Fashion

Let's play with colors, Andrea Incontri ci racconta la sua Benetton

Andrea Incontri, il nuovo direttore creativo di Benetton che lo scorso settembre ha presentato la sua prima collezione, racconta le sue ispirazioni e la voglia di rimanere coerente al DNA del brand italiano.

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Il direttore creativo di Benetton, Andrea Incontri, nel backstage della campagna primavera estate 2023 di Benetton

Text by GIAMPIETRO BAUDO e DONATO D'APRILE

Nuovo direttore creativo delle collezioni donna, uomo e bambino di Benetton dal luglio '22, Andrea Incontri racconta la sua visione del marchio fondato nel 1965. «Il primo incontro con il CEO Massimo Renon è stato molto naturale, ho subito espresso il mio punto di vista sul marchio e su tutto quello che deve fare un designer oggi all'interno di un brand». Onorato di entrare a far parte di questa grande famiglia, Incontri punta a non essere solo un curatore, bensì a conoscere e rispettare tutti i codici di Benetton.

«Uno dei miei obiettivi è cercare di essere rigoroso, esaltare questa meravigliosa realtà e andare a fare un lavoro di alta definizione». Lo scorso settembre, il debutto con la prima collezione nello store milanese di corso Buenos Aires.

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Immagini di backstage della campagna Benetton primavera estate 2023 (Courtesy Benetton)

L'OFFICIEL ITALIA: Raccontaci il tuo primo show..

ANDREA INCONTRI: Sono partito dal DNA del marchio, dalla sua genesi fino ad arrivare alla comunicazione, a ogni singolo negozio. Ho razionalizzato la creatività, secondo una logica legata a fasce di prezzo, all'offerta e alla trasversalità che si può dare a un marchio. Ho cercato subito di trovare un punto di rottura, un elemento di empatia e naturalezza, affiancato da molti professionisti.

LOl: Come mai la frutta ha un ruolo così importante?

Al: Ho una testa geometrica, mi piace molto la matematica e la ripetizione. Il multiplo è una forma quasi ossessiva che determina una intensità di messaggio. Più ripeto e più lo capisci, così ho scelto la frutta come elemento e l'ho ripetuta all'infinito. Nella cultura del corpo e della bellezza il cibo esiste come alimento e per vivere bene. Il messaggio ci riporta alla mania ossessiva di essere sempre belli. Quando scegliamo la frutta l'estetica ha un ruolo importante. La mia prima sfilata è caratterizzata dal quesito sulla bellezza della perfezione, una ripetizione che nasconde degli elementi oscuri. Quando hai degli ingredienti nella tua testa, nella tua memoria, istintivamente li proietti su un progetto. La mia prima collezione è una macedonia, un'espressione vivace e dinamica. Mi piace che ci sia questa freschezza.

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Immagini di backstage della campagna Benetton primavera estate 2023 (Courtesy Benetton)

LOI: Credi nella perfezione?

Al: Assolutamente no, sono gli errori il valore aggiunto. Sbagliare è fondamentale, sarebbe noiosissimo fare le cose in maniera troppo perfetta.

LOl: Cosa pensi di avere in comune con Benetton?

Al: Non essere un uomo di moda. Per me Benetton è cultura di progetto, di una temporalità che a volte non veste la stagione canonica ma ha più respiro. Poi ovviamente la moda c'entra, è un elemento fondamentale in quello che sto facendo da creativo. Sto cercando di costruire un qualcosa che non segua le tendenze, ma vada in una direzione diversa e con radici più solide.

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Da L'OFFICIEL n.697, del 1983 e L'OFFICIEL n.783, 1983 (Archivio L’Officiel)
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Da L'OFFICIEL n. 707, del 1984 (Archivio L’Officiel) e L'OFFICIEL n. 653, del 1979 (Archivio L’Officiel)

LOI: Che valore hanno per te gli archivi?

AI: Gli archivi sono fondamentali, ma non indispensabili. La mia estetica è profondamente legata al passato, ma lo è in piccola parte. Essere troppo citazionisti e ricreare un armadio vintage non ha senso. Il prossimo autunno lanceremo la collezione Re-Edition, una riedizione che interpreta i codici classici. Ho immaginato di prendere in mano un arco e creare grande tensione fino ad andare molto indietro, a una rottura armonica. Poi quando lanci la freccia attraversi il passato, il presente e il futuro.

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Immagini di backstage della campagna Benetton primavera estate 2023 (Courtesy Benetton)

LOl: Quindi, come definiresti la "tua" Benetton?

Al: Quando si comincia a sperimentare una storia in cui a volte l'immagine era più forte del prodotto, cerchi di riportare il focus proprio su questo. Un prodotto capace di avere carattere, perché fino a questo momento la storia del marchio non era così legata a un input creativo ma lo era forse più al racconto. Oggi Benetton la potresti comparare ai colossi del fast fashion. In questa azienda c'è però uno storytelling, la splendida storia italiana di un marchio di famiglia, di Massimo Vignelli, Tobia Scarpa e Oliviero Toscani.

LOl: Per te, che ruolo ha il colore?

Al: Ho cercato da subito di fare un lavoro bold, attraverso colori timbrici e quasi industriali, decisamente pieni. Ed è anche un lavoro di forme e di geometrie, gli ingredienti non sono solo i colori ma la materia. Questa, si sa, è colorata e quindi ci sono più coordinate. Non avevo mai lavorato con il colore, anche per me rappresenta una scoperta.

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Immagini di backstage della campagna Benetton primavera estate 2023 (Courtesy Benetton)

LOI: Come è stato portare in passerella un mondo così democratico?

AI: Credo che una delle caratteristiche di Benetton debba essere la facilità. Quando sei popolare devi arrivare a tanti e quindi devi essere semplice nel messaggio. La cosa più divertente è che a me è sempre stato dato del concettuale e dell'intellettuale. Io amo lavorare sulla sottrazione e la semplificazione. La collezione, nel suo approccio creativo, è quindi oggettivamente democratica sia nelle vestibilità che nei colori e nelle forme.

LOl: Cosa significa per te essere genderless?

AI: Avere una visione naturale. Tutto ciò è già da tempo parte della mia storia. Il fatto che i due mondi si influenzino è bello, per me è sexy vedere elementi tipicamente maschili indossati da una donna e viceversa.

LOI: C'è qualcosa che vorresti disegnare un giorno per Benetton?

AI: Un hotel, perché ciascun prodotto vive dentro delle case e mi piacerebbe far ritrovare quel sentimento anche a chi si trova in una situazione transitoria, e si trova per 24 ore in un ipotetico spazio. Lo immaginerei con una filosofia temporary, vorrei poterlo trasformare continuamente in modo diverso. Tornando al discorso della non-perfezione forse lo vorrei anche un po' sbagliato.

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Foto della campagna Benetton autunno inverno 2022-23 (Courtesy Benetton)

LOl: Il tuo primo ricordo legato a Benetton...

AI: Ero con mia madre in un negozio, sin da bambino mi è sempre piaciuto vestirmi. Ero indipendente e particolare, volevo delle scarpe che potessi allacciarmi da solo. Ricordo molto bene come ero felice e soddisfatto di aver trovato un modello coloratissimo, ma soprattutto con il velcro per essere più autonomo.

LOI: Come vedi il tuo futuro da Benetton?

Al: Oggi è come se avessi preso delle chiavi con cui ho aperto la porta di una bellissima casa a più piani, nella quale mi riconosco. Sono in una prima fase, al piano terra, e spero di salire tutti i piani. Sono felice di lavorare in questa azienda. Sono molto orgoglioso, grato di questa opportunità. Penso che si possano fare delle cose meravigliose

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Foto della campagna Benetton autunno inverno 2022-23 (Courtesy Benetton)

LOI: Ci saranno altre sfilate?

Al: La sfilata è stata un valore aggiunto, ha funzionato soprattutto dal punto di vista commerciale. Abbiamo moltissimi negozi nel mondo e ci sono figure molto importanti che sono state presenti allo show. Per loro è stato uno strumento utile per comprendere il capo, la sua dinamicità. Quindi il rapporto con le sfilate è destinato a svilupparsi nel tempo, magari la prossima volta non in uno dei nostri negozi ma in un hangar.

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