Interviste

#WONDERWOMEN: Mathilde Laurent

In conversazione con Mathilde Laurent #WONDERWOMAN de L'Officiel Italia
human person drawing art

Formatasi all’ISIPCA-Institut Superieur International du Parfum, nel 1994, a 23 anni, Mathilde Laurent inizia a lavorare con Jean-Paul Guerlain. Nel 2005 diventa perfumer in house di Cartier, dedicandosi per prima cosa alla creazione di un servizio di fragranze su misura. Passata poi alla creazione di profumi per il pubblico, ha fondato il suo lavoro sul rifiuto di seguire i luoghi comuni della profumeria, perché, citando Edmond Roudnitska: «Un bel profumo è quello che vi procura uno choc».

Quando Cartier ti ha nominata Perfumeur in house, le altre maison nello stesso ruolo avevano, e avrebbero continuato a nominare per molti anni a venire, solo uomini.
Nel mestiere ci sono sempre state tante donne, autrici di creazioni straordinarie, ma la società in generale e la stampa in particolare, considerava più gli uomini. Ora è diverso, c’è una fierezza condivisa del successo delle donne, una solidarietà evidente

Com’è stato il passaggio da Guerlain a Cartier?
Cartier e Guerlain sono simili, non solo per la storia e l’heritage di entrambi, assolutamente impressionanti, ma per la supremazia sugli altri marchi, e l’audacia e lo spirito di innovazione che li ha sempre contraddistinti. Di Cartier in particolare mi piace la ricerca dell’audacia e l’assoluta contemporaneità, che è insieme comprensione dell’epoca e visione del futuro

Come nasce un profumo Cartier?
Seguiamo lʼistinto, l’intuizione, da noi non esistono regole marketing

Quale l’origine del trittico di nuovi profumi Les Epurs?
Il luogo comune, l’unica idea dietro al profumo oggi sembra essere la seduzione. Io volevo invece tornare all’idea del piacere primordiale che si prova a contatto con la natura, rispondere al desiderio di chi vuole profumarsi in maniera semplice, delicata, leggera. La natura è la culla della profumeria, come della gioielleria, ci offre la bellezza, la meraviglia degli odori e delle pietre. Come diceva Huysmans (in “Controcorrenteˮ, nda), gioielliere e profumiere fanno lo stesso mestiere. Nella maggior parte dei casi oggi i profumi sono troppo sofisticati, non hanno nulla a che fare con quelli che sentiamo in natura. Si parla di ingredienti naturali, ma quando li vai ad annusare non ricordano la natura! Al contrario, penso sia molto più interessante catturarne la bellezza anche con ingredienti di sintesi. E vorrei ricordare che, rispettare la natura è anche fare meno cultura intensiva! I fiori e il frutto protagonisti di Pur Muguet, Pur Magnolia, Pur Kinkan si sono imposti come scelte evidenti: il mughetto è un grande protagonista della storia della profumeria. Rappresenta l’effimero per eccellenza, ed è stato il protagonista del mio debutto da Guerlain. La magnolia oggi è presente in fin troppi profumi: ho voluto toglierle il coté romantico, troppo dolce, che le attribuiscono gli altri, e mostrare il fiore “croccante”. Per lo stesso motivo ho immaginato una colonia con note esperidate non scontate, quelle del mandarino cinese.

La tua creazione più notevole?
L’Heure Perdue, l’XI ora della collezione Les Heures du Parfum. Un profumo interamente costruito con note vvdi sintesi, perfetta espressione di quel culto  dell’osare tipico di Cartier.  

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