In treno e in bici in Val Pusteria
Lo spettacolo della Val Pusteria si concreta salendo da Brunico, lasciato il treno a proseguire per Lienz e l'Austria, se si è optato per noleggiare una bicicletta appena usciti dalla stazione in una catena che si chiama Papin, nome di eredità napoleonica anche se sono quasi certo che nessuno lo pronunci più alla francese. Le terrazze dei masi ora diventati hotel di lusso e centri benessere, con ampliamenti che lasciano intatti i nuclei storici, in stile alpino, in legno a vista con tutto il loro décor di elementi tradizionali, sculture di santi, alberi di Natale, animali bonsai, ceppi con sedute solo ammorbidite da puf, ciotole di trucioli, stuben tirolesi... aggiungono pezzetti di Lego contemporaneo che rivisitano il concetto di accoglienza alla luce di influenze scandinave ripensate da interior designer che hanno fatto almeno un viaggio a Manhattan. E allora grande spazio all'essenzialità, alla scelta dei materiali, ai colori severi delle pareti per contrasto coi toni sempre sul chiaro dei parquet, alle soluzioni di un'abitabilità che non rinuncia alla messa in scena, che accoglie ma anche vuole sorprendere, incantare, ai giochi di luce tra i filamenti di lampadine XXL e tendaggi che più che riparare intendono lasciar respirare la luce filtrata dalle vette, incanalata nelle valli, modulata dalle nubi... Si persegue il principio olistico per il quale la somma degli elementi non è il totale ma un di più e e quindi corpo e spirito nelle zone wellness, privacy ed esibizione, discrezione e ostentazione del lusso, funzionalità e design, rombo e manzo affumicato, biologico e show cooking, drink e tisane, sgabelli tirolesi e poltrone di design, morbidi accappatoi e spigolose nudità, chill out e Simon&Garfunkel (ma a sorpresa può uscire un Alan Sorrenti d'annata mentre compulsi la lista dei vini) e forse riuscire là dove gli idiomi hanno fallito, e la politica, e la stolidità della tradizione: dai contrasti può nascere anche un uomo nuovo, un tetragono col vezzo dell'artista.
Le terrazze inquadrano dalle camere da letto, nelle sale ristoranti, panorami in 4k che sono quelli dei maghi della tecnologia alla ricerca ossessiva dell'effetto fantasmagorico, della nitidezza esagerata, dell'occultamento delle scie luminose, dei contrasti calibratissimi, dei neri impeccabili e perdono, irrimediabilmente, per inseguire un'inesistente oggettività, nel colpo d'occhio generale nuance e tocco di pennello: più Hodler, che Altdorfer o Segantini.. Le cime qui, d'autunno, sono spesso apparizioni mistiche, e si va sulla fiducia affidandosi alla parola degli autoctoni e alla cartografia, ma le valli sono ondulate, paciose, percorse da effluvi naturali che sovrastano umanissimi tentativi di ingentilire la campagna, se i boschi sono odorosi e le saune propongono a rotazione il cedro, il sambuco, il bergamotto, la melissa, la zaffata di fieno digerito ed espulso riporta alla concretezza della Natura il turista sbollentato all’aperto nelle piscine a sfioro e shakerato nelle vasche idromassaggio.
Negli hotel luxury va molto invece il concetto di show bathing, infatti le docce in camera sono sempre a vista, o sono separate dal coin lit da una vetrata quando non c'è dietro la testiera, dove alloggia l'idromassaggio, una nicchia in plexiglas tipo passavivande, così chi si lava si esibisce per chi fa finta di leggere o guardare la tivù in attesa del cambio turno.
A scuola le classi sono ancora divise, i tedeschi con i tedeschi, gli italiani con gli italiani. La seconda lingua è per ognuno delle due quella che non si parla in famiglia. La comunicazione di base è garantita, in attesa che le prossime generazioni risolvano ogni problema traducendosi a vicenda nell’inglese. Il doppio è vissuto dalla nascita, istituzionalizzato a scuola, sottolineato dalla segnaletica (solo il comune di Lana è Lana e basta e libera tutti), sancito dal principio della proporzionale etnica con la quale si spartiscono i posti pubblici tra le comunità. Pirandello complicato da Pessoa, nel gioco delle identità, perché non si è solo italiani di lingua tedesca o tedeschi di nazionalità italiana, bisogna fare i conti anche con i ladini e nel pallottoliere della globalizzazione con la babele dei nuovi immigrati. Non bisogna essere Magris che legge Benigar per sapere che Storia e Geografia “sono creatrici di confini che talora si contraddicono”.
Da San Lorenzo di Sebato-St. Lorenzen, carico la bici sul treno e scendo a San Candido-Innichen in Alta Pusteria. La valle digrada dolcemente nel percorso che fiancheggia la tratta ferrata, tra prati ancora verdissimi e il foliage arancio, bruno e giallo dei faggi, dei tigli, dei larici, dei cembri, delle forsizie, dei frassini punteggiati dal rosso delle bacche del sambuco. Ogni tanto dalla foschia che spiove a valle spuntano le scaglie dolomitiche della Rocca Baranci, laddove in Oriente avrebbero visto schiene di draghi qui immaginano un gigante che dorme. E nei pascoli accanto alla mucche fanno capolino alpaca e dromedari. Se la montagna è per George Simmel rappresentazione dell'assoluto, “col suo anelare ultratterreno”, e il mare, in perenne movimento, il simbolo della vita, la Val Pusteria addolcisce i contrasti nell'ampiezza degli spazi, rimette in circolo il silenzio, e lo sguardo si appaga piuttosto nell'osservazione della dolcezza delle colline, non si ha mai l'impressione del drammatico e del sublime, le stesse montagne sono rimodellate dalla luce in grigio verde e rosa come marmi di cattedrali, la calma accettazione di un orizzonte in movimento, armonioso come la danza che una maestra di sauna fa con l'asciugamano spargendo nell'aria, unico caso in cui l'artista è vestita e il pubblico nudo, vapori aromatici: i ghiacci rimangono alti, distanti anche quando sono visibili, e lontano è il pensiero che siamo tutti soltanto neve su pietre roventi.
Se non si potrà sciare, quest'inverno pieno di incognite, in Val Pusteria si programmano attività alternative: se in Romagna sono famosi per aver costruito un'accoglienza anche a dispetto del mare, i pusteresi-pustertaler non sono da meno con i monti. Il culto del benessere ha radici storiche, e più che masi gli hotel sono vere e proprie spa con camere annesse: i percorsi hanno orari e lezioni, il relax presuppone impegno più che favorire l'ozio. Il momento più ludico attende gli ospiti la sera nelle sale ristoranti, quando a tavola ci si toglie la mascherina e si indovina a chi appartengono quei corpi nudi deambulanti tra un lettino e una panca di legno e ora vestiti per la cena. Oggi c'è una grande ricerca anche sul cibo e sui piaceri della tavola, il canederlo e lo strudel temono per il loro regno traballante, la tradizione se va bene è rivisitata da hipster chef che hanno fatto il Grand Tour nelle cucine europee. D'altronde, tutto questo eliminare tossine, spurgare pori, purificare alveoli produce come risultato un grande appetito: più che in peso forma, si esce rinfrancati nello spirito. E se si trova il tempo per uscire, fuori dallo sfioro delle piscine all'aperto, ad aspettare ci sono boschi per passeggiare, campi da golf, sentieri da percorrere a cavallo, erbe da conoscere e da raccogliere, alberi da abbracciare. E i boschi non hanno confini.
LE 8 MOSSE VINCENTI
Per soggiornare: il nuovissimo Milla Montis a Maranza (hotel-milla-montis.com) è un design hotel che offre riposo e benessere, e una cucina attentissima alle ultime tendenze: distante quel che basta dai luoghi più affollati, una coccola per chi ama i dettagli cool, consigliato per giovani coppie e amanti con cuori da riscaldare; a San Lorenzo di Sebato, l’Hotel Winkler Sport&Spa (winklerhotels.com/it/) è da sempre il punto di riferimento per Plan de Corones: un resort che al nucleo storico ha aggiunto un’area di carattere internazionale: esclusività e un team formidabile, dalla spa al ristorante, che mette in scena il meglio della tradizione altoatesina, è la soluzione ideale per una luxury vacanza in famiglia.
Per rilassarsi: il Tratterhof di Maranza-Rio Pusteria (tratterhof.com/it) prima che un mountain sky hotel di stampo tradizionale è un centro benessere di 3500 mq, un satellite a 1500 m di altezza con un’area Spa che regala un’esperienza mistica ai patiti del relax con le sue 8 diverse saune, una grande pool outdoor con zona idromassaggio, sale riposo e una vasca ad acqua fredda con cascata. Si propone anche come Day spa.
Per assaporare: a Brunico, l’Enotheque K.Bernardi ha una corte deliziosa sul fiume Rienza dove assaporare piatti della tradizione con speck e delicatessen dell’omonima macelleria.
Per degustare: uno spritz originale al sapore di bergamotto, col rosolio Italicus di Pernod Ricard creato da Giuseppe Gallo, mixology di fama ed esperto di liquoristica.
Il must-have in valigia: il rasoio SERIES 7 di Braun è il compagno di viaggio ideale per una barba sempre in ordine. Una rivoluzionaria testina Flex a 360° e gli accessori per la rifinitura corpo e non sfigurerete tra una sauna e una pool.
Il jolly: per una pausa energetica tra una pedalata e l’altra, una delle nuovissime tavolette di cioccolato M&M’s a scelta tra 4 gusti: arachidi, nocciole, riso soffiato e choco.
Per ricordare: la fragranza ambrata Agathis Amber della nuova Collezione Skyline di Locherber Milano ha note pungenti di bergamotto che vi rimanderanno con la mente alla vacanza trascorsa. In diffusore, ma anche candele, sacchettino per armadi e eau de parfum.
Per approfondire: A. Banda Due mondi e io vengo dall'altro (Il Sudtirolo, detto anche Alto Adige), Laterza.