Hommes

Riccardo De Rinaldis, «Mameli» e come le parole possono cambiare la storia

La mini serie-tv Rai di cui è stato protagonista ha avuto un successo clamoroso. E ci ha fatto (ri)scoprire un personaggio fondamentale della nostra storia. Riccardo De Rinaldis ci racconta il «suo» Goffredo Mameli, che, come lui, era un inguaribile romantico. 

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Camicia e pantaloni, EMPORIO ARMANI

Photography MASSIMILIANO GALLUS 
Styling GARIGLIANO
Text by ALESSANDRO VIAPIANA

Quando muore, nel 1849, Goffredo Mameli ha poco più che 21 anni. Poeta, patriota, amico fraterno di Nino Bixio e ammirato da Giuseppe Garibaldi, a 18 anni scrive  il “Canto degli Italiani”. O come verrà poi chiamato popolarmente l’”Inno di Mameli". Una canzone avversata dai Savoia, prima, e dal regime fascista, poi. Troppo rivoluzionaria e di chiaro stampo repubblicano. 

Tuttavia la canzone raggiunge sin da subito ogni parte d'Italia. Al suo debutto, il 10 dicembre 1847, la folla che la intona conta di trentamila persone. Siamo a Genova, sul piazzale del santuario di Nostra Signora di Loreto. Una manifestazione politica mascherata da cerimonia religiosa per aggirare i divieti. “Fratelli d’Italia” è cantato in occasione del centenario della rivolta genovese contro gli occupanti asburgiciÈ l’alba della cosiddetta “Primavera dei Popoli”. Dalle città italiane parte un’onda che travoge le nazioni europee e che getta le basi per le democrazie contemporanee. In questo clima politico, Goffredo Mameli si ritrova a vivere le prime esperienze sentimentali e a dover lottare per i suoi ideali. 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - che da sempre sprona i giovani al mettersi in gioco attivamente nella vita democratica del Paese -, ha elogiato pubblicamente il lavoro di Riccardo De Rinaldis. Che di anni ne ha 24 ed è al suo primo ruolo da protagonista.

La mini serie in 4 puntate “Mameli - il ragazzo che sognò l’Italia”, presentata sul palco del Festival di Sanremo e andata in onda a metà febbraio su Rai1, è stata un successo: 4.247.000 spettatori e il 23.5% di share per la prima puntata. Sguardo profondo, capelli ricci, una passione che traspare a ogni parola, Riccardo De Rinaldis ci ha raccontato il suo amore per la recitazione e di come si sia da subito innamorato del personaggio di Goffredo. Che come lui è un’ inguaribile romantico, ci dice.

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Giacca e pantaloni, MSGM

LOI: Da dove vieni?
RDR: Sono nato e cresciuto a Pavia. Però abito a Roma da due anni. 

LOI: Com'è stato calcare il palco di Sanremo?
RDR: È stato molto emozionante, ma avevo molta ansia…

LOI: Beh è normale, no? 
RDR: Si, il festival è preparato al minimo dettaglio. Però allo stesso tempo molte cose possono cambiare all'ultimo momento. Sia io che Amadeus non sapevamo se avremmo dovuto parlare o meno. C'era un'agitazione generale. 

LOI: Com'è stato raccontare Mameli agli italiani?
RDR: È stata una grande responsabilità. Il peso che ho sentito sulle spalle è stato tanto. Mentirei se dicessi il contrario. Però è stato anche bellissimo perché molte persone hanno scoperto questo personaggio per la prima volta. 

LOI: E lo hanno amato…
RDR: Si, a parte il risultato positivo in termini di share, ricevo ogni giorno bellissimi messaggi delle persone che hanno guardato la serie. Ed è così che un attore capisce che sta facendo il lavoro giusto. Quando emoziona.

LOI: Quando hai capito che avresti voluto fare l'attore?
RDR: Finito il liceo mi sono iscritto all'università. Ho capito subito che non faceva per me.  Ho iniziato a fare questo lavoro e ha funzionato. Però non è stato amore a prima vista. 

LOI: E poi?
RDR: Poi è arrivata la fregatura, perché me ne sono innamorato. Sai quando ti innamori di qualcosa o di qualcuno e dici “adesso sono spacciato”, no?

LOI: Cosa ti ha fatto innamorare della recitazione?
RDR: Dell'effetto che mi lascia. Do tutto, alla fine mi sento svuotato. Ma non è una sensazione di vuoto, è più un senso di leggerezza. Questo turbine di emozioni che si prova mentre si recita ha avuto la capacità di farmi maturare molto. Provare dei sentimenti che non proveresti tutti i giorni ti fa capire molto di te stesso. 

LOI: Il tuo primo ruolo qual è stato?
RDR: “Luca Molinari” in “Mentire” con Alessandro Preziose e Greta Scarano. Ringrazierò per sempre il regista Gianluca Maria Tavarelli. Avevo 18 anni, non avevo mai lavorato in precedenza e mi diede una parte di primo piano.

LOI: E adesso?
RDR: Adesso ho 24 anni ed è un momento dove i semi che ho piantato cominciano a germogliare. 

LOI: Come sono state le settimane successive alla messa in onda di “Mameli”?
RDR: Assurde, non riesco a spiegartelo in questo momento, penso ancora di essere completamente travolto dagli eventi. Sentiamoci tra qualche settimana e riuscirò a risponderti in modo più razionale. 

LOI: Quando hai scoperto che saresti stato il protagonista di “Mameli”?
RDR: Tre settimane prima di iniziare le riprese. Non ho avuto tanto tempo per prepararmi. 

LOI: Com'è stato girare una serie in costume?
RDR: La sera prima dell'ultimo provino, che è stato con i vestiti di scena, ho finito la "Regina Charlotte di Bridgerton". Mi sono calato ancora meglio nella parte. È stata dura, però sono contentissimo.

LOI: Perché dura?
RDR: Se non avessimo girato nell'estate più calda degli ultimi cinquant'anni, non avrei perso così tanti chili. (Ride, ndr) Sono serviti tanto magnesio e tanta frutta… A parte gli scherzi, è stato bellissimo. Da parte del costumista, Roberto Chiocchi, c'è stata un'attenzione particolare ai colori. Per restituire un ‘800 reale, non noioso. E, come nei dipinti risorgimentali, c’è un forte uso del verde, del bianco e del rosso. Anche se la palette di Goffredo è un po' particolare.

LOI: Come mai?
RDR: È tendente al viola scuro. Un colore pop al tempo, ma anche oggi. 

LOI: Lo chiami per nome, cosa ti ha lasciato Goffredo?
RDR: Ho trovato velocemente una forte connessione con il personaggio. Gli ho dato ragione quando non aveva ragione, gli ho dato torto quando aveva torto. È un ragazzo di 19-20 anni, capace di fare la rivoluzione. Un poeta che ha scritto quella che oggi chiameremmo una hit. Canzone con la quale ha smosso le masse. Una cosa che mi porterò dietro è l'importanza della parola. Saper calibrare cosa è giusto dire e cosa non è giusto dire. E poi la forza e il coraggio nel difendere i propri ideali.

LOI: In una situazione simile, se dovessi lottare per dei tuoi diritti, riusciresti a fare le stesse cose che ha fatto lui?
RDR: Non credo metterei a repentaglio la mia vita, è una cosa un po' troppo estrema. Forse tra 10 anni cambierà il mio metro di giudizio. Tuttavia l’insegnamento che dobbiamo raccogliere dalla sua brevissima vita è che abbiamo il potere di cambiare le cose. Se i nostri diritti o i diritti altrui non vengono rispettati dobbiamo far sentire la nostra voce. Ed è una cosa che personalmente cerco di fare ogni giorno.

LOI: La storia non si fa coi “se” e con i “ma”. Però, secondo te per cosa lotterebbe Goffredo oggi?
RDR: Per la salvezza del nostro pianeta, si schiererebbe dalla parte dei più deboli. Lotterebbe fortemente contro la violenza che subiscono le donne ogni giorno. Da repubblicano era a favore del suffragio universale in tempi in cui la cosa non era propriamente ben vista. 

LOI: Come hai plasmato questo personaggio?
RDR: La sceneggiatura si basa al 95% su fatti realmente accaduti. Una cosa su cui abbiamo voluto puntare molto è la figura del poeta-guerriero. Senza retorica, in lui convivono queste due anime. È romantico ed emotivo, ma allo stesso tempo ha la “cazzimma” quando ce n’è bisogno…

LOI: Cosa vediamo di te in lui
RDR: Siamo entrambi due romantici, c’è tanto della mia emotività in quello che il pubblico ha visto. Mi sono arrivati dei messaggi in cui mi si diceva che ero riuscito ad emozionare anche solo con uno sguardo. Questa cosa è bellissima! 

LOI: A parte il gran caldo, com’è stata la vita sul set?
RDR: Mi svegliavo molto presto perché mi piace meditare la mattina.  

LOI: Da quanto mediti?
RDR: Dall'inizio del 2023. L’anno dove spiritualmente ho cercato di dare una svolta a me stesso.

LOI: Andiamo avanti…
RDR: Dopo la meditazione facevo colazione, poi trucco, parrucco, costumi. È stato il mio primo set dove ho lavorato tutti i giorni, per 52 giorni consecutivi. È stato mentalmente e fisicamente stressante. Ma non in un’accezione negativa. Mi ripetevo: “Riccardo ce la puoi fare, per favore concentrati, la puoi portare a casa, sei stato scelto per un motivo”. 

LOI: E a fine giornata tiravi le somme? 
RDR: No, tornavo a casa e mi facevo una bellissima doccia. Per lavar via Goffredo. Ho gia i miei problemi, se mi dovessi portare a casa anche quelli dei personaggi che interpreto - sorride - sono a posto. 

LOI: La scena più bella di “Mameli”?
RDR: C'è una scena molto drammatica. Quella in cui devono amputare la gamba a Goffredo. Il backstage di quella scena però è stato tutt’altro che drammatico. Per provare delle emozioni il più vere possibili, Amedeo mi evitò schermandosi la faccia con la mano. La cosa mi fa ancora ridere molto perché se ne andava in giro sul set con le mani davanti agli occhi. Arrivato il momento di recitare però, è calato il silenzio. Eravamo soltanto io e lui. Occhi negli occhi, lacrime e verità.

LOI: Ti sei rivisto?
RDR: Ho sempre avuto un rapporto non bellissimo con me stesso. Mi chiedo sempre “non mi sopporto io, come fanno a sopportarmi gli altri?” Poi quando mi rivedo la terza e la quarta volta e vedo tutto l'insieme mi dico che forse va bene. E così anche questa volta. 

LOI: Prossimi progetti?
RDR: Non posso entrare nello specifico, però è un progetto internazionale. Che riguarda una delle mie passioni più grandi, insieme alla recitazione, che è la musica. 

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