Fearless: la carriera di Pilar Fogliati e i suoi film da attrice e regista
Fiera di aver interpretato ruoli sia pop che autoriali, di passare con disinvoltura dall’iper drammatico “Cuori” a eroine da commedia, l’attrice racconta il cambiamento del ruolo delle donne nell’entertainment.
Text by FABIA DI DRUSCO
Photography POLINA MORDVINOVA
Styling MARTINA REPETTO
Due volte vincitrice del Nastro d’Argento come migliore attrice di commedia, nel 2023 per “Romantiche” e quest’anno per “Romeo è Giulietta”, con una fanbase legata a serie televisive come “Cuori” e “Odio il Natale” come agli stereotipi di ragazze contemporanee di “Romantiche”, Pilar sta per iniziare le riprese del nuovo film di Paolo Genovese, in uscita a febbraio, “FolleMente”.
L'OFFICIEL ITALIA: Come ti stai preparando per il tuo ruolo?
Pilar Fogliati: Abbiamo fatto molte prove di lettura tutti insieme, anche perché il testo ha un impianto teatrale e quindi si presta molto bene a questo esercizio. Di solito, avendo la fortuna di interpretare personaggi contemporanei, cerco una persona di riferimento nel mio mondo, recupero atteggiamenti che possano essermi utili, movimenti, modi di essere, di porsi. Normalmente affitto una sala prove, e scovo un poveraccio che mi legga le battute per ore. Solo quando mi sono costruita una memoria di ferro comincio a lavorare sulle variazioni. Ci ho messo tantissimo a costruirmi questo metodo e sono al 10% di ricerca. Nel film di Genovese interpreto una giovane donna di trenta, trentacinque anni (io ne ho 31) che non ha ancora trovato il suo posto nel mondo, sa solo che deve ricominciare tutto da capo, al primo appuntamento con Edoardo Leo.
LO: Come scegli i tuoi ruoli?
PF: Mi piace variare, ho un’ossessione per l’essere umano con le bellezze e le schifezze di ognuno di noi.
LO: L’anno scorso hai debuttato nella regia con “Romantiche”…
PF: Se lo facessi ora, lo girerei in modo tutto diverso, ma lo dice anche Garrone dei suoi film, meno male… e poi ogni film ha una grande connessione con l’attimo presente, col qui e ora, le scene tagliate te le devi dimenticare. Come regista, più ancora che l’arroganza di quello che metti nella storia, hai l’arroganza di cosa omettere dalla storia. I quattro personaggi del film mi abitano dentro, volevo trovar loro un’umanità pur essendo una grande amante dei cliché, del come vieni codificato dal tuo ambiente sociale… Io li facevo in radio ed era stato Giovanni Veronesi a spingermi a scrivere. All’epoca chiedevo a tutti quale personaggio preferissero, per me è molto importante il feedback, il mio favorito è la palermitana piena di sogni che vuole diventare sceneggiatrice, che è quello che è piaciuto di più soprattutto ai giovani perché parla del fallimento in maniera tenera e gentile, anche se le commedie sono cattive per definizione. In generale è Uvetta l’aristocratica ad aver riscosso più successo.
LO: Come sei diventata attrice?
PF: Con il metodo classico che oggi sembra lento: a 18 anni, senza dirlo a nessuno, mi sono preparata per entrare all’accademia Silvio D’Amico. Per l’ammissione ti sottoponevano a provini lunghissimi, avevo dovuto rinunciare alle vacanze dei 18 anni. Mi hanno preso al primo colpo, poi ho realizzato che moltissimi invece sono entrati al terzo esame. Ammetto che a 18 anni, con un Io proprio piccolo, non avrei avuto la forza di riprovarci dopo un no. Sono stati i tre anni più belli della mia vita, fai solo quello compreso il sabato e la domenica, poi esci da lì e ti scontri con il mercato: prima stai otto ore su un testo a chiederti il perché di una virgola, un vero lusso, poi esci e sei travolto da foto, agenzie… per fortuna amici più vecchi mi hanno indirizzato. All’inizio ho fatto più tv, dieci, quindici anni fa c’era il boom delle serie, ho fatto “Romantiche” perché dopo tanti ruoli drammatici sapevo di avere dentro di me la commedia che mi fa sentire più creativa, perché ti rende più autrice per forza anche se non scrivi. “Cuori” invece è iper drammatico, vado fiera di questa serie come di “Odio il Natale”, riuscire ad essere un’attrice sia autoriale che pop mi fa felice.
LO: Con quali registi vorresti lavorare? Girare all’estero ti tenta?
PF: Sono una che pianifica ma poi tutto succede al contrario. Il mio vero desiderio è un regista esordiente, ho adorato fare la giurata di corti perché questi sono per me i registi del domani, mi piace sentire la nuova generazione che avanza. Un’esperienza all’estero? Al momento mi sento molto legata all’Italia.
LO: Tornerai alla regia?
PF: Continuo nella fase di scrittura. Per “Romantiche” avevo stoppato tutto il resto, ma frequentando sceneggiatori di alto livello e lo stesso Veronesi che mi ha chiesto di collaborare alla sceneggiatura di “Romeo è Giulietta”, ho capito che la scrittura deve convivere con la vita di tutti i giorni.
LO: Raccontami della tua vita di tutti i giorni.
PF: Sono nata ad Alessandria ma ho sempre vissuto a Roma, la mia piemontesità si vede nel fatto che sono precisa, puntuale in maniera quasi ossessiva, discreta. A Roma frequento la mia cerchia di amiche di sempre, mi piace tanto uscire, vado molto al cinema, soprattutto a vedere opere prime. Ora vado in palestra e faccio Pilates, ma in passato facevo atletica leggera, salto in alto. Leggo molto, i grandi classici e poi chi partecipa al Campiello e ad altri premi, ho finito da poco il libro di Lorenza Gentile “Le piccole libertà” che magicamente fittava con il film. Cammino molto, adoro osservare la gente. Mi piazzo al bar, quello di Rione Monti, anche da sola, e mi do al people watching.
LO: La musica ti piace?
PF: È importante, mi faccio sempre le playlist dei personaggi che interpreto. Sono una bimba di Stromae.
«Mia sorella che ha 17 anni può dare per scontato che farà la regista per via di Paola Cortellesi, se nascevi 40 anni fa e volevi fare la sceneggiatrice dovevi essere una rivoluzionaria». Pilar Fogliati
LO: Come sta cambiando il ruolo delle donne nel cinema?
PF: Mi sento dentro al cambiamento, vedo la differenza tra quando ho iniziato a lavorare e la situazione attuale, sulla scia di Paola Cortellesi, della Buy, della Ramazzotti, tutte donne che non solo sono brave ma fanno soldi! Mia sorella che ha 17 anni può dare per scontato che potrà fare la regista per via della Cortellesi, se nascevi 40 anni fa e volevi fare la sceneggiatrice dovevi essere una rivoluzionaria. È la narrazione che è ancora piena di cliché, tipo la moglie rompipalle. Per ovviare basta far scrivere le donne, adesso vedo tante storie su Netflix di autrici donne, e le trame cambiano, non è più solo: ho 20 anni e non ho un fidanzato, è pieno di storie femminili dove l’amore non è nemmeno menzionato. Una delle mie migliori amiche, Lucrezia Guidone, che era anche in “Mare fuori” ed è una grande attrice, ha aperto una scuola di recitazione e anche questo fa la differenza.
LO: Come vivi il momento in cui un ruolo cui tenevi viene affidato a un’altra?
PF: In questo mestiere ti prendi talmente tanti no che devi proprio farci i conti: per avere una parte in quattro film in un anno, che è tantissimo, ricevi almeno 20 no. In generale quando vado più distaccata, se so che non mi ammazzo se non mi prendono, mi prendono! Il distacco serve.
LO: Hai un compagno?
PF: Sono fidanzata da quattro anni con un ragazzo non dell’ambiente che trascino dappertutto. È sia irritante che difficile, ma stiamo resistendo. È romano, io ero amica di suo fratello piccolo, viviamo insieme.
LO: Vuoi figli?
PF: Sì, l’idea dei figli mi piace, vengo da una famiglia numerosa, ho un fratello che sta a Londra e due sorelle, una più grande di 33 anni e una piccola di 17, siamo appena state tutte insieme a Seoul ed è stato magnifico.
LO: Il tuo rapporto con la moda?
PF: Mi piace moltissimo, mi informo, ho l’app di Vogue, guardo le sfilate… La mia divisa è: pantaloni palazzo, camicia bianca, sneakers o stivaletti, ma quando ho l’occasione mi scateno. Mi piace Sportmax, mi piace il design classico, ho da tanto un rapporto con Armani, per una recente serata da Pomellato la stylist mi ha trovato un look Del Core che ho adorato… Per un attore la moda è personalizzante, ti dà la possibilità di raccontarti.
LO: Sei ambassador Pomellato.
PF: Da attrice porti pochi gioielli perché devi sempre toglierli, ma ho sempre addosso un anello importante di Pomellato, brand che non ha mai tradito la sua essenza, il suo gusto molto italiano, e che ha questi colori meravigliosi soprattutto nell’alta gioielleria.
LOI: Ci sono attrici/attori che consideri dei modelli?
PF: Sophia Loren è il mio mito, il mio modello di gestione della carriera e di essere star. Mi piacciono molto Paola Cortellesi, Claudia Pandolfi, Jasmine Trinca e all’estero Kate Winslet
LO: Il tuo film preferito in assoluto, quello che consideri l’archetipo stesso del film?
PF: “Bellissima” di Visconti. E “Forrest Gump”.
LO: Un attore con cui sogneresti di lavorare?
PF: Mi piace molto Alessandro Borghi. Ed Elio Germano, il miglior attore che ci sia in Italia in questo momento, farei carte false per girare ancora con lui, è sempre interessante, direi perfetto, in “Confidenza” (del regista Daniele Luchetti) avevamo solo un paio di scene insieme… ne vorrei molte di più.
HAIR: Marco Minunno @ BLEND MGMT using BUMBLE AND BUMBLE
MAKE UP: Martina D'Andrea @ BLEND MGMT using LA MER
LIGHT DIRECTOR: Vladimir Mordvinov
PHOTO ASSISTANT: Luca Tesi
DIGITAL TECH: Cristiano Temporin
STYLIST ASSISTANTS: Vittoria Ferrero, Sara Carraretto e Francesco Giuliani