Suwa interpreta Atelier Versace
Suwa, che ha illustrato per noi Atelier Versace, ci racconta la sua visione estetica e ci parla del suo lavoro.
L’O: Come si riescono ad esprimere sensazioni, gioie, turbamenti attraverso un tratto di penna?
S: «I miei lavori, che per la maggior parte ritraggono persone, sono realizzati con inchiostro e pennelli orientali. La mia esperienza come designer e il mio background esprimono attraverso un tratto, influenzato da un punto di vista fashion, l’attitudine dei personaggi e l’estetica degli abiti. Il risultato è un bozzetto vivace, simile a quello prodotto da uno stilista. Infine, il movimento ritmato del pennello esprime i sentimenti del soggetto. L’armonia del tratto, che può essere ruvido o liscio, comunica le diverse emozioni e questo è il modo in cui riesco a trasmettere sensazioni come gioia o tristezza attraverso il mio lavoro».
L’O: Il potere dell’illustrazione è quello di non avere bisogno di parole o di traduzioni per veicolare un messaggio. In che modo ti ha conquistato e perché? S: «Ho da sempre disegnato, ma ho scelto di studiare fashion design e ho cominciato la mia carriera da stilista. Nell’illustrare, cerco di esprimere intensamente attraverso delle immagini il messaggio o il soggetto che sto comunicando, piuttosto che attraverso espressioni metaforiche. L’illustrazione di moda ha il potere di esprimere i sentimenti delle persone e l’energia degli abiti in maniera più intensa, veloce ed efficace rispetto a qualsiasi altra forma d’arte».
L’O: Come è cambiata oggi l’estetica femminile nel disegno? E come è cambiata l’illustrazione di moda?
S: «Una donna in un’illustrazione è sempre rappresentata come se fosse la più innovativa e la più alla moda rispetto alla sua epoca perché i fenomeni sociali e culturali si riflettono sulla moda e vengono espressi attraverso una massimalizzazione della bellezza, degli abiti e dello stille. L’estetica femminile contemporanea raffigurata in un’illustrazione oggi segue lo stesso schema e nel futuro sarà lo stesso. Questo è il motivo per cui amo quest’arte e il mio lavoro».