Interviste

Hu, Vergo, Cmqmartina cantano "Ti Voglio" per celebrare la chiusura del mese del pride

Una canzone dall'intensità potente, diventa una cover electro pop per un racconto transgenerazionale. Tra umanità, amore libero e identità: in occasione della chiusura del Mese del Pride, abbiamo parlato con Hu, cmqmartina e Vergo, Proud Heroes di Amazon Music 

Hu, Vergo e cmqmartina, Proud Heroes di Amazon Music.
Hu, Vergo e cmqmartina, Proud Heroes di Amazon Music.

"Ti Voglio", interpretato da Ornella Vanoni per la prima volta nel 1977, era un pezzo d'avanguardia per l'epoca quando "paradossalmente erano più chiusi, ma più liberi". Oggi tre artisti rappresentanti della comunità LGBTQ+ e Proud Heroes di Amazon Music, Hu, Vergo e cmqmartina, hanno reinterpretato questa canzone in occasione della chiusura del mese del pride. Sull'importanza di manifestare, sul pride che non è "un carnevale di Rio", ma un momento di collettività e forte individulità allo stesso tempo, indefinitezza non è debolezza, ma la bellezza di scoprirsi in un mare di possibilità: Hu, Vergo e cmqmartina a confronto. Perché la verità è forza e come esseri umani abbiamo il dovere di dire la nostra. 

>> Scorri verso il basso per leggere l'intervista a Hu, Vergo e cmqmartina, dopo aver realizzato il videoclip "Ti Voglio" per celebrare la chiusura del mese del pride.

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Hu, Vergo e cmqmartina in alcuni frame del video della cover "Ti Voglio" diretto da Gaia Bossi.

LOI: Cosa vuol dire prendere una posizione, come artisti oggi e come lo è stato da ragazzi? 

VERGO: Per me prendere una posizione è sempre stato essere me stesso e basta. Da sempre è la mia più grande rivoluzione. Essendo ciò che sono e comportandomi in modo libero, scateno delle reazioni.

HU: Chi non prende una posizione è il peggiore degli ignavi. Dobbiamo imparare a decidere nel bene e nel male, è importante esporsi e giustificare le proprie posizioni. Ci ho messo un po' a fare coming out, debolmente non prendevo una posizione: non appena è successo, sono rinata.

CMQMARTINA: È doveroso farlo. La cosa speciale dell'essere artisti è che abbiamo la possibilità di arrivare a tante persone e parlare anche per chi non può o non vuole farlo.

VERGO: In quanto artisti, abbiamo il dovere di parlare per chi rimane in silenzio, con il sorriso fisso in viso, ma dentro sta morendo. 

LOI: Il mese del pride e perchè celebrarlo. Cosa significa per voi?

VERGO: Il pride non è celebrare, è proprio manifestare. Perchè tutti quegli episodi di violenza omo-bi-transfobica a cui assistiamo ogni giorno non succedano più. 

HU: Il pride non è una parata, un carnevale. Il vero problema legato a contesti come il pride, è proprio la percezione, la comunicazione. Il progetto di Amazon Music ha iperesposto una problematica complessa e molto reale, in maniera semplice e pop. Se penso a mia mamma o ai miei concittadini di Fermo, credo che un lavoro come questo, più di tanti altri, sia potuto arrivare anche alle generazioni più adulte. Non dobbiamo escluderle o metterci in conflitto a priori. Non ha senso parlare di noi a noi. L'estensione del problema, risolve il problema.

CMQMARTINA: Fare delle lotte clamorose a sostegno degli altri. In questo momento storico e sociale così critico è necessario esporsi. Il problema grande è che non ci sono tanti artisti, su tutti i livelli, che lo fanno.

LOI: Un messaggio difficile detto in maniera semplice: questo il pensiero dietro al video realizzato da Amazon. Cosa vorreste dire oggi al voi ragazz*?

HU: Vivere in maniera libera è la più grande delle conquiste. Abbiamo solo una vita, vale la pena avere paura di dire le cose?

VERGO: Parto da un ricordo: io da ragazzino avevo solo la musica. C'era questo grande distacco tra gli artisti italiani e quelli stranieri; i primi si rifugiavano in un mare di silenzio e non esprimevano mai davvero la loro identità, mentre all'estero avevamo l'esempio di Freddie Mercury e Purple, più liberi di così! Se ci penso oggi mi emoziono. Ora possiamo dire la nostra, abbiamo una voce, prima non ce l'avevamo.

HU: Vorrei che tanti non si nascondessero. Lavorare il sistema da dentro come delle formichine attraverso piccole azioni quotidiane.

LOI: Le vostre voci hanno unito le forze per cantare il brano "Ti Voglio" di Ornella Vanoni, cos'è l'amore per voi?

HU:  La canzone riadattata e con l'art direction di Gaia Bossi, parla di amore libero. Il brano della Vanoni, era super avanti già per il 1977, perchè lei era avanguardia pura nella sperimentazione. Chiunque proverà un amore che non rispetta gli standard sociali, si sentierà sempre fuori luogo e non capito. Invece bisogna avere cura di questo, cura dell'amore.

VERGO: Io ho fatto coming out a 25 anni, quando ho scoperto un amore. Tutto gira intorno all'amore e al voler amare. È stata una grande responsabilità realizzare una cover del brano di Ornella Vanoni, così forte e potente: non abbiamo mai voluto modificarne l'anima originale, abbamo ampliato il messaggio, forse lo abbiamo reso ancora più universale.

CMQMARTINA: Il brano e il videoclip parlano di battaglia d'amore, la battaglia che noi portiamo avanti tutti i giorni. È stato incredibile lavorare in studio con quelle due anime bellissime di Vergo e Hu sul pezzo della Vanoni. Parliamo di passione e coraggio: le storie che abbiamo raccontato sono le storie di tutti.

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LOI: Pensando al risultato finale del videoclip, la prima cosa che vi viene in mente?

HU: Tensione emotiva. E Lady Gaga.

VERGO: Emozione, romanticismo e tantissimi pianti collettivi.

CMQMARTINA: Un'alchimia pazzesca. E il cast, super inclusivo e reale, che ha fatto la differenza.

LOI: Avete citato Lady Gaga.

HU: Lady Gaga da un punto di vista musicale, creativo e scenico è stata l'artista che ha sempre promosso il tema della libertà d'amare. E poi parlando della musica, rispetto al brano originale, la nostra versione è molto più vicina alla scena electro-pop: il clubbing e la musica elettronica di Chicago, Berlino, Detroit sono nati come movimenti rivoluzionari e di aggregazione nelle warehouse, per abbandonarsi alla musica e alla libera espressione.

VERGO: Il progetto è stato bello perchè è partito proprio dalla comunione di mondi diversi in una chiave musicale di sperimentazione. Personalmente mi ha sempre affascinato il trasformismo e la sperimentazione alla Lady Gaga.

CMQMARTINA: Abbiamo campionato delle batterie della canzone di Lady Gaga "Bad Romance" e le abbiamo nascoste dentro il pezzo. Il risultato è stato super interessante: abbiamo tenuto fede all'originale della Vanoni, citando anche grandi miti molto diversi da lei.

LOI: Parlando del tema difficilissimo dell'identità: sei chi sei o sei quello che dici? E come si costruisce la propria identità?

HU: Si cammina su un filo sottilissimo e a volte pericolosissimo: l'identità fa parte di quello che noi siamo, le esperienze che abbiamo vissuto, il contesto da cui veniamo; è un mix di risposte ad un mare di domande. È un qualcosa che si evolve ogni giorno e che richiede tanto lavoro su se stessi. Un magma che va affrontato con cautela, senza fretta, ma quando la centri ti alzi meglio la mattina. 

VERGO: Rispondendo alla domanda come si costruisce: con delicatezza. Non credo nella costrizione permenente in una sola identità, soprattutto in quanto artista. Oggi per me è impensabile affermare di essere qualcosa e pensare di esserlo per sempre.

CMQMARTINA: Per quanto a volte tendiamo a soffocarla, è un qualcosa che hai dentro. Tutto sta nell'accettarla, nel raccontarci davvero a noi stessi e poi iniziare a raccontarci agli altri. La cosa che più ammiro negli altri? Mostrarsi fragili senza timore.

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