Cristóbal Balenciaga, 10 curiosità che ripercorrono la biografia del couturier spagnolo
Chi era Cristóbal Balenciaga, il designer soprannominato il "maestro di tutti noi" da Christian Dior?
Ai tempi d'oggi, le figure dei designer sono viste come vere e proprie celebrità, personaggi vistosi con una carriera dorata che regalo ad ogni stagione abiti che fanno sognare. Fiori, intrecci, colori, rouge e balze, l'Alta Moda ogni anno si sfida a conquistare il primo posto nel cuore degli appassionati. Ma chi ha iniziato questo culto della figura dello stilista? Chi fu il primo a trasformare questo lavoro in leggendario diventando esso stesso una figura quasi mitologica? La risposta, universalmente riconosciuta, è una: Cristóbal Balenciaga.
Christian Dior lo definì "il maestro di tutti noi", Hubert de Givenchy commentò "è l'architetto dell'Haute Couture" e anche la (più temibile) Coco Chanel disse "l’unico vero couturier, in fondo, era lui, gli altri sono solo fashion designer". Spagnolo di nascita, apre la sua prima boutique nel 1937 a Parigi diventando, nel giro di poco, uno fra i più seguiti stilisti dell'epoca. Tanto maestosi e celebrativi i suoi abiti, quanto riservato e schivo lui, se conosci poco la storia dell'uomo che ha rivoluzionato l'Haute Couture, L'Officiel ti porta alla scoperta dei 10 fatti più interessanti sulla vita del designer.
Scopri gli aneddoti più belli su Cristóbal Balenciaga, il maestro dell'Haute Couture
Balenciaga nacque nel 1895 a Getaria (un piccolo paese della provincia spagnola di Gipuzkoa) Figlio di una famiglia abbastanza povera, fin da piccolo si ritrovò ad aiutare spesso la madre sarta, all'età di 11 anni era già bravissimo con ago e filo. Soltanto un anno dopo lasciò la scuola per dedicarsi a tempo pieno alla sartoria della madre, dove divenne suo assistente.
Innamorato della moda fin dalla tenera età, Balenciaga frequentava spesso le nobildonne della sua città che apprezzavano le creazioni e l'abilità del giovane stilista. Qui conobbe la marchesa di Casa Torres, Blanca Carrillo de Albornoz y Elio, che divenne sua cliente e protettrice. Per conto della donna, fece numerosi viaggi, tra cui molti a Biarritz, città di confine, per andare a vedere come vestivano le donne francesi. Qui imparò la lingue e in poco tempo riuscì a padroneggiarla alla perfezione
Cristóbal Balenciaga aveva già aperto tre boutique in Spagna (e tutta la famiglia reale spagnole era sua cliente) quando, nel 1936, fu costretto a lasciare il paese allo scoppio della guerra civile spagnola. Balenciaga si trasferì con riluttanza a Parigi e il suo nuovo negozio aprì in Avenue George V nell'agosto 1937.
Il suo team era fedelissimo al designer. Come venivano soprannominati coloro che lavoravano per Balenciaga? Monsters, ovvero, mostri
Spalle larghe e forme quadrate (il cappotto quadrato, capo iconico dello stilista, riscosse così tanto successo che vi erano persone disposte a viaggiare per tutta Europa pur di averlo) erano il suo codice stilistico. Morbidezza sublime della forma, volume intorno alla vita e asimmetrico sulla lunghezza, ha creato pezzi di base come l'abito semiaderente e l'abito a coda di pavone che rimangono tutt'ora nella storia delle creazioni più belle
Amante delle linee morbide e della femminilità delicata, Balenciaga ha rimodellato la figura delle donne con il suo vestito da baby doll. Dalla versione sinuosa e senza maniche di Twiggy all'interpretazione grunge di Courtney Love, l'abito a trapezio gonfio e senza curve è stato reinventato innumerevoli volte dalla sua creazione nel 1958.
A differenza della maggior parte dei colleghi designer, Balenciaga ha sempre cercato di evitare le luci della ribalta: non ha mai fatto un inchino alla fine delle sue sfilate e l'unica intervista completa che abbia mai concesso è stata nel 1971, a Prudence Glyn di The Times.
Nel suo laboratorio si formano apprendisti di lusso come Oscar de la Renta, Emanuel Ungaro, Mila Schön e Hubert de Givenchy.
Chi erano le muse e sostenitrici del designer? La Countess von Bismarck, influencer dell’epoca, ma anche Wallis Simpson, Grace Kelly, Jackie Kennedy, Helena Rubinstein, Greta Garbo. Nel 1960 disegnò anche l’abito da sposa di Fabiola per le nozze col principe Baldovino I del Belgio
Gli assistenti di volo dell'Air France del 1968 furono forse l'equipaggio più elegante di tutti i tempi. I loro completi blu navy, disegnati poco prima che Balenciaga annunciasse il suo ritiro dal mondo della moda, presentavano linee eleganti e dettagli bianchi. La moda esclusivamente per le hostess era una tendenza dell'epoca: Emilio Pucci disegnò le divise in stile Harlequin per la Braniff Airlines nel 1965, mentre Pierre Cardin era il cervello dietro le mantelle futuristiche del 1969 delle signore della Olympic Airlines.
Cristóbal Balenciaga fu uno tra i primi omosessuali dichiarati (anche se mantenne sempre la sua vita personale molto privata). L'amore della sua vita e del suo partner di lunga data, lo incontrò a Parigi, il modista franco-polacco Władzio Jaworowski di Attainville. Collaboratore, socio e ispiratore, è un valido supporto al successo della maison. Quando Jaworowski morì nel 1948, Balenciaga era così distrutto che cadde in depressione e pensò di chiudere l'attività. Gli rimane praticamente fedele per tutto il resto della vita, intrattenendo da quel momento solo relazioni senza importanza.