Appuntamento al Gucci Garden
Da Luglio dell'anno scorso al Gucci Garden vengono organizzati degli incontri sull'editoria dal nome Publishing Traffic. Grazie a Gucci gli addetti ai lavori e non solo sono invitati ad assistere a talk che mirano ad esplorare l'editoria in tutte le sue forme. Ieri sera abbiamo incontrato Benoît Béthume, fondatore di Mémoire Universelle, rivista che esce ogni due anni, monotematica e programmatica. Un progetto editoriale che è stato creato da Benoît e da Manuela Pavesi, giornalista, collezionista e fotografa, venuta a mancare nel 2018. Quando non sai che fare della tua vita, la rivelazione su che strada intraprendere arriva nei posti e nei momenti più improbabili, così è successo Benoît, all'epoca stylist, che un giorno mentre passeggiava per lo zoo, in un periodo di forte noia nei confronti dell'editoria contemporanea, ha deciso di fondare la sua rivista. Mémoire Universelle non è infatti definibile come un magazine, è un libro vero e proprio da conservare e rileggere, un'enciclopedia soggettiva, un'eplorazione visiva realizzata insieme all'amica fotografa Estelle Hanania. Dalle ossessioni comuni e una visione estetica condivisa nascono shooting come 'ventriloquiste' e 'la donna scimmia'.
Un lavoro di team e di connessione mentale: "Non abbiamo tanto bisogno di spiegarci, qualche immagine e ci capiamo" ci dice Estelle. La grafica è volutamente basica, l'ispirazione viene dalla fotografia ma soprattutto dal cinema, fonte infinita di idee.
"Nel film la donna scimmia abbiamo trovato ispirazione per il servizio fotografico di una donna pazzesca ma con la barba che girarava per le vie di Versailles. Super vestita e agghindata per creare contrasto coln il suo aspetto" ci racconta Benoit, continuando: "Le storie della rivista parlando della natura umana. Volevano creare una sorta di mitologia dell’umanità."
Memoire Universelle è un progetto editoriale a scadenza, nel 2028 finirà, così è stato deciso in origine e così il fondatore ha deciso di mantenere la sua formula di editoria alternativa. Un'idea editoriale differente da quella a cui siamo abituati oggi che si basa su una continua esigenza di creare contenuti per un pubblico sempre più vorace. Benoît ci spiega che all'epoca il web era basato sui blogger, su un'idea di contenuti veloce, c'era sempre una nuova it bag, e poi è arrivato Instagram che ha ulteriormente accellerato il tutto: "La lentezza è alla base. Volevo qualcosa che si potesse tenere sul comodino per più di una stagone. Piu un libro che un magazine. Volevo fare qualcosa di solido e duraturo: di contenuto.".