Anonymous Truth
@dietprada, l’account Instagram di cui tutti stanno parlando, non è soltanto il semplice confronto di due immagini (una sempre più recente dell’altra) che urlano a plagi, più o meno palesi, nelle collezioni di moda appena viste. Gli autori del profilo si interrogano (o denunciano?) se ci sia, per esempio, un rapporto tra la FW16 di Vuitton e la resort 2018 di Mugler, “ree” di avere le medesime gamme cromatiche. Oppure sulla sovrapponibilità dei tagli asimmetrici del giovane brand francese Boyarovskaya con quelli della precedente sfilata invernale di Céline. Analizzano i volumi di certi abiti di Rochas e Balenciaga o le borse rosse di Ferragamo e di Carolina Herrera, non scadendo però mai in un mero “gossip” di corsi e ricorsi storici. Il duo, che ha scelto l’anonimato, spiega la questione con piglio sociologico, partendo dall’omaggio a Prada nel loro nome d’arte. «Siamo da sempre grandi fan del brand. Abbiamo studiato design e storia del costume e Miuccia Prada è la nostra “eroina” perché ha capacità di intelletto e innovazione. Rifiuta e non sostiene le tendenze del momento, al contrario di altri suoi colleghi», dichiarano. Il marchio italiano così diventa per loro prototipo di bello e perfetto. «Per questo abbiamo inserito Diet nel nostro nome, con funzione ossimorica di Prada, perché oggi i designer ci propongono una versione leggera di moda, spacciata per alta. Quindi possiamo dire che cerchiamo di mostrare la parte meno ispirata del fashion design». Prendono sul serio la questione della purezza creativa. Se infatti l’idea e il suo ideatore sono difesi con ferocia, i misfatti etici vengono altrettanto causticamente denunciati sulla piazza mediatica. Avevamo puntato i riflettori su una designer di Londra, Jessie V E, che realizzava una serie di number-rings poi riproposti da Valentino. Il marchio è entrato in contatto con la designer e per noi è stata una grande soddisfazione perché vuol dire che ciò che portiamo alla luce ha rilevanza». Per loro la foce dell’emulazione nel campo della moda è localizzabile nel mare magnum del web. «Si fanno ricerche sulle tendenze di cui tutti parlano nei social network», affermano sicuri.
«È la stessa tecnica usata da Demna
Gvasalia. Lui è stato il primo ad
aver capito la generazione Internet.
La rappresenta e intinge tutto di
ironia. E parte la discussione»
Cover : "Ritratto anonimo” del duo dietro Diet Prada. Artwork di Lionel Ruiz (@rzlnl)