Il nuovo libro "Diana Vreeland. Bon Mots."
Audace, sagace e sarcastica, prima ancora che giornalista Diana Vreeland era una socialite. Nata a Parigi, faceva parte di una famiglia dellʼalta società americana, come la cugina Pauline de Rotschild, ed aveva sposato il banchiere Thomas Reed Vreeland, con cui era lʼanima delle feste più esclusive di metà Novecento. E, non certo accidentalmente ‒ anche se si racconta che era entrata nelle redazioni perché notata per il suo modo di vestire eccentrico ‒, era stata caporedattrice di Harper’s Bazaar, (celebre la rubrica “Why donʼt you...ˮ) e direttore di Vogue America, per un totale di quarantʼanni; infine, consulente del Costume Institute at the Metropolitan Museum of Art di New York. Su di lei circolano infiniti aneddoti, ma è una delle poche persone per le quali il termine “icona della modaˮ, risulta totalmente appropriato. E non solo per il bocchino lungo venti centimetri o gli stivali di lucertola rossa ma per aver creato storie fotografiche straordinarie con Irving Penn e Richard Avedon, scoperto modelle come Marisa Berenson, a un ballo delle debuttanti e Veruschka. E in effetti, la modernità, intelligenza e ironia della Vreeland sono una costante della sua storia. Non era bella, ma follemente elegante ed è stata una influencer ante litteram, con una grande sicurezza di sé. La si coglie nelle tante frasi raccolte dal nipote Alexander nella nuova collezione “Diana Vreeland. Bon Motsˮ. Un divertissement, anche grazie alle illustrazioni dellʼartista inglese Luke Edward Hall, da sfogliare e leggere: “Un nuovo vestito non ti porta da nessuna parteˮ, riporta una delle frasi, “semmai è la vita che vivi dentro quel vestitoˮ. E i suoi abiti, assolutamente eccentrici, non sono stati niente a confronto della sua vita.
L’eredità di una nonna (davvero) speciale
Curato dal nipote Alexander Vreeland, che ne ha raccolto l'eredità, il libro, edito da Rizzoli Usa, in uscita a Marzo 2020, raccoglie frasi, aforismi e suggestioni della socialite e giornalista americana Diana Vreeland.