Dr. Martens e Central Saint Martins insieme per il talento e il futuro del design
Dr. Martens e Central Saint Martins insieme per sostenere i designer - e il design - del futuro. Agli studenti della Central Saint Martins una borsa di studio ciascuno a supporto del talento creativo, nella sua forma elementare più pura: libera da costrizioni, archetipi e stereotipi. Ai finalisti del contest, nove giunti alle battute finali, è stato chiesto di collaborare con il team di progettazione e produzione di Dr. Martens per creare prototipi di calzature partendo dal modello iconico 1460. Una giuria selezionata per decretare i progetti più meritevoli, composta da: Darren McKoy (Direttore Creativo Globale di Dr. Martens), Lulu Kennedy MBE (fondatrice di Fashion East), Fabio Piras (responsabile del corso MA Fashion alla Central Saint Martins), Erin Magee (vicepresidente di Supreme).
VALERIA PULICI
Abbiamo intervistato Valeria Pulici, la studentessa italiana tra i vincitori del contest, e abbiamo cercato di capire quali saranno le linee guida e le prospettive del nostro settore nei prossimi anni. Capire quali siano le aspettative di un giovane, sognante e idealista, che si affaccia in un mondo complesso e sempre più radicale, anche nelle scelte estetiche. Dr. Martens in questo senso rinnova il suo constante impegno nel preservare l'identità, l'indipendenza e la sub-cultura giovanile che lo contraddistingue da sempre.
L'OFFICIEL ITALIA: Com'è stato prendere parte al progetto?
Valeria Pulici: Tutto era nuovo per me, dall'opportunità di disegnare per Dr. Martens, che amo fin da quando ero adolescente, alla goffa intervista che ho rilasciato come parte del video promozionale. La parte più interessante del progetto è stata proporre la mia visione di Dr. Martens, non solo per lo stivale 1460 ma anche la parte di styling, una visiona completa di come lo vedo e intepreto io. Infine la possibilità di condividerlo con la giuria e ricevere feedback è stata qualcosa che ricorderò per sempre.
LOI: Come hai raccolto la sfida?
VP: A volte in modo un po' ingenuo...non necessariamente nella sua accezione negativa, semplicemente a volte entro nel mio mondo e tralascio alcune cose. Per questo contest ho cercato di godermi ogni momento e lavorare sul progetto, senza preoccuparmi di tutti i collaterali, come la stampa e questa intervista ad esempio!
LOI: Cosa rappresenta per te il boot Dr. Martens?
VP: Indosso Dr. Martens ormai da molti anni, a partire dalla mia adolescenza e lo faccio ancora oggi, Dr. Martens è davvero parte di ciò che sono.Lo stivale per me è bello ma anche comodo. È un capo fondamentale che puoi facilmente indossare per un'escursione nel fango o per un evento importante, devi solo crederci.
LOI: Considerando la storia del brand e la sua voglia di raccontare il tema poliedrico della 'ribellione'. Cosa sono per te la ribellione e controcultura oggi?
VP: Oggi è un po' difficile dare una definizione precisa di ribellione. Tuttavia, posso condividere una citazione di Deleuze che penso si adatti all’idea di ribellione: “La controinformazione diventa veramente efficace solo quando è – ed è per sua natura – o diventa un atto di resistenza. Un atto di resistenza non è informazione o controinformazione. La controinformazione è efficace solo quando diventa un atto di resistenza”. Se ripercorri la storia delle sottoculture a cui Dr. Martens è intrinsecamente connesso, tutte resistevano a qualcosa e all'interno di quelle sottoculture c'erano persone ancora più ribelli e resistenti. Allo stesso modo, i manieristi dell'inizio del XVI secolo resistevano alle rappresentazioni realistiche e classiche del Rinascimento. Forse, un modo per essere ribelli oggi è semplicemente accettare che siamo esseri umani e che abbiamo dei difetti. Sii e abbraccia te stesso.
LOI: Una ribellione giavanile oggi?
VP: Resistere al patriarcato (non installando però una società matriarcale) e ogni altro preconcetto su come andare avanti nella vita.
LOI: Come hai rappresentato il boot 1460?
VP: Sono ossessionata dalla chirurgia plastica fin da quando ero bambina e questa è stata l'ispirazione principale per la forma dello stivale. Ho trovato la foto di un ingrandimento del seno storto dalla forma conica e molto appuntita. Questo mi ha ricordato un altro elemento iconico: il reggiseno a proiettile degli anni 50 di cui ho ripreso i punti circolari fatti a mano. Riflette un'idea di femminilità che non vuole farsi soggiogare, anzi possiede delle armi e non ha paura di usarle! Per me la femminilità non dovrebbe riguardare esclusivamente l'essere o l'identificarsi con una donna o una donna. È una particolarità, è qualcosa che ognuno di noi possiede, a volte è stato solo nascosto o soggiogato.
LOI:E se avessi dovuto re-interpretare lo stivale del futuro? Magari uno lontanissimo e utopico?
VP: Mi piace questo tipo di domande perché posso fantasticare. Forse una sorta di ibrido tra uno stivale e una struttura simile a una pinna/ala, una sorta di creatura mitica e grottesca. Quando lo indossi, lo stivale si attacca alla tua pelle creando legami cellulari con essa e diventa parte integrante del tuo corpo. Ovviamente tutto in materiali completamente biodegradabili.