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Zegna, il nuovo libro "Born in Oasi Zegna" e una mostra durante la Milano Design Week

«La seconda cosa migliore che facciamo è l'abbigliamento. La prima è l'Oasi Zegna», è questo l'incipit di un viaggio tra le pagine del nuovo volume edito da Rizzoli, "Born in Oasi Zegna", e nella storia del brand. 

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La copertina è ruvida, ed ha delle venature che sembrano quelle della corteccia di un albero; il primo, degli oltre 500mila piantati per la riforestazione di Oasi Zegna, è del 1929. Un progetto immenso che si estende per oltre 100 chilometri quadrati tra Trivero, Biella, dove è nata l'azienda di Ermenegildo Zegna nel 1910, e Valle Cervo. E oggi trova nuova linfa e ispirazioni nelle pagine del libro, "Born in Oasi Zegna", edito da Rizzoli, con la direzione creativa di Laura Decaminada. Sarà presentato negli Headquarters Zegna durante la prossima Milano Design Week, con un'installazione immersiva capace di trasformare le pagine in luoghi veri, da esplorare, anche attraverso la vegetazione, così da completare un ideale percorso sensoriale iniziato nel volume.

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La copertina del libro "Born in Oasi Zegna", con la direzione creativa di Laura Decaminada, edito da Rizzoli

Infatti, già dallo sfogliare delle pagine, il libro trasmette forti sensazioni. Tattili, in primis, perché alterna diversi tipi di carta - FSC, certificate environmentally friendly paper -, che sotto i polpastrelli ricordano la morbidezza della lana, dai quali in alcuni casi è stata ricavata, che insieme a cashmere e vigogna sono la firma dell'azienda piemontese. Il libro inizia con un proclama: «Born in Oasi Zegna» è la casa dei nostri valori. Svela la nostra storia, e la visione di Ermenegildo Zegna, che ha trasformato idee in tessuti, creato una foresta, una strada e una comunità, realizzando il sentiero dove il nostro viaggio è iniziato. Il suo pensiero ecologico è al centro della nostra azienda, e illumina ancora la nostra via verso il domani». Nelle pagine la presenza del fondatore è, infatti, costante. Lo vediamo sempre impeccabile, indossare un completo e il cappello Barbisio, con il bastone da passeggio. Oppure sulla nuova Panoramica Zegna, (la strada n. 232 allora in costruzione).

Una pagina di "Born in Oasi Zegna", con la direzione creativa di Laura Decaminada, edito da Rizzoli e la copertina del libro

Si faceva lasciare dall'autista nel punto più alto per percorrerla a ritroso monitorando i progressi dei lavori. E ancora negli anni in cui diede il via a politiche di welfare sociale, tra il 1932 e'39, quando venne creato in azienda un centro medico e il dopolavoro con gli impianti sportivi per gli operai, ma anche per la propria co-munità. Il tutto raccontato con pennellate di colore, fotografie, e i momenti della lavorazione della lana, dettagli di capi sartoriali. E poi la fabbrica con il fischio della sirena (scritto a mano sulla foto) che chiama gli operai a raccolta, le pecore sparse nelle distese della Mongolia e i lama del Perù. Uno strumento analogico - questo libro - che diventa un contenitore contemporaneo nelle parole - i testi sono di Chidozie Obasi -, e nelle illustrazioni di Paolo Bacillieri, Cecilia Carlstedt, Giuseppe Ragazzini. Ed anche perché la storia si legge attraverso (nel senso letterale della parola) le pagine ché sono trasparenti o traslucide, o hanno dei piccoli oblò che permettono di vedere quelle successive.

Una pagina di "Born in Oasi Zegna", con la direzione creativa di Laura Decaminada, edito da Rizzoli e la copertina del libro

Oblò che ricordano il transatlantico dove Ermenegildo Zegna e il figlio Aldo, in viaggio per gli Stati Uniti, sfoggiarono per la prima i vestiti di fattura italiana, prima di sbarcare nella Grande Mela era il 1938, dove fondarono la Zegna Woollens Corporation, come racconta il fumetto "Ermenegildo Zegna's trip to New York", inserito tra le pagine del volume. Non l'unico inserto, ce ne sono tanti altri: come le riproduzioni di giornali dell'epoca, cartoline d'antan, pubblicità degli anni Ottanta (come quella dei sottocasco in seta). Il tutto seguendo il ciclo delle stagioni, che sembrano quelle della vita, in un loop al quale si può accedere in qualsiasi punto del volume, aprendolo a caso, giocando, divertendosi a scoprire le molteplici suggestioni. Il libro, infatti, non è unicamente una rievocazione del passsato, anche se troviamo il primo logotipo Zegna o il primo negozio nel'39, il ready-to-wear del'60, e la boutique in rue de la Paix a Parigi nel 1980; o quella a Beijing, la prima di un men's luxury brand in Cina. E poi il nuovo secolo, con la creazione della Fondazione Zegna e sette anni più tardi l'Headquarter a Milano, disegnato da ACPV - Antonio Citterio e Patricia Viel. Le tante sfilate evento - anche nella Oasi - e una connessione sempre più vicina con il mondo all'arte. E sempre con quello della natura. Il fil rouge rimane il senso di responsabilità verso il territorio, che è stato il principio guida fin dalla fondazione, che negli anni ha tenuto insieme persone e ambiente, valori (da diffondere) e benes-sere, in un modello etico alla ricerca costante della bellezza. Semi che sono stati affidati alla terra per farli germogliare attraverso le generazioni future, come imprenditore e come custode di un luogo unico. L'Oasi è infatti un modello di coscienza ambientale, tra paesaggi innevati e fioriture di rododendri nelle Alpi Biellesi, custode della biodiversità e espressione di un modo di fare industria illuminato. Per questo, dicono «la seconda cosa migliore che facciamo è l'abbigliamento. La prima è l'Oasi Zegna».

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