Isabella Potì (Capricorno)
Foto Roberto Patella
Fashion Allegra Benini
Appena 24enne, Isabella Potí vanta una formazione di tutto rispetto sotto vari chef professionisti come Claude Bosi, all’epoca proprietario di un ristorante londinese con due stelle Michelin, Martín Berasategui, a capo di un ristorante con tre stelle Michelin a Lasarte Oria in Spagna, o ancora Paco Torreblanca, considerato il padre della pasticceria moderna. Nel 2017 è stata inserita da Forbes nel suo elenco di “30 Under 30”, collocandosi di diritto tra gli chef emergenti più promettenti d’Europa. Infine, nel 2018, il Bros di Lecce, l’ambizioso ristorante contemporaneo di cui oggi è co-proprietaria insieme al compagno Floriano Pellegrino, ha ottenuto a sua volta una stella Michelin, ed è forse questo il traguardo professionale più importante per lei. «Voglio trovare più tempo per il mio compagno e il mio cane l’anno prossimo», ammette. Pur lavorando insieme un giorno sì e l’altro pure, si tratta per l’appunto di questo: lavoro. Per l’anno nuovo, si augura di poter trascorrere più tempo con il partner anche al di fuori del ristorante. «Penso che sia fattibile, perché stiamo migliorando molto con il ristorante, perciò sarà più facile prendersi qualche giorno libero».
Migliorare significa cimentarsi in nuove imprese. Nei piani di Bros per il 2020 c’è il lancio di una visionaria serie di conferenze chiamata “Metaland in Scorrano”, un omaggio al paesino nel sud del Salento dove è nato Floriano Pellegrino e dove oggi risiedono entrambi. «La manifestazione si terrà durante i festeggiamenti per Santa Domenica, patrona del paese, il 5 e il 6 di luglio», annuncia Potí. In occasione di “Metaland”, che sarà il primo summit gastronomico internazionale organizzato nel Salento, interverranno «sei speaker professionali di fama mondiale». Si tratterà senz’altro di un mix dei migliori esponenti del mondo dellʼalta cucina, considerando i contatti della coppia e la schiera di talenti internazionali da cui la chef ha appreso i segreti del mestiere. Guardando da vicino le proposte tradizionali e fantasiose del menu di Bros queste influenze sono subito riconoscibili: le ispirazioni francesi della carne si uniscono al minimalismo della cucina nordica, con qualche tocco spagnolo. Ma i piatti rimangono in primis un omaggio alla cucina leccese. «Amo vedere i clienti a tavola e captare le loro emozioni, perché è lì che capisci cosa sei in grado di creare con del semplice cibo».