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Racconto misterioso: il talk con Alessandro Michele di Triennale Milano

Nel ciclo di conversazioni "Pick your Mystery" alla Triennale di Milano, il direttore creativo di Gucci racconta il suo rapporto con lo sconosciuto e il mistero riflettendo insieme all'astrofisica Ersilia Vaudo.

Nella foto il ritratto di Alessandro Michele Direttore Creativo di Gucci
Alessandro Michele Direttore Creativo di Gucci

Ospite di Triennale Milano, Alessandro Michele affronta un dibattito che coinvolge i misteri dell'ignoto insieme a Ersilia Vaudo, astrofisica nonchè curatrice della 23ª Esposizione Internazionale intitolata Unknown Unknows. An Introduction to Mysteries. Dopo la conversazione con Maria Grazia Chiuri, Stefano Boeri archistar e attuale presidente di Triennale Milano introduce il percorso dialogato riflessivo guidato da delle immagini selezionate da Ersilia: «Con gli appuntamenti "Pick your Mystery" vogliamo ragionare su quello che sappiamo di non sapere. Un'indagine sull’ignoto e il mistiero. Alessandro Michele alla guida di Gucci sta rivoluzionando la prospettiva dell’immaginario quotidiano. Durante gli anni trascorsi con la Maison ha saputo sfiorare il fantastico, facendolo diventare reale.»

Dopo un primo incontro con il Direttore Creativo di Gucci, l'astrofisica e Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Ersilia Vaudo ha cercato subito di immaginare alcuni link tra il suo mondo e quello di Alessandro Michele: «Entrambi abbiamo sempre riconosciuto un forte desiderio di uscire dalla propria comfort-zone. Siamo attratti da tutto ciò che ci è sconosciuto e credo questo sia un forte motore di stimolo per il nostro lavoro»Parlando di zone di comfort, Alessandro Michele ammette subito «Conosco poco la tua materia, mi sento come un uomo del medioevo, mi reputo un animale selvaggio e assorbo immagini per sbaglio. L’ignoto, il sapere e il conoscere è come se fosse un entità che mi travolge ogni volta. Tutto il mio lavoro funziona come se fosse un ponte naturale tra le cose che conosco e quelle che non conosco. La creazione stessa è la nascita di qualcosa che non esistiva prima, qualcosa di intangibile, per quello custodisco e mi prendo cura di tutte le cose che non conosco. Faccio un esempio: quando stavo lavorando ad una mia collezione, mi sono ritrovato tra le mani un libro incredibile del 600, al suo interno c'erano tavole iconografiche che rappresentavano giardini immaginari. Queste immagini al mio occhio facevano parte di un'area sconosciuta, fantastica. Queste sono quelle che io chiamo situazioni da preservare, materiali ideali da proteggere. Amo tutto ciò che non conosco e non conoscere l’ignoto è al core della mia pratica creativa».

Poi Ersilia Vaudo mostra una foto e un video di un esplosione stellare di una supernova, e insieme analizzano la tematica del tempo. «Da sempre sostieni di oscillare tra presente e passato. Che cosa significa per te?» «Per me il tempo è incertezza, qualcosa di inventato a tavolino, perchè la natura non è mai stata interessata al tempo. Noi siamo piccoli e paurosi e questo tempo ci interessa per rasserenarci. Io temo il tempo. Nel mio ufficio ci sono tantissimi oggetti, alcune cose appartengono al passato altre al presente. In fondo gli oggetti sono tracce del passato che vivono con me». Poi Alessandro Michele riflette sul suo rapporto con gli oggetti: «Gli oggetti sono un ingombro fisico ma allo stesso tempo sono portatori di storie umane, rappresentazioni, io ho un vero e proprio dialogo con gli oggetti. Mi prendo cura di cose che non avrebbero bisgono di cura. Sicuramente un rapporto intimo. Gli stessi abiti dichiarano guerra a questo concetto, perchè sono molto intimi ed oltre a toccarci fisicamente ci rappresentano e sono intrisi di vita anche se sono posati su un manichino in una mostra o posati su una sedia. Amo l’ambiguità degli oggetti.»


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Alessandro Michele Direttore Creativo di Gucci

"Mi prendo cura di cose che non avrebbero bisgono di cura"

Poi viene presentata una foto satellitare della Terra e viene indirizzata una riflessione sull'ossigeno. Qui Esilia Vaudo spiega che l'aria è ragione di vita, dipendenza umana che restituisce i colori al nostro Pianeta Terra: «Non sapevo che i colori provenissero dall’ossigeno. Ma è bellissimo essere ignorante, perchè si può godere tanto da ogni scoperta.» spiega Alessandro Michele, «Aria la mia ultima collezione che celebra i 100 anni di Gucci ha preso una strada che non corrispondeva al tempo. Volevo ripartire da un tempo tutto mio. Dopo tanta aria che mi mancava a casa, ho visto nella mia terrazza a Roma una serie di uccelli e pappagalli esotici. Ho consapevolmente capito che gli animali si stavano riappropriando della Terra e che l’ossigeno produce tutte le cose che mi circondano. L'aria è un inno alla vita e alla bellezza. Il mio show era un allegoria del presente e Aria era incalzante come parola. Se avessi conosciuto questi argomenti prima sarebbero nate tantissime altre cose».
 
«In che momento ti fidi della creatività?» domanda Ersilia ad Alessandro Michele, «La creatività è qualcosa di misterioso. Penso che la creatività sia del pianeta Terra. Anche gli animali inosciamente sono creativi, devono ottenere cibo per sopravvivere sulla Terra. Io, come ogni animale, sono abbandonato nella terra di mezzo della creatività, cerco di coltivarla e cerco di lasciarla sfogare. Bisognerebbe essere più porosi e aperti per perceprine di più. Non capisco nemmeno il momento in cui il mio cervello restituisce o rigurgita le idee che utilizzo, e credo che ogniuno di noi vive la creatività a modo suo. Io la pratico in maniera misteriosa.» Poi aprono una discussione sull’inesplorato: «Intanto non credo all’idea di sapere e vedere tutto. Trovo che sia necessario lasciare alcune zone sconosciute per dar spazio all'immaginazione. Mi sento più vicino a Marco Polo più che Cristoforo Colombo. Mi fa impazzire il dubbio perchè ti lascia aperto possibilità di produrre immagini nuove e viaggi mentali. Non è tanto interessante vedere le cose per come sono. Per questo io viaggio poco fisicamente.»

Mi capita di lavorare con cose presunte che non so se esistono per davvero. Lavoro con i colori e penso che la luce sia qualcosa di primordiale. Amo la materia amo tutto quello che riflette la luce e anche per questo ho sfidato le convenzioni del fashion system portando tutto quello che è luminoso sui marciapiedi alla luce del giorno. La luce è magica e affascinante, un dialogo misterioso e ambiguo. Alessandro Michele 


Poi Ersilia conclude il talk con la domanda "Pick your Mystery" chiedendo qual'è un mistero per Alessandro Michele. «Il sotterraneo mi sembra uno dei misteri più affascinanti. È misterioso, non sappiamo mai cosa c’è sotto, è archeologico. Tutto quello che sta sotto è qualcosa che non si vede, ma spesso tira fuori cose estremamente interessanti. In fondo noi ci conosciamo anche fin troppo».

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