Caroline Waker, NIGHT SCENES
CW Con Night Scenes ho voluto esplorare le molteplici possibilità che offrono le infinite variazioni di luce elettrica della notte. Ho sempre amato essere nella città al buio, approfittando dell'opportunità, di guardare nelle case illuminate della gente: un riflettore puntato su una serie di vignette di vite diverse, narrazioni diverse, come la “finestra sul cortile” di Hitchcock.
CLB In mostra da ProjectB, dieci opere a olio, narrano, con rapide pennellate le storie di personaggi che si muovono nella notte: dalle mille luci di Los Angeles, al silenzio immacolato delle montagne nella Repubblica Ceca. Scene notturne vissute al riparo delle pareti domestiche, nella cucina di una casa o en plein air tra un bagno in piscina e una festa in giardino, svelano le insolite relazioni di un mondo femminile, giocando con la pittura, tra realtà e finzione.
CW Il mio interesse nel dipingere donne arriva da lontano: è tutto quello che ho sempre voluto dipingere e osservare fin da quando ero bambina. Non mi sono mai chiesta il perché, fino a quando ho realizzato che tutti i miei quadri preferiti di donne erano dipinti da uomini, e questo significa che stavo quasi sempre osservando un punto di vista estraneo all’universo femminile. Le mie opere si confrontano con questa tradizione della storia dell’arte occidentale che vede le donne solo come soggetti di quadri dipinti da uomini e si chiede se sia possibile invertire la relazione artista, modella.
CLB: Dipingi te stessa?
CW: In un senso più ampio il mio lavoro parla di come costruiamo e viviamo la nostra identità in una società, la nostra, regolato da rigide strutture e lo fa dalla mia posizione di donna. Non dipingo direttamente me stessa ma le mie opere parlano di come mi confronto con il mondo.
CLB: Eppure le figure che si muovono nei tuoi quadri sono così intriganti che si ha l’impressione di spiarle…
CW: Molto della mia opera suggerisce un punto do vista quasi voyeuristico perché sono scene osservate da dietro un albero o attraverso una finestra ma quasi sempre nascosti dal punto di vista di personaggi che non sanno di essere spiati. Lavoro in questo modo fin dalla costruzione delle opere: sia negli shooting con le modelle, sia nelle fotografie più casuali che scatto io stessa come per questa mostra e da cui traggo il materiale per le mie opere.
CLB: Costruisci le tue opere come dei veri e propri stage cinematografici…
CW: Penso al modo in cui dipingo quasi come la costruzione cinematografica della mise-en-scene con i diversi componenti che si incontrano per raccontare una storia: set, personaggi, oggetti di scena e illuminazione. Sono interessato a come la nostra percezione di chi sia un personaggio e la loro situazione cambia a seconda di dove sono raffigurati e a quale ora del giorno. Voglio che i quadri siano come dei fermi immagine, momenti sospesi in qualche continua narrazione di cui non si è mai dato tutti i dettagli o una conclusione.