti che predicavano lo sconvolgimento dell’ordine linguistico. È partendo da questa idea che negli anni ‘60 Irma Blank inizia a riflettere sulle intersezioni tra pittura e scrittura, e dà forma al paradosso di una “scrittura non scritta”, ma esclusivamente visiva. E per questo universale.

I.Blank, Gesetztafel I-VII, 1993, acrilico e olio su tavola_oil and acrylic on board, cm. 231x101x5 (ciascuno_each), Courtesy the artist and P420, Bologna (ph. C. Favero).jpg

Lo studio sulla scrittura inizia con inchiostro, carta e pergamena, e con la serie Eigenschriften (Scritti Personali), in cui l’artista parla di sé senza parole, attraverso quelle che Gillo Dorfles ha definito “scritture asemantiche”, ovvero simboli puri che mimano i caratteri classici, ma sono privati di qualunque significato. Anche nelle Trascrizioni, che arrivano subito dopo, c’è ancora la voglia di ricalcare la tradizione offrendone una versione parallela, quindi la Blank riprende l’impostazione tipografica tipica del libro e riempie le pagine di simboli vuoti, aperti a libera interpretazione. Ma è negli anni ‘80-’90 che Irma Blank si affaccia all’astrattismo, che rappresenterà la forma ultima della sua arte. In Avant-testi, Hyper-Text e Radical Writings l’intento di riecheggiare lo spazio classico della scrittura lascia il posto alla libertà più sfrenata, e gli strumenti diventano tela e colori a olio. Il processo di riduzione della scrittura arriva a compimento e il segno diventa tensione. L’opera di Irma Blank si innalza a “esercizio spirituale”, come lo ha definito lei stessa, atto ascetico in cui l’artista dimentica il mondo e ne mette alla prova i confini.

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I.Blank, Radical Writings, Rosa geatmet, rosa gechrieben, 1987, Courtesy the artist and P420, Bologna (ph. C. Favero)
I.Blank, Radical writings, Schrift-Atem-Bild 3-2-93, 1993, Courtesy the artist and P420, Bologna (ph. C. Favero)
I.Blank, Radical Writings, Exercitium, IV, 22 ott.’93, 1993, Courtesy the artist and P420, Bologna (ph. C. Favero)
I.Blank, Radical Writings, Drawing of breath, 6-8-87, 1987, Courtesy the artist and P420, Bologna (ph. C. Favero)
I.Blank, Radical Writings, One way, 1991, Courtesy the artist and P420, Bologna (ph. C. Favero)

La mostra Irma Blank: Life Line racchiude una selezione di lavori mai presentati al pubblico della serie Radical Writings, insieme ad alcuni lavori recenti totalmente inediti, e si terrà fino al 18 Marzo 2017 alla Galleria P420, a Bologna.

All images courtesy of the artist and P420 Bologna, Ph. C. Favero.

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