Chappell Roan chi è la Pop «Supernova»? Le sue hit tra synth pop e lirica queer
Poche artiste hanno saputo catalizzare l’attenzione del pubblico in così poco tempo come Chappell Roan. Sfide, rifiuti e una straordinaria determinazione - culminata nel riconoscimento come Miglior Nuova Artista ai Grammy 2025: Roan sta ridefinendo il panorama della musica pop contemporanea con il suo stile che mescola synth pop anni ’80, energia drag e liriche queer.
Kayleigh Rose Amstutz nasce nel 1998 a Willard, Missouri. Cresce in una comunità conservatrice, dove il suo talento sembra fuori posto. Il suo liceo è noto più per aver prodotto due atleti olimpici che per qualsiasi legame con l’industria musicale. Trova la sua via di fuga nella musica. A tredici anni sale sul palco per la prima volta a un concorso scolastico, che vince, ripetendosi l’anno successivo. Due anni dopo scrive la sua prima canzone Die Young – una ballata malinconica su un ragazzo che non poteva avere. «È la canzone più sdolcinata del mondo», dirà anni dopo.
Nel 2014, durante un camp estivo per giovani artisti cambia tutto, la canzone finisce su YouTube e attira l’attenzione di Atlantic Records. A 17 anni, vola a New York per un’audizione e ottiene il suo primo contratto discografico. È così che nasce Chappell Roan, nome d’arte scelto in onore di suo nonno e della sua canzone preferita, The Strawberry Roan. Ma il sogno da favola si infrange presto. Nel 2017, pubblica l’EP School Nights, un progetto pop malinconico e raffinato, con atmosfere che ricordano Lorde. Atlantic le chiede di scrivere "ballate pop tristi", e lei lo fa, ma sente che qualcosa non funziona: «Ero così stanca di cantare canzoni deprimenti», ricorda, «volevo che la mia musica sembrasse una festa». Nel 2018 incontra per la prima volta Daniel Nigro, produttore musicale che la accompagnera a lungo nella sua produzione artistica.
Dopo aver pubblicato quella che diventerà una delle sue hit più conosciute, Pink Pony Club nel maggio del 2020, e dopo altre release che per Atlantic Records non sono sufficenti, nel pieno della pandemia la casa discografica rescinde dal contratto con Roan. In una settimana perde tutto: il contratto, il team che la seguiva e persino la sua relazione di quattro anni. «Ero devastata», racconta. Per qualche tempo lavora a Los Angeles come assistente alla produzione, barista e tata. Ma senza soldi nè prospettive è obbligata a tornare nel Missouri, dove attraversa una fase di profonda riflessione personale.
La rinascita artistica e l'indipendenza creativa tanto ricercata
Nel momento in cui Chappell Roan riceve la diagnosi di disturbo bipolare di tipo II, tutto cambia. Dopo anni di incertezza, decide di prendere in mano la sua carriera, abbandonando le aspettative dell’industria per costruire un mondo che fosse solo suo. «Non me ne frega più niente di quello che la gente pensa. Se piace a me, allora va bene», un pensiero che diventa la spina dorsale della sua successiva discografia. Teatrale, ironica, sfacciatamente queer. La sua estetica da «drag queen popstar», come si definisce lei stessa, prende vita con costumi stravaganti, show ad alto impatto visivo e un’attitudine da outsider che non bussa alla porta, la abbatte. Il sound? Un mix perfetto di synth-pop, ritornelli che entrano in testa e da urlare a squarciagola, liriche che raccontano il desiderio e la libertà.
Dopo essere stata scaricata dalla sua etichetta, Chappell Roan ha dovuto ricostruire tutto da zero. Ma invece di arrendersi, ha giocato secondo le sue regole. Firma un contratto editoriale con Sony, e a febbraio 2022 torna in studio con Daniel Nigro per lavorare a Naked in Manhattan. Non è solo il suo primo singolo in due anni, è anche la prima volta che scrive apertamente di un’attrazione per un’altra ragazza. «Non avevo mai scritto una canzone d’amore queer prima. Era un enorme passo per me». Mentre lavora in studio, accanto a lei c’è Olivia Rodrigo. Senza pensarci troppo, Roan finisce per registrare i cori in tre canzoni di Rodrigo. Poco dopo, arriva l’invito che cambia tutto: aprire il Sour Tour. «Non avevo un pubblico mio, ma Olivia mi ha dato l’opportunità di rubarle un po’ del suo». Nell'agosto 2022 pubblica Femininomenon, «un caos perfettamente orchestrato», come viene definito da lei stessa. «Volevo solo vedere fino a che punto potevo spingermi. Essere il più ridicola possibile, e farla franca».
The Rise and Fall of a Midwest Princess, il primo album in studio
Dopo anni di autopromozione, tour autogestiti e TikTok senza filtri, nel settembre 2023 Chappell Roan finalmente pubblica il suo primo album, The Rise and Fall of a Midwest Princess. Prodotto da Daniel Nigro, l’uomo dietro il successo di Olivia Rodrigo, il disco è un’esplosione di synth-pop anni ’80, teatralità queer e ritornelli perfetti. «Volevo che suonasse come una notte fuori con le drag queen più divertenti che tu conosca». E la missione è più che riuscita.
Nell'album inserisce anche la sua prima hit Pink Pony Club: «Mi dicevano che non avrebbe mai funzionato. Adesso è tra le mie canzoni più ascoltate. Ci sono voluti quattro anni, ma ce l’abbiamo fatta. E ora mi sento vendicata. E la vendetta accidentale è molto più soddisfacente si quella intenzionale». Il racconto del Midwest che incontra la libertà della West Coast è il cuore pulsante della sua musica. Il suo sound travolge anche gli spazi più inaspettati con Hot to Go!, un pezzo che ha fatto il salto dai club ai campi da baseball, conquistando anche un pubblico insospettabile. «Sapevo che sarebbe diventata la canzone perfetta per una festa. Non sapevo che sarebbe finita a essere ballata dai bros nei college». Ma è Good Luck, Babe! il brano che la proietta ufficialmente nell’olimpo del pop. Un pezzo carico di malinconia e synth nostalgici che racconta un amore non corrisposto tra due donne. «Questa canzone è per tutte le persone che si sono sentite un segreto per qualcuno», ha dichiarato. L’album debutta al secondo posto nella Billboard 200, subito dietro The Tortured Poets Department di Taylor Swift. Ma a Roan non interessa troppo la competizione. «Io voglio solo mettere in piedi il miglior show possibile. E voglio che sia gay. E ridicolo. E bellissimo».
Nel 2024, Chappell Roan vive un anno straordinario. Al Coachella stupisce il pubblico con una performance teatrale e provocatoria, presentandosi in un costume da farfalla rosa sgargiante e proclamandosi «la vostra artista preferita», parafrasando la drag queen Sasha Colby. A Governors Ball, fa il suo ingresso su un’enorme mela rossa vestita da Statua della Libertà, fumando un joint e regalando uno dei momenti più iconici del festival. A Lollapalooza, attira una delle folle più grandi nella storia del festival, superando persino alcuni headliner. L’apice arriva ai Grammy Awards 2025, dove Chappell Roan vince il premio come Miglior Nuova Artista. Nel suo discorso di accettazione, legge un appunto scritto a mano in cui denuncia il trattamento riservato dall’industria musicale alle giovani artiste, sottolineando il suo lungo percorso verso il successo.
Chappell Roan è già diventata un’icona queer
Oltre alla musica, Chappell Roan è diventata una figura di spicco per la comunità LGBTQ+. Dichiaratamente lesbica, usa la sua piattaforma per celebrare la libertà sessuale e l’identità di genere, senza mai censurarsi. Nel giugno 2024, ha rifiutato un invito alla Casa Bianca per il mese del Pride, criticando apertamente l’amministrazione Biden per la sua politica sulla Palestina e sui diritti transgender. «Non sarò una scimmia da circo per il Pride», ha dichiarato.
«Etichette, noi vi sosteniamo, ma voi volete sostenere noi?». Quando Chappell Roan ha ritirato il premio come Miglior Artista Emergente del 2024, il suo discorso non è stato un semplice ringraziamento, ma un attacco diretto alle contraddizioni dell’industria musicale. «Mi sono detta che se avessi mai vinto un Grammy avrei preteso che le etichette discografiche e l'industria che guadagnano milioni di dollari dagli artisti offrissero un salario dignitoso e l'assistenza sanitaria, soprattutto agli artisti emergenti». Parole che hanno lasciato il segno in una serata dove la celebrazione della musica si è intrecciata con la denuncia sociale.
Poche ore prima, mentre calcava il red carpet con un abito d’archivio della collezione Haute Couture 2003 di Jean Paul Gaultier, Roan aveva già fatto sentire la sua voce parlando dei diritti delle persone transgender. «È brutale in questo momento, ma le persone trans sono sempre esistite, esisteranno per sempre e nessuno toglierà mai la gioia delle persone trans, qualunque cosa accada, e tutto ciò deve venire protetto più di ogni altra cosa». Senza paura di esporsi, ha trasformato il suo momento di gloria in una piattaforma per amplificare messaggi che per lei non sono negoziabili.