L’Oriente a Milano
Quando si parla di cucina asiatica, Milano non teme rivali. Si moltiplicano infatti gli indirizzi dove gustare preparazioni orientali, mentre i locali più storici rinnovano i propri menu per restare al passo con la richiesta dei palati sempre più esigenti dei food lover. Ravioli cinesi, pad thai, menu degustazione a base di Wagyu e piatti della tradizione giapponese saranno protagonisti dell’estate meneghina.
La cina contemporanea è rappresentata a Milano da Dim Sum, ristorante che dal 2013 ha deciso di puntare sui ravioli originari delle campagne di Canton. L’atmosfera raffinata progettata da Carlo Samarati, punta su un gioco di specchi, dettagli metallici e illuminazione blu, richiamando la luce notturna di Hong Kong, i cui sapori si ritrovano nei piatti ideati dallo chef Lin Ruizhong e da Wu Jin, esperto nella preparazione dei dim sum. La Yum Cha, esperienza cinese di consumazione del pasto accompagnata dal tè, viene qui reinterpretata abbinando i ravioli allo champagne Perrier Jouët, che permette di rinfrescare il palato tra piatti speziati e salse presenti nel menu. I dim sum in carta, definiti cristallo quando realizzati con impasto di farina di riso, vengono cotti al vapore, sulla piastra oppure fritti, con ripieni a base di carne, salumi, pesce o verdure. Tra le new entry estive, disponibili nei mesi di apertura di luglio e agosto, una selezione di Jiaozi, ravioli chiusi a forma di lunetta, con abbinamenti di agnello e coriandolo, anatra e vino di riso con cavolo viola nell’impasto e una versione total pink con ripieno di lardo, alghe e castagne d’acqua.
Kanpai è un vero angolo di Giappone a Milano. Aperto dalle 19.00 fino a tarda sera, offre una selezione di cocktail e piatti tipici da gustare come aperitivo oppure per cena. Ispirato agli Izakaya, locali dove i nipponici si trovano per bere un buon sakè dopo il lavoro, offre la possibilità di consumare al bancone, oppure di accomodarsi in un’ampia sala impreziosita dalle opere video di Alessandro Di Vicino, in arte Gaudio. L’atmosfera urban, frutto del progetto di Vudafieri-Saverino Partners, riporta dettagli tipici giapponesi reinterpretati in chiave contemporanea, come le lanterne e un lampadario realizzato con bottiglie di sakè. I piatti in carta, ideati dalla chef Jun, partono da basi fermentate e marinate, completati poi con fritture, cotture alla griglia oppure a bassa temperatura. Inoltre, si trovano degli interessanti fuori menu, come la tartare di ricciola con papaya, mango e okra,perfetta per le calde serate estive. La drink list, altro punto forte di Kanpai, è pensata dal mixologist Samuele Lissoni, con twist sui grandi classici e incursioni di ingredienti orientali. Da provare il Daikon 3, freschissima miscela a base di gin, cordiale allo yuzu e daikon fresco pestato.
Un giardino nascosto tra alberi e piante di bambu, accompagna la cucina fusion di Shambala, locanda asiatica da vent’anni specializzata in piatti Thai e Vietnamiti. All’interno di un ex cascina in via Ripamonti, ci si può infatti immergere nelle atmosfere orientali, attraverso tre sale con zone privè e un lounge bar dotato di tavoli bassi e ampi cuscini, per consumare cocktail a lume di candela oppure rilassarsi su comodi letti balinesi. Lo chef Chandana Udesh, propone un menu serale arricchito da ricette vegetariane e vegane, oltre che involtini di polpa di granchio e coriandolo, i Cha gio, da consumare con salsa al tamarindo e il Kaehg ma prao pak, piatto a base di ananas in brodo di latte di cocco con funghi shiitake al curry thai. Degni di nota il Pad thai con tagliolini di riso saltati in padella, uova, verdure, arachidi e coriandolo e il Kung kratiem, composto da gamberi saltati in salsa d’ostrica, broccoli, coste e asparagi.
Atmosfera raffinata quella di Cinquantadue, il progetto di Xiaobo Zhou, proprietario di Nishiki, a due passi dal Castello Sforzesco di Milano. Qui lo chef Sixia, maestro di sushi creativo in Italia dal 1998, propone un percorso degustazione di sei portate, con piatti che variano a seconda della stagione e disponibilità di materie prime. Tra le specialità, da segnalare la Ceviche di ricciola, branzino, polpo e tonno e il Rombo al forno cotto con alga Kombu e asparago. Inoltre, per gli intenditori di Wagyu, è disponibile un menu di cinque portate che interpretano in modo differente questa carne pregiata. Si inizia con dei ravioli ripieni, i gyoza, passando poi a un carpaccio con pomodorini, shiso e umeboshi, a uramaki e nigiri con abbinamento di foie gras e infine la classica Wagyu Beef alla piastra. Il tutto viene servito nella splendida cornice progettata da Naos Design, arricchita da lampadario-scultura realizzato da un jewelry designer tailandese. Le ampie vetrine con cucina a vista, si affacciano inoltre su un dehor esterno, dove per tutta l’estate sarà possibile consumare i piatti dello chef sotto l’ombra degli alberi di Foro Bonaparte.
Photo credits A 13 Studio, piatto Henry Timi