Fashion

Crystal Renn: una trailblazer della moda

Da tempo la supermodel e artista Crystal Renn combatte contro i canoni estetici dettati dalla società. Diventata vegana, fonda la sua vita, e il nostro shooting su questa filosofia. Si racconta nel numero di Febbraio de L'Officiel Italia
magazine person human

Figura chiave della body positivity, Crystal Renn è una tra le modelle più famose d’America. A ventidue anni era già sulle copertine dei magazine più importanti, fotografata da Steven Meisel, Ellen Von Unwerth, Ruvén Afanador e Patrick Demarchelier, volto delle campagne pubblicitarie di Dolce & Gabbana, ha sfilato per Chanel e Jean-Paul Gaultier. Nel libro “Hungry” racconta le sue battaglie per accettare se stessa, al di là dei canoni imposti dal sistema, con diete rischiose e stress emotivo. Da allora è diventata vegana. E questa filosofia di vita ha ispirato la realizzazione di questo servizio.

L’OFFICIEL ITALIA: Come hai concepito questo servizio fotografico per L'Officiel Italia?

CRYSTAL RENN: Tutto è iniziato con una domanda: come possiamo approcciare un servizio fotografico vegano dalla prospettiva dell’alta moda? Cosa significa, che look avrà e come lo faremo? Ad appassionare il team di lavoro è stata la sfida di realizzare uno shooting responsabile. Sono diventata vegana a 30 anni, «“sposata” con quello che considero il mio stile di vita. E da allora mi sono sempre chiesta come improntare ogni parte della mia vita su questa filosofia. È stata certamente un’esperienza di apprendimento, piena di tentativi ed errori. Ora più che mai, gioco un ruolo importante nei servizi fotografici a cui partecipo, il che richiede un bel po’ di ricerca e attenzione ai dettagli. È diventato veramente il mio scopo spostare l’attenzione dell’industria in questa direzione, quindi per default finisco per fare un po’ da guida in ogni servizio. Si tratta di informare e insegnare, e allo stesso tempo imparare mentre lo si fa. Questo è davvero un territorio inesplorato.

LOI: In che modo il veganismo e la sostenibilità sono stati considerati in questo servizio fotografico?

CR: Dalla stylist che ha approcciato le maison spiegando che non volevamo includere pelle, piume, pelliccia, lana e perfino la seta; fino al truccatore che non ha usato prodotti nocivi o chimici, così come erano vegani quelli dei capelli di Manic Panic. La location, l’1 Hotel South Beach Miami è costruita con principi e materiali sostenibili, ed anche il catering è stato curato da un ristorante vegano: il Love Life Cafe. Ovviamente senza la visione del fotografo Paul Empson, non ce l’avremmo fatta! I designer hanno inviato la loro interpretazione “coscienziosa” del nostro brief, mentre io e Victoria Bartlett (la stylist) ci siamo dedicate alla ricerca di designer emergenti come Tiziano Guardini, Benedetti Life, ACBC, e li abbiamo mixati nei vari look. Anche i tessuti usati per i copricapi sono a tema, perché li abbiamo ordinati online su SwatchOn – la piattaforma di sourcing che ha fatto una parternship con il CFDA nel 2020 –, che propone tessuti sostenibili partendo da un minimo di tre metri, ottimo per ridurre gli sprechi e molto vantaggioso per i designer che non possono ordinare gli stessi quantitativi dei grandi brand.

LOI: Sappiamo che sei cresciuta a Miami, com'è stato tornare nella tua città natale per scattare per L'Officiel?

La città è cambiata drasticamente nel corso degli anni ed è diventata ancora più speciale grazie all'afflusso di persone nella comunità dell'arte e del design. Il quartiere delle Arti dove abbiamo scattato è il mio quartiere preferito e, secondo me, offre il meglio di Miami. È noto per i muri graffitati e per il fatto che ovunque ci si volti si può trovare una forma d'arte; un luogo perfetto per creare immagini. Caffè interessanti, gallerie e cose da fare e vedere. L'atmosfera di questi luoghi mi rappresenta a pieno.

LOI: Quali cambiamenti significativi hai notato nel corso della tua carriera?

CR: La discussione sulla diversità nella moda e nel mondo, e la mia parte in essa. Fin da giovanissima ho capito che siamo tutti diversi per un motivo, ed è giusto così. Dobbiamo riconoscere quanto sia importante onorarci a vicenda e abolire quei preconcetti gerarchici che alla fine portano solo alla nostra sofferenza collettiva. I diritti degli animali sono una questione di diversità così come lo sono il peso, l’età, il colore, l’etnia. Dobbiamo dare voce a chi non ce l’ha, in modo che ci sia fine alla sofferenza. Un mondo che può dirsi guarito è un mondo che non giudica e non vacilla. Sono stata colpita positivamente dagli stilisti diventati fur-free, come Chanel, Margiela e Tom Ford, Gucci, Prada e Versace. Il cambiamento è possibile ed è già in atto.

LOI: Quali sono i cambiamenti possibili in futuro?

CR: La buona notizia è che rendere la moda 100% vegana è in realtà facile da fare: si tratta di cambiare tessuto. Oggi eliminare tessuti che hanno origine animale o prevedono gli animali nella produzione è possibile. Ci sono molte alternative, come la seta fatta con le rose, le pelli fatte con verdura e frutta come l’ananas. Non è un grosso sacrificio e, francamente, trovo più lussuoso indossare capi creati con materiali nuovi e sperimentali. Dipende dalle scelte dello stilista e dal loro approccio con l’acquirente. Un consumatore che acquista effettivamente gli abiti vegani non fa un atto privo di significato, incoraggerà infatti una maggiore considerazione vegana in futuro. I designer vogliono accontentarli, quindi spetta a loro aiutarli e farlo tramite gli acquisti. Naturalmente, contemporaneamente devono esserci articoli vegani / sostenibili tra cui scegliere. Aggiungere opzioni “coscienziose” a una collezione ogni stagione è un ottimo inizio, offre risposte alla crescente domanda da parte del consumatore consapevole.

LOI: Sei autrice del libro «Hungry», che discute la tua prospettiva sulla diversità, più specificamente sul corpo. Come è cambiata la tua mentalità nei confronti della vita e della dieta da allora?

CR: Immensamente, anche quando il libro è stato consegnato e pubblicato, mi sentivo già trasformata in qualcos’altro, e da allora mi è successo molte volte. Ho adottato una pratica di yoga e meditazione subito dopo l’uscita del mio libro, che mi ha aiutato per la mia crescita interiore. In risposta a questo, anche la mia fisicità è cambiata drasticamente, l’ambiente intorno a me. La mia anima si è arricchita, ho viaggiato e ho esplorato la vita in altri Paesi. Sentivo un’illuminazione dopo l’altra, e ancora adesso è così. La mia vita spirituale è la mia massima priorità e lo è sempre stata, e una pratica disciplinata di yoga e meditazione è il modo in cui continuo ad approfondirla. Nella mia adolescenza e da ventenne avevo sperimentato molte diete per curiosità, ma era un periodo di esplorazione e guarigione. Dopo tutto ciò, ho optato per il crudiveganesimo da circa 4-5 anni. Quando socializzo o sono in giro, non mi vergogno del mio amore per il cibo spazzatura versione vegana e mi permetto di cedere alle tentazioni di tanto in tanto. Questo modo di mangiare è una priorità per il mio equilibrio quotidiano, nel complesso è la dieta più gentile per il pianeta e per il mio corpo. È molto in linea con i miei valori e con chi sono oggi.

LOI: Come fai a mantenere l'equilibrio? E come nota personale, cosa fai nel tuo tempo libero?

Sono del segno dei Gemelli e sono sempre in movimento. Lo stile di vita gioca il ruolo più grande nel mio equilibrio - principalmente lo yoga caldo, la meditazione e la dieta. I viaggi in cui faccio escursioni per lunghi periodi di tempo in solitudine mi aiutano a liberare la mente. I miei viaggi recenti più importanti sono stati il volo in elicottero con mia nonna al campo base dell'Everest, e anche massimizzare il tempo del mio visto vivendo temporaneamente in Israele come base. È il mio posto preferito dove stare. A parte questo, scrivo molto, realizzo progetti d'arte con le immagini e mi piace la fotografia. Suono anche il pianoforte!

LOI: C'è qualcosa che il mondo potrebbe o non potrebbe sapere di te?

Dopo 12 anni di pratica dell'astrologia, sono l'astrologa non ufficiale di tutti, e dopo 3 minuti di conoscenza sarò anche il vostro. Non sto scherzando.

LOI:Come salvare il mondo in una frase?

CR: La società ci insegna a dare per scontato che tutto, a parte noi stessi, non sia senziente, fino a prova contraria, e che dovremmo agire di conseguenza. Io la penso al contrario e vi consiglio di partire dal presupposto che tutto sia da considerare vivente. Solo ragionando in questo modo ho trovato me stessa. 

EDITORIAL CREDITS

Photography PAUL EMPSON

Styling VICTORIA BARTLETT

MODEL: Crystal Renn; HAIR: Kenta Koda e Shino using vegan and cruelty free

Hair colour @ MANIC PANIC e hair products @ R+CO e AMIKA

MAKE UP: Saito Chichi @ ARTDEPTAGENCY using vegan skincare @ BIOSSANCE and vegan makeup @MILKMAKEUP

STYLIST ASSISTANT: Danielle Wellington;

LOCATION: 1 Hotel South Beach Miami.

1 / 9
Felpa con cappuccio, gonna di cotone stampato, turtleneck di jersey, PRADA
Abito di cotone a stampa floreale, VALENTINO; turbanti di tessuto vegano, SWATCHON
Top a pois, MM6 MAISON MARGIELA; gonna di tessuto stampato, SACAI; headpiece, SWATCHON; anelli,VERSACE
Cappotto, TIZIANO GUARDINI; polo a righe e gonna plissettata, LACOSTE; turbante, SWATCHON; anello, VERSACE
Mini abito di crêpe, STELLA McCARTNEY su abito di paillettes, JIRI KALFAR; headpiece e cintura, SWATCHON; borsa di pelle vegana, ADELAIDE; sandali, MOHOP. NELLA PAGINA ACCANTO—Abito di cotone a stampa graffiti con inserti di raso, LOUIS VUITTON; banda, SWATCHON
Abito di cotone a stampa graffiti con inserti di raso, LOUIS VUITTON; banda, SWATCHON
Cappotto, abito di cotone crochet e occhiali da sole, BOTTEGA VENETA; pantaloni, JIRI KALFAR; borsa, THEMOIRÈ; sandali, MOHOP
Giacca custom made, THREEASFOUR using SWATCHON fabric; abito plissé stampato, PROENZA SCHOULER; leggings, COLLINA STRADA; anello, MOHOP; sneakers, ACBC
Abito ricamato, BALMAIN; headpiece, SWATCHON

Articoli consigliati