Come combattere l'ansia da coronavirus con 3 consigli del lifecoach
Una delle sensazioni che in questi giorni proviamo di più è di sicuro l’ansia. Il nostro cervello è inondato di domande, sensazioni d’incertezza, dubbi e paure. Da una parte la nostaglia del passato, dall’altra il futuro che appare incerto. Se potessimo forse faremmo come Elizabeth Gilbert, personaggio interpretato da Julia Roberts in Mangia, Prega, Ama, al quale viene insegnato come praticare correttamente la tecnica della meditazione e l'insegnante elabora l'immenso potere che sta dietro: "Devi imparare a selezionare i tuoi pensieri nello stesso modo in cui selezioni i tuoi vestiti ogni giorno, ora che è un potere che puoi coltivare" "Se non riesci a dominare i tuoi pensieri, sei nei guai per sempre" "Smetti di provare, arrenditi." Purtroppo non si può correre in India a ritirarsi in un ashram, ma alcuni insegnamenti sono possibili anche tra le mura di casa. “ Be Here Now” cantavano gli Oasis nel 1997 ed è nella semplicità di questo messaggio, ovvero di vivere il momento, di esserci qui e ora, che si racchiude il segreto per vivere al meglio questo delicato momento storico, sociale e culturale. Abbiamo incontrato Luca D’Amico, Lifecoach, Counselor aziendale sistemico ed esperto di training psicofisico, e inventore del metodo lifeshifting per farci spiegare cosa ci passa per la testa.
Il cervello e l’ansia del cambiamento
Sono due i movimenti del cervello “preoccupato”: uno verso il passato e uno verso il futuro. Quando il pensiero ripercorre il passato crea emozioni di nostalgia, di ricordo, di malinconia. Le credenze, le convinzioni e i pensieri ai quali fa riferimento sono riconducibili a esclamazioni di questo tipo: “ si stava meglio quando si stava peggio” ..”come stavo meglio prima!”… “com’era bello quando eravamo..” …”mi manca tanto quello che avevo. Mi manca tanto quello che c’era”. Quando il cervello, invece, si muove verso il futuro, crea altre emozioni che oscillano tra ansia o panico e si manifestano spesso sotto forma di espressioni comuni come: “Ma chissà che cosa succede”, “Non c’è limite al peggio”, “Di male in peggio”… “Dalla padella alla brace”. Quando la mente s’identifica con uno di questi due movimenti, tutta la propria personalità egoica (ovvero quel falso senso di sé) è tesa verso il primo o il secondo modello di pensiero. Mediante la Proiezione Egoica un individuo cerca di evitare la consapevolezza di una particolare tendenza inconscia (impulso, emozione o sentimento), negandone le proprietà.
Non abbiamo scappatoie, siamo all’interno di un movimento che ci trascina o molto lontano nel passato o molto lontano nel futuro rispetto a quello che stiamo vivendo ma soprattutto a come lo stiamo vivendo. C’è un modo di uscirne, ma occorre riportare tutta la propria attenzione al momento presente. L’individuo è prigioniero della mente, quando i suoi pensieri prevalgono sulla realtà. Il prevalere della Mente Egoica, proietta l’individuo in un luogo e in un tempo che è diverso dal presente, gli impedisce di concentrarsi sull’esperienza attuale. E’ come se l’individuo, fosse stato rapito dal suo passato o proiettato nel futuro, in quanto incapace di vivere nel presente, ma il presente è di fondamentale importanza in quanto è dove l’individuo esiste. Accettare il presente è l'unico modo per non essere in balia dei nostri stessi stati d’animo, ripetutamente alimentati dalle sorgenti mediatiche o dalle emozioni delle persone circostanti al nostro ambiente. Perdiamo la nostra Sovranità, il nostro potere ed entriamo in uno stato di frustrazione.
Ecco 3 semplici trucchi per riportare il nostro potere interiore al centro di noi stessi.
1- RESPIRO: quando arriva l’attacco dell’ansia, fermarsi fisicamente e prendere contatto con il respiro (significa semplicemente ascoltare l’aria che esce e l’aria che entra). Non aspettate a farlo, anche se avete qualcosa che in quel momento vi sembra molto più importante, se l’ansia arriva vi impedirà lo stesso di svolgere qualunque azione o compito vi eravate prefissati.
2- MI FERMO: fermati, ferma qualsiasi cosa stai facendo , se puoi chiudi gli occhi per qualche secondo e poi riaprili e poi richiudili ancora, vai avanti così, come in un film in cui ci sono dei momenti di sospensione. Ti aiuterà a riprendere il controllo.
3- TORNA AL CORPO: porta L’attenzione al corpo: che cosa stai toccando. interrogativo che cosa stai sentendo? Che cosa stai bevendo? Che cosa stai guardando?
FATTI UN’UNICA DOMANDA: Adesso che hai recuperato un po’ di calma, per un attimo stacca i pensieri. E chiediti “ma ADESSO come sto?”, non rispetto a quello che vorrei o che avevo. Rispetto ad adesso.. come stai? Come stai quando spegni la televisione interna? Cosa senti? Entra in contatto con questo momento presente, ascolta l’aria che entra e l’aria che esce e chiediti: Come sto?.
Scoprirai che c’è una dimensione diversa, che dipende direttamente dal fatto che in questo momento, quando ti fai questa domanda, NON stai usando la parte del cervello che si è identificata con la personalità, quindi che non sta viaggiando nel passato o nel futuro, ma sta esattamente ascoltando il tempo presente.
Questa parte è una parte profonda di te, che appartiene a tutti noi, una parte che è allocata sempre all’interno della nostra testa, ma sottostà agli emisferi, ma soprattutto non è assolutamente coinvolta dal moto interiore che ci agita.
La metafora che spesso si utilizza è quella del mare con le onde.
La parti emisferiche sono le onde e la personalità è l’agitazione delle acque, ma sappiamo che esiste anche una parte più profonda del mare è quella che non risente del movimento della superficie delle acque . Questa parte quando risponde, perché viene da te stesso contattata, non può che rispondere :
“Io sono , calmo”.