Musica

Gué Pequeno è la realness del rap italiano. Madreperla fuori oggi.

Fuori oggi, 13 gennaio su Spotify, l'ultimo album di Gué Pequeno Madreperla. Ad un anno da GVESUS, certificato doppio platino, arriva un nuovo disco lavorato a quattro mani con il produttore Bassi Maestro. Parola d'ordine? Sample. 

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Una storia da raccontare. Questa la prerogativa dell’album Madreperla di Gué Pequeno, presentato in Triennale Milano, in anteprima l’11 gennaio con una Masterclass esclusiva in partnership con Spotify Italia. Uno storytelling che ci riporta all’hip-hop americano anni 2000, perfettamente in sincrono Y2K; un album autoctono che si colloca tra il rap delle origini e quello del futuro. Molto diverso dal precedente, GVESUS uscito nel 2021 e certificato doppio disco di platino, che ci aveva abituato a suoni più pop e radiofonici, semplici e immediati.

Madreperla x Triennale by Enrico Rassu

Madreperla di immediato non ha nulla, solo il fattore Gué, garanzia di tutto ciò che porta il suo nome. Un album stratificato, che potremmo considerare quasi un annuario della musica, che cita alcune delle canzoni più significative per il rapper, maneggiato dalle sapienti mani del produttore Bassi Maestro, leggenda del panorama musicale underground dagli anni 90’. Da “Here Comes the Hotstepper” di Ini Kamoze (1994), passando per Amore impossibile dei Tiromancino (2004) fino a due brani - utopici/atopici - come “Mi hai capito o no” di Ron (1983), già cover di “I can’t go for the” di Daryl Hall e John Oates, e “Stay With Me Till Dawn” di Judie Tzuke (1979). Chiaro è chiaro: la Musica nasce dalla Musica. E Madreperla vive come una dichiarazione d’amore (che passa per l'arte delle campionature). 

Madreperla x Triennale

Non mancano i featuring: con Anna e Sfera Ebbasta in “Cookies N’ Cream” che mette insieme le tre decadi generazionali dei 20, 30 e 40; Paky per “Tuta Maphia”, Massimo Pericolo  in “Need u 2nite”, Marracash e Rkomi in “Free”, “Chiudi gli occhi” prodotto da Shablo, “Capa Tosta  con Napoleone e “Da 1k in su” con i Benny the Butcher e Mahmood in “Lontano dai guai”, brano decisamente di respiro che spezza l’album. A noi la musica un po’ “sporca” piace, e questo album non ha certo paura di esserlo. É il risultato di un artista che non è un fenomeno momentaneo: c’è esperienza, c’è storia, c'è “realness” in piena regola Gué.

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