Food

Milano Fashion Week: Place to be

Non solo moda, anche food, nuovi ristoranti e vecchie glorie della gastronomia milanese. 
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Segui i nostri consigli per una giornata, dal caffè alla cena, all'insegna della buona cucina Italiana. 
Milano simbolo della moda ma anche delle tendenze in fatto di ristoranti e  bar. 

La colazione: Pasticceria Cucchi

Cesare, Vittoria e Laura Cucchi: 80 anni di esperienza nella valorizzazione della tradizione dolciaria milanese. Fondata nel 1936 la Pasticceria Cucchi si trova sempre allo stesso indirizzo, all'angolo tra corso Genova e piazza Resistenza Partigiana, nel cuore di Milano.

LA LOCATION: Una bottega storica luogo di incontro di intere generazioni pronte a gustare una prelibatezza unica, miscela di un'arte sopraffina lavorata da sapienti mani di maestri pasticceri che si tramandano nel tempo da otto decenni. 
Gli arredi attuali sono ancora rigorosamente quelli del 1954 e conferiscono al locale quell’atmosfera così particolare che, unitamente alla genuinità della pasticceria dolce e salata e alla qualità del servizio, ha permesso alla Pasticceria Cucchi di attraversare sostanzialmente immutata ben otto decenni di storia milanese, silenziosa testimone di un’evoluzione sociale e culturale. La proprietà del locale è tuttora della stessa famiglia che, giunta alla terza generazione, prosegue con passione il lavoro avviato dai nonni paterni, caratteristica sempre più rara tra gli altri locali della stessa città e che, unita ad una costante ricerca  e attenzione alle esigenze della clientela, è testimonianza concreta del valore che esperienza e arte, gelosamente custodite, hanno nel campo artigianale.

LA CUCINA: Tutte le materie prime sono selezionate attentamente dal team di pasticceria, i prodotti sono privi di conservanti affinché i sapori giungano inalterati. E’ il lievito madre a donare a tutti in grandi lievitati della Pasticceria Cucchi una caratteristica inconfondibile e irripetibile. Punto di riferimento della più qualificata lavorazione artigianale, fusione di ingredienti pregiati e ricette sfiziose, Cucchi rinnova il suo percorso gourmand tenendo alto il nome della “dolce Milano” nel mondo con rinomate specialità e nuovi, stuzzicanti peccati di gola come le inedite versioni del suo panettone dell’antica tradizione milanese artigianale accompagnato da salumi sfiziosi oltre che tiepido con gelato. Un panettone prodotto rigorosamente con lievito madre e doppio impasto in tempi che variano dalle 60 alle 72 ore. 

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Il pranzo: Marchesi in Galleria

Pasticceria Marchesi apre un terzo negozio nel cuore di Milano, all'interno dell'emblematica Galleria Vittorio Emanuele II, simbolo della città. Al nuovo spazio, situato al piano mezzanino dell'edificio che ospita Prada Uomo, si accede - tramite scala o ascensore - sia dalla Galleria Vittorio Emanuele II che dal negozio Prada.

LA LOCATION: 

Il nuovo spazio Marchesi si sviluppa su una superficie di 250 metri quadrati e reinterpreta l'atmosfera e il fascino del negozio storico di via Santa Maria alla Porta, in un suggestivo ambiente scandito da numerose finestre ad arco con affacci sugli splendidi affreschi e sui preziosi pavimenti a mosaico della Galleria.

Le pareti della sala, in marmorino verde, sono a tratti rivestite da un prezioso tessuto ton-sur-ton in seta jacquard a motivi floreali, su cui sono intagliate le vetrinette con mensole in cristallo dedicate alle specialità Marchesi, mentre le scaffalature in legno di ciliegio e cristallo sono sormontate da grandi specchiere. I pavimenti in marmo verde Alpi, i soffitti con travi a vista e gli arredi, coerenti con l'immagine e la tradizione della pasticceria, richiamano lo stile e lo spirito originali dello storico punto vendita di via Santa Maria alla Porta ricreando, anche nel nuovo spazio di Galleria, quell'elegante atmosfera che, da oltre 150 anni, è caratteristica di Marchesi.

LA CUCINA: Dolci, dolcetti, panini "couture". Una parte del negozio è dedicata a un'elegante sala da thè, con una varietà di proposte per tutti i momenti della giornata: prima colazione, lunch, thè e aperitivo serale.

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La Cena: Sixième Bistrot

Six nasce dall’idea dell’imprenditore Mauro Orlandelli di realizzare «un contenitore olistico, dove il risultato fosse superiore alla somma dei suoi addendi». Insieme a lui, l’art director Samuele Savio e gli architetti David Lopez Quincoces e Fanny Bauer Grung hanno dato forma alla visione iniziale collaborando – ciascuno con la propria esperienza e cifra stilistica - alla configurazione globale del progetto. Savio ha pensato al nome e ai loghi - «Six come “sei”, il più piccolo dei numeri perfetti, prodotto dalla somma dei suoi divisori» spiega - mentre gli architetti si sono occupati dell’interior design.
Infine, il musicista Sergio Carnevale (assieme al socio Nic Cester della band australiana dei Jet) ha concepito il locale dedicato al food e la paesaggista Irene Cuzzaniti ha introdotto un tocco floreale con il suo studio di progettazione del verde.

LA LOCATION: un angolo intimo e segreto dietro a un grande portone in via Scaldasole, è caratterizza- ta da una corte “vecchia Milano” punteggiata a sorpresa da innesti di vegetazione tropicale. Sul patio si affacciano ballatoi e grandi aperture ad arco dell’edificio cinquecentesco che fu, in principio, un monastero. La ristrutturazione ha rimosso gli strati d’intonaco dagli interni e fatto riaffiorare il motivo dei mattoni a vista, i pavimenti originari sono stati riportati alla luce.

LA CUCINA: Il bistrot offre una cucina semplice e stagionale, mentre per le cene speciali dispone di un dining privato che ricorda un antico tinello.

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La Cena: Wicky's

Wicky's  nasce da rigore, disciplina e dedizione al lavoro assieme a cultura e sensibilità, con una conoscenza enciclopedica di decine di materie prime, da erbe di prato e di orto a legni per affumicare, dal riso ai fiori, dai pesci agli oli, dalle spezie ai vini fino alle acque e alle carni. Wicky, dall’alto della sua esperienza, non assaggia mai i suoi piatti. Gli basta piuttosto annusarli, soppesarli e osservarli, proprio come faceva sua madre, cui deve questa abilità. Tutto è nel profumo, nella consistenza, nel punto di calore esatto, nella gradazione di spezie e di salsa.

LA LOCATION: Il locale ha un’atmosfera elegante, serena e discreta, valorizzata da luci calorose e brillanti che fanno risplendere il marmo scuro e sfiorano un bancone sushi, un bancone bar e, all’entrata, una luna sempre piena.
Le tre sale in cui si articola il ristorante sono pensate e realizzate prima di tutto per il piacere dell’ospite che, come vuole la tradizione nipponica, è sempre al primo posto nei pensieri del cuoco e del personale. L’ultima, in particolare, ha un’ampia vetrina sulla cucina e il “sushi bancone” di Wicky Priyan, con la possibilità di un’esperienza gastronomica fatta di dialogo e confronto con lo Chef, esclusivamente per 8 commensali alla volta.

LA CUCINA: è giapponese, di altissimo livello, secondo il metodo “Kaiseki”, con contaminazioni di derivazione mediterranea. Circa il 40% dei cibi sono serviti crudi, il 60% cotti. Del resto, a differenza di quanto si creda, la gastronomia nipponica ha meno del 10% di pietanze crude.
La preparazione del sushi da parte di Wicky avviene rigorosamente secondo gli insegnamenti dei suoi maestri (tecnica “Edomae”), anche se le materie prime sono al 90% italiane. «Dall’olio al pesce alle verdure - sottolinea Wicky - in Italia troviamo prodotti che sono tra i migliori al mondo». La selezione viene seguita in prima persona dallo Chef, che ama scoprire le eccellenze del suo Paese d’adozione, visitando luoghi e dialogando direttamente con i produttori per comprendere le peculiarità di ogni ingrediente.
Il pesce arriva principalmente da Liguria, Sicilia e Sardegna e viene acquistato quotidianamente dai singoli fornitori - che sono in contatto diretto con i pescherecci – fatta eccezione per le ricciole, i ricci di mare, le capesante e, talvolta, i granchi, che arrivano direttamente dal Giappone. I piatti sono preparati, anche per tipologia e quantità, rigorosamente in base al pescato del giorno.

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