Vintage Hunter: l'intervista a James Chester di Another Kind
James Chester è il founder di Another Kind, uno degli archvi di moda e pezzi rari più rilevanti. I suoi designer di riferimento sono Vivenne Westwood, Alexander McQueen e Miguel Adrover.
La pagina Instagram @Another_Kind ha visto la luce nel 2017, perché il suo fondatore James Chester voleva raccogliere e condividere le sue references e ispirazioni preferite: arte, design, moda, cinema, fotografia e storia, fino a diventare una sorta di enciclopedia visuale dinamica e in continuo aggiornamento; a sua volta un’ispirazione concretizzatasi in una community online con una missione: educare al contenuto e onorare la sua origine. Oggi lo spazio in Notting Hill, Another Kind World, consente a passato e presente di convivere attraverso pezzi da collezione che siano libri, capi vintage o arte. Tutto è iniziato con il trasferimento di James a Londra nel 2012, il vintage è stato un modo come un altro per mantenersi mentre studiava. «L’ossessione è arrivata come una risposta alla moda contemporanea dell’epoca che non mi ispirava. I capi vintage invece mi permettono di esplorare la storia e l’artigianato. Guardare le mie scoperte influenzare le nuove collezioni mi ha fatto sentire coinvolto nella moda senza diventare un ingranaggio della macchina». Un coinvolgimento assiduo che vanta un archivio tra i più rinomati, e invidiati, anche tra i suoi colleghi. «Il mio guardaroba è pieno di tesori, ognuno con la sua storia. Sono orgoglioso di un raro abito gonfiabile di Issey Miyake della collezione P/E 2001 di “Silent Poets” trovato in uno scantinato di Parigi, una tuta con corsetto in lana grigia di Azzedine Alaïa della P/E 1988, esposta nella mostra di Naomi Campbell al Victoria & Albert Museum, e un abito in pelle dipinta a mano di Roberto Cavalli dell’A/I 2003». Annata fortunata, in cui per puro caso ha anche conosciuto John Galliano, «stavo guardando, al lavoro, la sua sfilata Dior P/E 2003 haute couture online, quando è entrato nell’ufficio. Ha riconosciuto immediatamente la musica e l’abbiamo guardata insieme su YouTube mentre lui raccontava ogni aspetto e ispirazione». D’ispirazione come anche il lavoro di Westwood e McQueen. E se dovesse scegliere tra i due «è come scegliere tra le radici e la fioritura di un albero della moda rivoluzionario. Westwood piantò i semi della ribellione e McQueen li coltivò fino a farli fiorire in modo straordinario». La moda è audacia ma anche tempismo, regole valide anche nella caccia del vintage: «Ho trovato pezzi oscuri prima che diventassero mainstream o gemme che non potevo permettermi in quel momento. Costruire un archivio di moda non è solo una questione di metodo ma anche di fortuna». Come quella che ci vorrebbe per trovare qualche pezzo di Miguel Adrover, «il suo lavoro è estremamente trascurato e difficile da trovare».